
Tra i reperti catalogati dai periti della procura e i consulenti ne è stato trovato uno che potrebbe essere la prova chiave delle indagini sul crollo del ponte Morandi. Si tratterebbe del reperto numero 132 che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato. Corrosione, secondo i militari della Guardia di Finanza, dovuta a manutenzioni carenti.
Il reperto, riporta il Secolo XIX, verrà inviato in Svizzera per analisi più approfondite. Per gli inquirenti, infatti, il collasso del viadotto è stato causato dalla rottura degli stralli (i tiranti alla sommità della struttura) deteriorati da anni e per i quali era stato approvato il progetto di retrofitting, il rinforzo appunto delle pile 9 e 10. I lavori sarebbero dovuti partire tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2019. Nel piano di intervento però non era stata prevista la chiusura del ponte.
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