
L’arrivo di Mattarella tra gli applausi degli studenti che lo aspettano dentro la scuola. L’emozione degli alunni per un “giorno tanto atteso”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che privatamente vede la scuola con la sottosegretaria Anna Ascani e il dirigente Alfonso d’Ambrosio. La musica di Leo Gassman, Levante e de Il Volo, le esibizioni degli studenti venuti a Vo’ da tutta Italia. Tra mascherine, distanziamento e sanificazione continua dei microfoni, così è stata la ventesima edizione di ‘Tutti a scuola’. Quest’anno, per il consueto evento che celebra il ritorno sui banchi, il Quirinale ha scelto l’istituto comprensivo di Lozzo Atestino a Vo’ Euganeo, primo comune italiano ad essere dichiarato zona rossa durante i mesi più intensi della pandemia, primo ad affrontare la chiusura delle scuole e quindi luogo simbolico di un’auspicata, piena e sicura ripartenza. L’evento, in diretta su Rai1, è stato condotto da Andrea Delogu e Flavio Insinna. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, visibilmente commossa, ha incentrato tutto il suo discorso su una metafora, comparando il lavoro della scuola per rientrare in aula all’impresa di Ulisse per tornare alla sua Itaca: “Questo è un momento storico per trasformare le difficoltà in opportunità di rinnovamento. Ma dobbiamo chiederci di cosa hanno bisogno i ragazzi. È arrivato il momento di rilanciare la scuola come istituzione di primaria importanza. Itaca è propria là, andiamo a riprendercela, rientriamo a scuola”. Grandi protagonisti gli studenti e le studentesse. Ad animare la cerimonia, infatti, sono stati gli alunni e le alunne degli istituti che sono stati selezionati nell’ambito del concorso annuale del ministero dell’Istruzione per aver realizzato i migliori percorsi didattici sui temi dell’educazione, della legalità, dell’integrazione e della lotta ai fenomeni di bullismo.
Tra sperimentazioni, soluzioni creative, qualche disagio, un po’ di timore e molto entusiasmo, la campanella suona ancora, dopo oltre sei mesi, per quasi tutti gli studenti italiani. Dalla prossima settimana torneranno proprio tutti, in 8,6 milioni, perché Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sardegna hanno deciso di rinviare la partenza a dopo il voto del 20 e 21 settembre. Un terzo degli studenti però sarà collegato a distanza con la didattica digitale integrata già in questi primi giorni. Una giornata importante, che Conte analizza con i ministri Lucia Azzolina (Istruzione) e Roberto Speranza (Salute) in una riunione a palazzo Chigi. “Continueremo a lavorare a tempo pieno e contribuire alla realizzazione di un anno scolastico che sia davvero formativo”, spiega. Un primo bilancio che sarà seguito da altri incontri, per non “nascondersi dietro le criticità”, ma continuare un monitoraggio costante, consapevoli che “mai come quest’anno stiamo investendo nella scuola, a dispetto della pandemia”. Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia parla di “notizie molto buone” arrivate dalle Regioni sulla tenuta del trasporto pubblico locale e sul trasporto scolastico. Oggi, con la riapertura, c’è stato il primo vero test perché si sono messe in movimento milioni di persone, ai livelli del periodo pre Covid. La parte più rilevante del Paese, fa sapere, “si è mossa e dobbiamo essere tutti soddisfatti del risultato. L’Italia si è rimessa in moto convivendo con il Covid anche con trasporti e scuola. Ora manteniamo alto il controllo e il monitoraggio”.
In più parti d’Italia, però, si iniziano a registrare le criticità. A Monfalcone, in provincia di Gorizia, un professore dell’istituto Isis ‘Michelangelo Buonarroti’ è stato trovato positivo al Coronavirus, facendo scattare l’isolamento precauzionale per 115 studenti appartenenti a cinque classi dell’istituto. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, denuncia sui social il caso di una scuola di Genova in cui alcuni alunni di una classe, non avendo i banchi, sono costretti a scrivere in ginocchio per terra, usando le sedie come banchi. La foto fa il giro dei social e scandalizza il web: “Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia”, tuona Toti, annunciando una lettera alla Direzione scolastica per intervenire immediatamente. A Bitritto, in provincia di Bari, nell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini un dipendente è stato trovato positivo e, in via precauzionale, vengono sospese le attività in presenza per l’intera settimana. Nella scuola elementare nel comune di Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, a causa della positività di una bambina che la scorsa settimana aveva partecipato ad alcune lezioni prescolastiche, l’Ufficio di Igiene mette in quarantena l’intera classe, 18 studenti, e per le tre maestre. Il caso che fa discutere di più è quello di un bimbo affetto dalla sindrome di Down, a Pisa, che stamattina è dovuto restare a casa perché mancava l’insegnante di sostegno. Per lui, il Ministero dell’Istruzione però ha già disposto gli accertamenti, attivando l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e l’Ambito territoriale, e chiesto una relazione urgente al dirigente scolastico. “Dalla scuola hanno già fatto sapere che a tutti gli alunni con disabilità è stata garantita la massima accoglienza, come doveroso – si legge in una nota -. E che nel primo giorno di scuola 34 alunni con disabilità su 36 hanno regolarmente frequentato”.
Sull’organico “siamo in grandissimo ritardo” e in molte scuole, a causa della mancanza di docenti ma anche di personale Ata, “è abbastanza diffuso l’orario ridotto e la didattica a distanza. C’è grande incertezza”. Il bilancio della Cisl al termine del primo giorno di scuola non è positivo e Paola Serafin, della segreteria nazionale, sottolinea anche il problema relativo agli insegnanti di sostegno. “Erano 21mila i posti – spiega – e solo 2mila sono stati coperti di ruolo”. In generale, prosegue, “non è quello che avremmo voluto. Avremmo voluto che dopo questi 6 mesi fosse tutto a posto e invece siamo anche in condizioni peggiori rispetto all’anno scorso”. Detto questo, Serafin ‘promuove’ comunque le scuole e il personale docente e non docente: “Alle scuole do 10 e lode, tutti si sono mossi, i dirigenti scolastici e tutto il personale, in uno scenario tra l’altro che è mutevole. Cambiano le carte in tavola continuamente e il personale sta affrontando una situazione di incertezza enorme. Alle scuole va reso omaggio, considerando la situazione di caos generalizzato”. “Io – denuncia ancora Serafin – conosco la situazione a Roma e so che mancano anche molti interventi strutturali di edilizia leggera, che pure erano stati promessi. E poi, tra gli altri problemi, c’è lo smaltimento dei banchi vecchi che in alcuni casi, così ci hanno segnalato, rimangono in un angolo nella scuola…”. Oltre, aggiunge, “all’ulteriore aggravio per i dirigenti scolastici che dovranno pure verificare i titoli dei docenti. Verificare la regolarità dei titoli delle graduatorie è molto complesso e richiede un grande impegno per loro che già ne hanno tanti”.
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