
Viene dalla Fiom Toscana una forte denuncia dei tentativi di attaccare il diritto di sciopero. Massimo Braccini che ne è il segretario segnala ed esprime grande preoccupazione per le iniziative che sono in corso a livello legislativo, “controriforme del lavoro”, dice, contenute in una serie di disegni di legge all’ordine del giorno alla commissione Lavoro del Senato e in quella Affari costituzionali. Fa presente che sono stati presentati dai “soliti Sacconi e Ichino, cioè da quelli che avevano ipotizzato che attraverso la riduzione dei diritti dei lavoratori e l’introduzione di contratti precari vi fosse la piena occupazione. Ricette fallimentari, che invece hanno portato a indebolire la stessa struttura industriale, contribuendo ad abbassare il costo del lavoro, e di conseguenza hanno agito come leva per disincentivare le imprese a investire e a innovare i processi, rendendo così profittevoli attività a basso valore aggiunto. È preoccupante che si continui a testa bassa ad attaccare il diritto del lavoro e la stessa Costituzione. Si stanno ribaltando i principi costituzionali”.
I lavoratori soggetto svantaggiato rispetto alle imprese
“In Italia, lo sciopero è riconosciuto come diritto personale di esercizio collettivo – afferma Braccini – Tale riconoscimento partiva dall’idea di una costruzione della società fondata sul contrasto tra lo stato sociale e quello liberale. Non a caso, lo Stato introdusse nella Costituzione il diritto di sciopero, partendo da una precisa presa di coscienza: i lavoratori sono un soggetto svantaggiato rispetto alle imprese. Come diceva Calamandrei, lo sciopero è un mezzo per la promozione dell’effettiva partecipazione dei lavoratori alla trasformazione dei rapporti economico-sociali.” Che tipo di modello, invece, si cerca di costruire? “Una moderna società – conclude il dirigente sindacale – non si può fondare sull’arretramento dei diritti dei lavoratori né si può pensare che il lavoro con meno tutele possa portare il Paese al progresso. Abbiamo l’obbligo di protestare e lottare in nome della costruzione di una società moderna, fondata sulla democrazia e sul rispetto dei principi costituzionali, dove alla base, come diritto, vi è il lavoro, promuovendo, anche attraverso specifici referendum democratici, il contrasto a norme lesive che ci riporterebbero indietro nel tempo”.
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