Valle d’Aosta al voto. Possibile un doppione giallo-verde ai piedi delle Alpi. La sinistra riparte dalla lista ‘Impegno Civico’ alternativa al Pd

Valle d’Aosta al voto. Possibile un doppione giallo-verde ai piedi delle Alpi. La sinistra riparte dalla lista ‘Impegno Civico’ alternativa al Pd

Al voto la più piccola tra le Regioni italiane. Dopo il patto nazionale quasi sottoscritto dal duo Di Maio-Salvini, in prospettiva, a leggere i numeri delle ultime elezioni politiche, questa Regione ai piedi delle Alpi e da sempre all’insegna dell’autonomismo, potrebbe diventare il primo ente locale amministrato da una maggioranza giallo-verde. La legge non prevede, in questo territorio, il premio di maggioranza, si vota, infatti, con un sistema proporzionale a turno unico ed il Presidente viene eletto in Aula con il voto dei 35 consiglieri regionali eletti e non nelle cabine elettorali, che stabiliscono solo la ripartizione dei seggi. Se i numeri saranno quelli delle ultime politiche, rinfrescati anche dal voto del Friuli Venezia Giulia, di alternative, visti i numeri, ce ne saranno decisamente pochine. In Valle d’Aosta si parte da numeri che incoronano Lega e M5S. Il 4 marzo, infatti, il partito di Salvini aveva incassato il record storico di consensi, fissando al 17,45% l’asticella del gradimento, una percentuale che potrebbe anche andare oltre in questo turno elettorale e superare il 20%. Quanto al M5S il dato sul collegio uninominale vinto, parla di una buon 24,10%, messo all’incasso in una Regione dove il Movimento di Di Maio ha da sempre avuto delle difficoltà.

Quanto agli altri antagonisti, molti di questi, due in particolare, temono il peggio, ovvero un vero e proprio tracollo. In primo luogo il Pd, che malgrado la crisi di consensi delle ultime politiche, insieme agli autonomisti era riuscito a fissare il paletto al 21,74%, ma questa volta al voto andrà da solo ed ecco allora il ritorno degli incubi, con la possibilità di precipitare dove mai era mai arrivato, ovvero sotto il 10%. C’è poi da parlare della scelta fatta dalla sinistra, che ha deciso di correre da sola con una lista ‘Impegno Civico’ alternativa al Pd ed all’Union Valdotaine progressiste. Nel programma sono chiari i valori. La lista di Impegno Civico è infatti “caratterizzata da un programma basato su Uguaglianza, Lavoro e Ambiente, dalla partecipazione di numerosi esponenti storici della Sinistra civica valdostana, da diverse persone che da anni stanno collaborando al progetto de L’Altra Valle d’Aosta per un’area politica inflessibile rispetto ai valori, ma inclusiva nei metodi. Una lista – si legge nella nota diffusa in queste ore – che con il record storico di donne candidate, vuole dimostrare che si può ribaltare la logica di tutti i rapporti di potere, partendo da quello tra uomo e donna. La Sinistra c’è: quella vera, non subordinata al malgoverno e alla corruzione dell’UV e dei suoi derivati e nemmeno alle logiche di un’economia cui in tanti – conclude Carpinello -, anche nelle file dell’antipolitica, si sono piegati favorendo la distruzione della società e l’aumento delle ingiustizie”.

Poi Forza Italia e FdI, che corrono insieme e sperano di difendere quell’8,33% delle ultime politiche, anche se i rumors e l’alleato cannibale leghista, fanno pensare che confermare quel dato, sia praticamente impossibile. Poi ci sono le altre liste, che potrebbero togliere voti o regalarne a tutti, e parliamo di Mouv’, Union Valdotaine, Area Civica-Stella Alpina-Pnv, Impegno civico, Union valdotaine progressiste e Alpe, che tutte insieme potrebbero non avere i numeri per orientare la scelta per un futuro governo. Sul punto va detto che la Valle d’Aosta si è dotata anche di una legge elettorale con sbarramento che pone un argine alla frammentazione adottando un complicato doppio sistema di conteggio. Con il primo limite si escludono le liste che non abbiano raggiunto il cosiddetto “quoziente” minimo, ovvero il numero dato dalla divisione tra la somma dei voti totali e il numero dei seggi da assegnare. Le liste che superano la prima scrematura si dividono i seggi e, in seguito, si applica il secondo sbarramento, quello in cui vengono esclusi tutti i partiti che non hanno ottenuto almeno due seggi. Dunque, a meno di stravolgimenti, allo stato delle cose praticamente impossibili, l’unica possibilità è creare ad Aosta un doppione di quanto sta accadendo a Roma. Quanto alle modalità del voto della più piccola regione italiana, urne aperte dalle 7 alle 22 di domenica 20 maggio. Lo spoglio comincerà lunedì 21. I cittadini eleggono 35 consiglieri che, a loro volta, eleggeranno, come detto, il presidente, secondo un meccanismo di maggioranza assoluta, in cui bastano la metà dei voti più uno per risultare eletti. Per la prima volta, in via sperimentale, lo scrutinio sarà centralizzato in soli quattro poli nei comuni di Saint-Pierre, Fénis, Verrès e Aosta dove arriveranno tutte le schede.

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