Caso Mediaset. La battaglia legale tra Berlusconi e l’ex giudice di Cassazione che lo condannò, Antonio Esposito, finisce alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

Caso Mediaset. La battaglia legale tra Berlusconi e l’ex giudice di Cassazione che lo condannò, Antonio Esposito, finisce alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

La vicenda Mediaset si riapre, non solo nei palazzi della politica. I legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, presenteranno all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo l’audio e un super testimone – dovrebbe essere un magistrato – pronto a confermare le parole del giudice di Cassazione, Amedeo Franco, scomparso nel 2009. L’obiettivo è quello di ottenere una revisione del processo alle luce delle presunte nuove rivelazioni. Intanto Antonio Esposito, ex presidente della III sezione feriale della Cassazione, che il primo agosto del 2013 emise la sentenza di condanna annuncia: “Lunedì depositerò in Procura a Roma una serie di querele per diffamazione e chiederò che si faccia luce su una storia che presenta molti lati oscuri. Tra le altre cose conto anche di chiedere l’acquisizione dell’audio del relatore, Amedeo Franco”. La condanna di Silvio Berlusconi fu decisa ”all’unanimità dopo 8 ore di camera di consiglio in cui vennero esaminati, uno per uno, oltre 90 motivi di ricorso”. E fu un ”esame scrupolosissimo” conferma in un’intervista a ‘Repubblica’ il giudice Antonio Esposito che respinge l’accusa di malafede nei confronti dell’imputato a causa di problemi giudiziari che riguardavano il figlio a Milano. ”L’affermazione di Franco (uno dei componenti del collegio, ormai scomparso, che in un audio getta ombre sul processo ndr) è radicalmente falsa. Non subii pressioni né da parte della Procura di Milano né da chiunque altro”. Tornando sulla sentenza, Esposito sottolinea che ”se Franco fosse stato in disaccordo con il verdetto avrebbe potuto esplicitarlo nelle forme di legge: in busta chiusa e sigillata. Ma non fu in disaccordo ed anzi redasse, come gli altri componenti, una parte della motivazione poi approvata collegialmente in apposita camera di consiglio, dove la motivazione fu letta parola per parola e fu da tutti sottoscritta, pagina per pagina, proprio perché tutti avevano concorso a formarla”. Per il giudice ”il comportamento di Franco che va a giustificarsi con il suo imputato (Berlusconi, ndr) che ha concorso a condannare e muove accuse totalmente false agli altri colleghi che non erano assolutamente prevenuti, è inqualificabile ed inquietante. Purtroppo non è più possibile denunciarlo”.

Mediaset difende la tesi dei legali di Berlusconi usando Retequattro, e dal legale di Esposito si annunciano querele

Il legale del giudice Antonio Esposito ha poi avuto mandato di querelare “tutti coloro che si siano resi responsabili della gravissima diffamazione ai suoi danni nel corso della trasmissione andata in onda su Rete Quattro, La Quarta Repubblica” si legge in una nota dell’avvocato Antonio Grieco. “Nel corso della trasmissione – si legge nella nota- si è giunti, in maniera inqualificabile, a consentire al giornalista Piero Sansonetti di affermare, tra l’altro, che ‘la magistratura è marcia… moltissimi processi sono truccati’; ha parlato di ‘trame della magistratura italiana e quella del Giudice Esposito fa parte, sta dentro a questa storia…’ gridando, infine, ‘il Giudice Esposito è uno scandalo'”. Il legale aggiunge che “nel corso della trasmissione il conduttore ha mandato più volte in onda dichiarazioni rese nel 2014 ad un legale di Berlusconi (ed allegate al suo ricorso alla CEDU) da un bagnino termale, un cameriere ed uno chef di un albergo di proprietà dell’ex sindaco di Lacco Ameno, parlamentare di FI, coordinatore regionale di FI, legatissimo al Berlusconi, con le quali i tre dipendenti accusavano il Dr. Esposito di avere “di continuo” usato espressioni volgari e minacciose riguardanti il predetto Berlusconi. “Quello che è estremamente grave – aggiunge l’avvocato Grieco – è che il conduttore ha omesso di dare notizia della fondamentale circostanza che il Dr. Esposito, come venne a conoscenza di tali dichiarazioni, ebbe a sporgere querela nei confronti dei tre dipendenti per le false affermazioni a lui attribuite e dai lui mai fatte, ed ha omesso altresì di ricordare che, a seguito di tale querela, fu instaurato procedimento penale attualmente pendente presso la Procura della Repubblica di Napoli”. Nella nota viene poi citato il passaggio della trasmissione dove il “conduttore – scrive ancora Grieco- ha affermato che dalla corte di appello di Milano erano arrivati in Cassazione le carte con la scritta urgentissimo e che dice che la prescrizione matura il 01.08. Se fosse stata mostrata tutta la copertina, come correttezza avrebbe imposto, i telespettatori avrebbero avuto modo di notare che nella parte alta era scritto a caratteri cubitali Corte Suprema di Cassazione e che, in altra parte della copertina, vi era l’annotazione proveniente dal magistrato dell’ufficio preliminare dei ricorsi della Terza Sezione Penale della Corte (quella di Amedeo Franco) del provvedimento. La visione completa della copertina avrebbe fatto comprendere ai telespettatori che il processo venne innanzitutto assegnato, come di regola, alla competente sezione (la Terza, quella di Franco); e che fu tale sezione ad assegnare il procedimento alla Sezione Feriale considerato il termine di prescrizione”.

Il ricorso alla Cedu dell’ex giudice Esposito e le querele depositate contro organi di stampa per diffamazione

Il dr. Antonio Esposito, con istanza del 7 luglio 2020, ha chiesto al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di essere autorizzato ad intervenire nel procedimento “Berlusconi contro Italia” sia per dimostrare la sua assoluta imparzialità sia per argomentare, contrariamente a quanto sostenuto dai legali di Berlusconi, in merito alla totale regolarità e correttezza del processo che lo ha visto condannato per il reato di frode fiscale, annuncia in una nota diffusa nell’interesse di Antonio Esposito, Ferdinando Esposito e Claudio D’Isa, l’avvocato Antonio Grieco. “Il dottor Esposito ha, a tale proposito, conferito mandato anche all’avvocato Antonio Pagliano del Foro di Napoli” prosegue la nota. “Nella giornata di ieri il Dr. Antonio Esposito, il Dr. Claudio D’Isa e il Dr. Ferdinando Esposito hanno depositato istanze di mediazione per poter agire nei confronti dell’on. Andrea Ricciardi, dei giornalisti Nicola Porro e Alessandro Sallusti e Piero Sansonetti – oltre che nei confronti delle società proprietarie dell’emittente televisiva Rete Quattro e dei quotidiani “Il Giornale” e “Il Riformista” – in ordine alle affermazioni gravemente diffamatorie espresse nella trasmissione di ReteQuattro Quarta Repubblica del 29.06.2020, condotta dal Porro, nonché in ordine a plurimi articoli de Il Riformista e all’editoriale del Sallusti pubblicato su Il Giornale in prima pagina il 1° luglio 2020 sotto il titolo Lecarte del golpe ed il silenzio dei complici”. Inoltre, è stata depositata istanza di mediazione da parte dei Dr. Esposito e D’Isa per le gravi affermazioni diffamatorie contenute nell’articolo, a firma Giuliano Ferrara, apparso su Il Foglio del 1° luglio 2020, dal titolo “Le porcherie rimosse contro Berlusconi”. “Altre iniziative legali – si legge ancora nella nota – saranno intraprese nei prossimi giorni tra le quali la formale querela del Dr. Ferdinando Esposito per il reato di diffamazione pluriaggravata nei confronti del Porro per avere, quest’ultimo, affermato nel corso della citata trasmissione una circostanza radicalmente falsa, totalmente inventata estremamente lesiva della reputazione di esso dott. Ferdinando Esposito, nonché quella del dr. Antonio Esposito nei confronti del Sansonetti per diffamazione aggravata per le affermazioni rese nel corso della trasmissione Quarta Repubblica del 6 luglio 2020, sempre condotta dal Porro, affermazioni gravemente offensive della Magistratura e del Presidente dott. Antonio Esposito in particolare”.

Share