Come in un film dell’orrore, lo psicanalista amico di Renzi manda in soffitta tutta la storia del Novecento, della sinistra, del socialismo, della democrazia, attacca le politiche sociali, difende a spada tratta l’ex premier. Che punti a prenderne il posto? Tutto su La Repubblica

Come in un film dell’orrore, lo psicanalista amico di Renzi manda in soffitta tutta la storia del Novecento, della sinistra, del socialismo, della democrazia, attacca le politiche sociali, difende a spada tratta l’ex premier. Che punti a prenderne il posto? Tutto su La Repubblica

Ha avuto un seguito quel brano, si fa per dire, in cui un celebre psicanalista, Massimo Recalcati, amico di Renzi Matteo, certamente, non sappiamo se sia anche un suo paziente, riportato da Corrado Augias nella sua rubrica su  Repubblica, difendeva a spada tratta l’ex premier, con grande soddisfazione dell’Augias, accusando di un odio feroce nei suoi confronti da parte di chi ha lasciato il Pd. Il quotidiano diretto da Calabresi, ha pubblicato il testo integrale della “diagnosi” del celebre psicanalista. Non potevamo perdere l’occasione. Se per difendere Renzi Matteo ci vuole uno psicanalista, davvero la malattia di cui soffre, i mille giorni del suo malgoverno, deve essere molto grave. Abbiamo letto e soppesato riga dopo riga. Ci è sembrato di assistere ad un film dell’orrore, sapete, di quelli dove lo spargimento di sangue è il leit motiv, la distruzione del mondo da parte di esseri arrivati sul pianeta Terra, ce ne combinano di tutti i colori. Non sono uomini, neppure omuncoli,  mostri che ci odiano, ci vogliono sterminare. E chi sono gli sterminatori?

Recalcati mette sotto accusa il vecchio gruppo dirigente proveniente dal Pci

Quelli che odiano il povero Renzi, perché, scrive il dotto amico del Matteo, “per la sinistra italiana è l’incarnazione maligna di una eterogeneità che resiste ad ogni assimilazione. Le sue origini culturali ed antropologiche sono differenti da quelle del vecchio gruppo dirigente del Pci che è emigrato nel Pd”. Dovrebbe sapere il “nostro” anzi il “loro” che quel “vecchio gruppo dirigente del Pci” non è un emigrato, ma uno dei soci, il più importante, che hanno fondato quel Pd di cui il Matteo si  è appropriato, diciamo per la troppa “bontà d’animo”, dei suoi compagni di viaggio per non dire altro. Ci scusi il Recalcati se usiamo la parola “compagno”, che fra noi vecchietti usa ancora. Lui, parlando dei “vecchi dirigenti” ci tiene a precisare che si tratta di “un’altra cultura, un’altra sensibilità, ma anche un’altra generazione”. Ci scusi  ancora il Recalcati se siamo curiosi. Lui che dovrebbe aver indagato sull’io di Renzi, potrebbe dirci di quale cultura parla. Lasciamo perdere la sensibilità. Una verità è invece il fatto di essere di un’altra generazione. Questo è vero, ma si tratta di una generazione che ha dato un grande contributo, anche stando alla opposizione, governando Comuni, Province, Regioni, lottando per assicurare democrazia, libertà, diritti dei lavoratori,  quando alcuni antenati di Renzi Matteo stavano da un’altra parte, il governo Trambroni, il luglio  1960, le magliette a strisce, poi  la lotta contro il terrorismo.

Un bagaglio politico e culturale  che lo psicanalista ignora

Si potrebbe continuare. Ci fermiamo qui, sappiamo che questo bagaglio politico e culturale non fa parte degli studi che ti danno il diritto ad esercitare la professione di psicanalista, per di  più di un ex presidente del Consiglio. Ma lui, il Recalcati, messa da parte la sua nobile professione che lo porta ad indagare sulla psiche umana, tanto meglio se l’umano è di alto lignaggio, non si sa mai, si avventura su un  terreno molto scivoloso, dove si rischia di impantanarsi.  E, a nostro parere, il direttore di Repubblica avrebbe fatto bene a dare una lettura prima di pubblicare l’editoriale. Recalcati ha un chiodo fisso: “Renzi – scrive – è colpevole di aver messo la sinistra si fronte al suo cadavere. Anziché fare il lutto della sua identità ideologica essa preferisce come spesso accade imputare all’eterogeneo la colpa della sua morte già avvenuta”. Un fenomeno che gli ricorda il “rito tribale di alcune popolazioni dell’Africa nera”. Ce lo vedete Bersani che in compagnia di D’Alema danza insieme allo stregone? Noi no, lui sì. Buon per lui. Preso da una furia distruttiva nei confronti della sinistra, il Recalcati gliene dice quattro a questi sciamannati che si permettono di attaccare Renzi Matteo. In poche righe distrugge la storia della sinistra, del movimento operaio, del socialismo, della lotta di classe.

“La differenziazione paranoide del mondo in forze del Bene e del Male”

“L’odio che  investe Matteo Renzi – scrive il nostro psico-politico – vorrebbe coprire la fine di una concezione del mondo che ha nutrito l’interpretazione della storia per tutto il novecento: la lotta di classe, una concezione etica dello Stato, l’identificazione del liberalismo e dei suoi principi come Male, la gerarchia immobile del partito, la prevalenza della causa universale sulle relazioni di cura particolari, una differenziazione paranoide del mondo in forze del Bene e in forze del Male, l’inclinazione populista e incestuosa della cosiddetta democrazia diretta, la riduzione delle politiche sociali a un maternage assistenzialista, il sospetto verso le manifestazione della singolarità in tutte le sue forme, un paternalismo insopportabile che cancella nuove generazioni”. Non serve alcun commento, ci permettiamo di segnalare in questo guazzabuglio, che vuole apparire come una lectio magistralis, si dice così mi pare, che dall’alta cattedra universitaria viene impartita a noi poveri giornalisti, la frase che più ci ha colpito: “la differenziazione paranoide del mondo in forze del Bene e del Male”. Il maximum della scienza psicologica. Dimenticavamo un consiglio a Renzi Matteo: uno come Recalcati è pronto per candidarsi a premier. Con una seduta psicanalitica potrebbe convincere il signorotto di Rignano a farsi da parte. L’ipnosi non crediamo sia una scienza, ma non si sa mai.

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