
Siamo rimasti basiti quando abbiamo letto su Televideo Rai la notizia sulla apertura della campagna elettorale di Salvini Matteo. Passi per i giornalacci che sostengono la Lega, certamente addolorati per la grande manifestazione che ha visto protagonista la città democratica, antifascista, antirazzista, popolare, democratica. Passi per gli scribacchini che non hanno alcun ritegno, eppure l’Ordine dei giornalisti tutela, o meglio dovrebbe tutelare, la professionalità di chi fa informazione, che è altra cosa dalla propaganda. Passi anche per chi, un volta comunista, da giovane, lo dice lui stesso, si chiama Federico Rampini, giornalista di punta di Repubblica, editorialista, inviato e chi più ne ha più ne metta, vede Bologna come una città in mano ai migranti tanto da aver paura a transitare quando fa buio nei pressi della stazione e spara a zero contro la sinistra. Ricorda che nell’86 faceva il giornalista in Francia “quando – dice – gli operai iniziavano a votare Front National. Il motivo? l’immigrazione”. Insomma, in parole povere, le colpe della sinistra sono quelle di stare dalla parte dei poveracci che fuggono dai loro paesi, dalle guerre, dalle torture. Passi pure perché, perlomeno, non porta le assurde magliette di Salvini, che si veste di volta in volta da militare, poliziotto, e chi più ne ha più ne metta. Lui il Rampini porta camicie bianche, a volte blu e bretelle di ordinanza. Nello studio di Piazza Pulita non ascolta neppure quello che ha da dire il candidato del Pd, Stefano Bonaccini, attuale presidente della Regione, che parla dell’Emilia, di Bologna, e dovrà confrontarsi con una tal Lucia Borgonzoni, pupilla di Salvini che la presenta al Paladozza. Ci sono anche altri giornalisti i quali non ci pensano due volte a ripetere il Salvini pensiero, in Emilia vinco io, il governo va a casa, si va al voto, la Lega esprime il presidente del Consiglio, io. Ai giornalisti che seguono l’avvenimento al Paladozza raccomanda di dare solo immagini che mostrino simboli della Lega.
Quattro giovani cittadini sfidano la Lega e inventano le sardine
La presentazione della candidata al Paladozza è l’occasione per lanciare la sfida. Riempiremo il palazzo che porta il nome di un grande sindaco di Bologna. Salvini è sicuro di sé, accompagnato dallo strombazzare di giornalacci. Ma i bolognesi sono di altro parere e accettano la sfida. Accade così che quattro giovani cittadini senza tessere di partito in tasca, non attivisti di partito, niente a che fare con i centri sociali che daranno luogo a un loro corteo, bloccati dalla polizia con scariche di acqua dagli idranti, lanciano la sfida. A Piazza Maggiore, storico centro della città, dicono saremo più di quanti ne porterà Salvini. E fanno un appello, nel nome delle sardine, un raduno festoso, “stretti e in silenzio” proprio come i pesci, le sardine appunto disegnate su tanti cartoncini che animano la grande piazza. E le “sardine” sono tante, tantissime. Più di dodicimila. L’obiettivo da raggiungere era seimila contro i 5.570, tanti ne contiene il Paladozza, ma senz’altro erano ancora meno, perché un grande palco occupava spazio. E non c’era alcun pullman bloccato, come diceva Salvini.
Il testo pubblicato da Televideo, un resoconto di fatti mai avvenuti
Leggiamo il “resoconto” giornalistico, si fa per dire, di Televideo Rai. “Salvini – è scritto – ha aperto ufficialmente la campagna elettorale per Lucia Borgonzoni al Paladozza di Bologna con circa 5 mila persone mentre altrettanti avversari, tra cui universitari e appartenenti dei centri sociali protestavano in piazza Maggiore. Gli idranti della polizia hanno evitato il confronto diretto. Al termine della Kermesse Salvini ha promesso di riempire la stessa piazza a fine campagna elettorale”. Sempre quelli di Televideo Rai non contenti della clamorosa bufala danno notizia secondo cui Zingaretti ha detto “Bologna non si Lega” ed ha ringraziato gli “organizzatori del contro corteo”. Un meschino tentativo di confondere le acque. Il corteo dei centri sociali diventa la protesta di Piazza Maggiore dove hanno manifestato più di dodicimila “sardine”. Democratiche. Che non sono state bagnate dagli idranti della polizia che a Piazza Maggiore non avevano alcun motivo di mettere piede. Così come non l’avevano nei confronti del corteo dei centri sociali e di non meglio identificati studenti universitari. Insomma due eventi diversi. Chiudiamo facendo presente ai cronisti della Rai, per l’occasione di Televideo, che se i giornalisti hanno il diritto ad informare, i cittadini hanno il diritto ad essere informati. Ricordino anche che la Rai è una azienda pubblica, che gli stipendi di chi ci lavora li pagano i cittadini, fanno parte della bolletta elettrica. Ricordino che la libertà di stampa è un bene prezioso di cui si pasce la democrazia. Le false notizia sono altra cosa.
Ps. Dimenticavamo che anche altre testate della Rai e non solo, hanno dato notizie nei tg ma le riprese in primo piano tutte all’interno del Paladozza con interviste a Salvini o dedicate all’intervento della polizia con gli idranti contro il corteo dei centri sociali. In lontananza immagini sbiadite della grande folla a Piazza Maggiore. Un’intervista a qualcuno dei partecipanti che hanno riempito la piazza? Manco a dirlo. Tutt’al più le immagini delle sardine disegnate su tanti cartoncini. Anche la carta stampata non ha certo brillato. Eppure anche solo dal punto di vista giornalistico l’evento meritava qualcosina in più.
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