
Cresce il numero di nuovi casi di Covid-19 su base quotidiana. Nelle ultime 24 ore, come riportato dal ministero della Salute nel bollettino quotidiano, i nuovi positivi sono stati 1.397 contro i 1.326 di ieri, per un totale di 272.912 dall’inizio dell’epidemia. Sono invece 28.915 gli attualmente positivi nel nostro paese. Nelle ultime 24 ore si sono registrati dieci decessi, quattro in più rispetto a ieri, che portano il totale a 35.507. Le Regioni più colpite sono la Lombardia (228), l’Emilia Romagna (118), Lazio (154), e la Campania (193). Meno di dieci casi invece in Molise (2), Valle D’Aosta (4), Umbria (9), e la Provincia autonoma di Bolzano (4). Quanto ai ricoveri, i pazienti in terapia intensiva salgono di 11 unità: oggi sono 120 rispetto ai 109 di ieri. I ricoverati con sintomi sono in crescita di 68 unità (1.505) mentre sono 27.290 le persone in isolamento domiciliare. Si osserva invece un lieve calo del numero dei tamponi effettuati che sono stati 92.790, circa 10 mila in meno di ieri. Quanto al numero dei guariti, sono in totale 208.490, 289 in più da ieri. “Ci sono studi i quali suggeriscono che la carica virale può essere determinante per la gravità dell’infezione”, osserva il virologo Pregliasco. “E in questa nuova fase della pandemia in Italia la carica virale si è abbassata significativamente rispetto al primo periodo”, conferma l’infettivologo Palù. “Questo abbassamento è legato da un lato agli effetti del lockdown e di tutte le misure di prevenzione, dall’altro è associato all’estate, cioè alle temperature più elevate e alle radiazioni UVA che sappiamo essere letali per il virus”, aggiunge. “Non è quindi il virus a essere cambiato”, sottolinea Pregliasco. “Dal punto di vista genetico – precisa Palù – è sempre lo stesso. A essere cambiato invece è l’ambiente che lo circonda che rende più difficile il passaggio di cariche alte da una persona all’altra”. Importanti poi sono anche altri fattori soggettivi, strettamente legati alla gravità dell’infezione. “In primis la suscettibilità individuale”, dice Pregliasco. “Oltre alla presenza di comorbidità, notoriamente associate a casi più gravi, gioca un ruolo importante anche il sistema immunitario che non è lo stesso per tutti. Ci sono studi – continua – secondo i quali le infezioni gravi sarebbero associate a una risposta eccessiva da parte del sistema immunitario”.
La situazione nel mondo. Sempre più critica
1.184, 1.074 e 1.043. Sono ormai le fredde cifre a illustrare nel modo più diretto la gravità della pandemia da Covid-19 nel mondo. In questo caso, si tratta del numero di decessi avvenuti nelle ultime 24 ore rispettivamente in Brasile, Stati Uniti (secondo il database del Nyt) e India, le nazioni che presentano il bilancio più pesante del pianeta e che da sole hanno totalizzato tra ieri e questa mattina ulteriori 3.301 vittime per un totale ormai giunto a livello globale a 863.057 decessi accertati. Al momento, il paese dove il nuovo coronavirus appare in fase montante è l’India, le cui autorità sanitarie segnalano ben 83.883 nuovi casi nelle 24 ore, ovvero il record mondiale di diagnosi di positività in una singola giornata dall’inizio della pandemia. Il subcontinente, con 3.853.407 contagi totali di cui 67.376 risultati letali, si colloca al terzo posto sia in termini di vittime che di infezioni dietro a Stati Uniti e Brasile con, rispettivamente 185.744 decessi e 6.114.406 contagi e 123.780 decessi e un numero di contagi che secondo l’osservatorio indipendente composto dai principali mezzi d’informazione dello stato amazzonico avrebbero superato la barriera dei quattro milioni, per la precisione 4.001.422, mentre per il ministero della Salute la quota riconosciuta si fermerebbe al momento a 3.997.865 contagi. Va detto che tale osservatorio fornice un numero di vittime nelle ultime 24 ore più alto rispetto a quello proposto dalle autorità governative: 1.218 vittime contro 1.184. Sono al momento undici i paesi che hanno superato la quota delle ventimila vittime accertate, di cui quattro sudamericani e quattro europei. A parte i tre paesi di cui abbiamo già detto, si tratta di Messico (65.816 vittime), Gran Bretagna (41.602), Italia (35.507), Francia (30.692), Spagna (29.194), Perù (29.068). Iran (21.797) e Colombia (20.345).
Scuola: il ministro Speranza, è priorità e ripartirà
“La priorità assoluta su cui stiamo lavorando è la scuola” conferma, a Scala (Salerno), il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine della commemorazione del beato Gerardo Sasso. “Le scuole ripartiranno tutte nel mese di settembre e ripartiranno in sicurezza. Questa, per noi, è una priorità assoluta”, sottolinea. “Stiamo lavorando incessantemente, stiamo costruendo investimenti senza precedenti. Penso che ci sono le condizioni per portare a compimento questo obiettivo che, per noi, è la priorità assoluta della stagione di ripartenza”, dice. ” Per me che ho fatto il ministro della Salute, in questi mesi difficilissimi, il provvedimento più difficile che ho dovuto fare è stato proprio quello di sospensione delle lezioni”, sottolinea parlando alla cerimonia il ministro. La scuola “è il simbolo più forte, più bello della ripartenza che dobbiamo insieme costruire”. “Sospendere le lezioni e fermare le scuole – ricorda Speranza – è stata davvero, sul piano personale, politico, istituzionale, la scelta più difficile, il sacrificio più duro che abbiamo dovuto imporre a noi stessi. Però, è stato necessario, indispensabile. Ma ora bisogna ripartire”. “Sono convinto che il lockdown del nostro Paese finirà davvero solo quando tutte le scuole di ogni ordine e grado saranno finalmente riaperte perché lì si costruisce il nostro futuro e lì c’è la dimensione più profonda del Paese che vogliamo costruire”, conclude.
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