Genova. Quel che restava del ponte Morandi è stato fatto implodere con il tritolo. Ora si può ricostruire. Ma i 5Stelle polemizzano con Rainews24 perché Di Maio non era inquadrato

Genova. Quel che restava del ponte Morandi è stato fatto implodere con il tritolo. Ora si può ricostruire. Ma i 5Stelle polemizzano con Rainews24 perché Di Maio non era inquadrato

Attesi da quel maledetto 14 agosto, i sei secondi che ci sono voluti per vedere crollare le 50.000 tonnellate delle pile 10 e 11 di Ponte Morandi sono stati i più lunghi di sempre, nella storia millenaria della Superba. Colpa del gesto simbolico che cambierà per sempre lo skyline della Valpolcevera, ma colpa anche di quei 37 minuti di ritardo che non hanno certo aiutato a placare la tensione. Prima era colpa di un anziano, poi il capro espiatorio sono stati due stranieri barricati in casa, nella zona da evacuare, perché pare non avessero capito la situazione. Colpa della lingua, si dice. Risolti gli intoppi, si può procedere. Esplosione annunciata “tra 12 minuti”. Sì ma 12 minuti da quando?

“Il messaggio è arrivato alle 9.20, facciamo che esplode alle 9.32”. Come non detto, altra comunicazione: il Morandi va giù alle 9.40. Uno sguardo ai cellulari, un altro alla macchina fotografica. Tutto pronto. Si attendono i tre suoni della sirena. Qualcuno ne sente uno sibilare in lontananza. “Ma no, mancano tre minuti”. E, invece, quasi a tradimento, neanche il tempo di mettere assieme un po’ di ricordi, e le colonne d’acqua si alzano, il ponte si sgretola e il boato si sente fragoroso. Qualche esclamazione colorita, qualche lacrima. Un applauso, prima timido poi più convinto, si alza dall’area in cui sostano le autorità. Giusto il tempo per i giornalisti di girarsi da un lato e accaparrarsi la prima fila per le interviste di rito. “La fase dinamica è durata 3-3,5 secondi. Nei giorni precedenti avevamo detto che la procedura sarebbe durata circa 6 secondi dal momento in cui ho schiacciato il pulsante a quello in cui tutte le macerie si sono assestate”. Lo spiega Danilo Coppe, responsabile delle operazioni di esplosione per la demolizione delle pile 10 e 11, oggi pomeriggio nel corso di un punto stampa. A chi gli faceva notare che il cinematismo della caduta si è in parte discostato dai modelli fatti vedere nei giorni scorsi, Coppe spiega che “l’animazione in 3D va bene per quasi tutti i mestieri tranne per quello di demolitori con esplosivi perché le varianti sono tantissime. E’ caduto esattamente come mi aspettavo. Le cose naturalmente tendono a cadere lungo il proprio asse, quando riesci a forzarle anche di solo due metri dal proprio asse è già un gran risultato”. Non ci sono stati eccessivi problemi per la mezz’ora di ritardo. “Crea qualche problema ai nervi di tante persone- sorride l’esplosivista- l’unica difficoltà era data dal tempo di carica dei condensatori, che dura 12 minuti e deve essere sincronizzata con l’autonomia d’acqua per le opere di mitigazione, che complessivamente era per 20 minuti. Eravamo tarati alle 9, poi poco dopo le 8.30 abbiamo iniziato a procrastinare di quarto d’ora in quarto d’ora. Quando ho visto che sarebbe saltata anche la terza finestra, ho deciso di sparare non appena ci avessero dato il via, senza concordare altre scadenze”.

La scena è tutta per il sindaco e commissario Marco Bucci. Qualcuno prova a solleticare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Lui, però, taglia corto per lasciare la scena alla città. Anche il governatore, Giovanni Toti, resta in silenzio. I due parleranno poco più tardi, dando giusto il tempo ai cronisti di inseguirli sotto il sole cocente a qualche centinaio di metri dal ritrovo per l’esplosione. Silenzio anche per l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che davanti alle telecamere non dirà proprio nulla per tutta la mattina e dovrà affidare ai social network i suoi pensieri. Come lui, anche la sua collega Elisabetta Trenta si dilegua quasi nel nulla. Ma la lunga, lunghissima giornata di Genova è appena iniziata.

Esplode il caso dell’inquadratura di Rainews24 che esclude Luigi Di Maio. Il botta e risposta tra il M5S e il comitato di redazione

“In una giornata così importante per Genova è stato triste, e imbarazzante al tempo stesso, vedere il servizio di Rainews24 durante la demolizione del Ponte Morandi. Ho assistito alla diretta e non ho compreso come fosse possibile che mentre il sindaco Bucci ringraziava i ministri presenti, le telecamere di Rainews inquadrassero solo Matteo Salvini, insieme allo stesso sindaco e a Toti tagliando completamente Luigi Di Maio” scrive su facebook Mirella Liuzzi, deputata M5s. “Si è trattata di una vera e propria scorrettezza – aggiunge – poiché, in situazioni come queste, è risaputo che occorre seguire i necessari accorgimenti tecnici come sanno bene gli addetti ai lavori. In qualità di membro della Commissione di Vigilanza Rai, mi aspetto che il direttore di Rainews dia spiegazioni sull’accaduto”. Voleva le spiegazioni? Giungono da un durissimo e corretto comunicato del Comitato di redazione di Rainews24.  “Rainews24 è stata accusata di avere censurato un’inquadratura con il vice premier Di Maio. Le accuse a Rainews24, mosse da alcuni membri del Movimento 5 Stelle in Vigilanza, fanno venire il sospetto che quella di oggi fosse una passerella per i politici. Per noi la notizia era la demolizione del ponte Morandi e la ripartenza per Genova. Dopo un’ora e mezza di diretta sulla demolizione del ponte Morandi, RaiNews24 ha trasmesso anche le dichiarazioni finali del sindaco e commissario Marco Bucci. La nostra telecamera inquadrava i due vicepremier, Salvini e Di Maio, il governatore Toti e il sindaco Bucci, ma a causa di problemi tecnici il segnale non è stato costante e la regia, per non interrompere la diretta, ha mandato in onda un’agenzia internazionale che non includeva il vicepremier Di Maio. Come si può facilmente comprendere si è trattato di una semplice scelta tecnica. RaiNews24 è una testata giornalistica, non l’ufficio stampa di alcuna parte politica e oggi ha reso onore al Servizio Pubblico nell’indipendenza che lo stesso Movimento 5 Stelle invoca per la Rai”. Il reato di lesa maestà non è contemplato all’articolo 21 della Costituzione. I 5Stelle se ne facciano una ragione.

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