Roma. Primavalle. Sgomberate con la forza 340 persone dall’ex scuola media don Calabria. Scene da guerra civile. Don Ciotti: “che democrazia è quella in cui non esiste giustizia sociale?”

Roma. Primavalle. Sgomberate con la forza 340 persone dall’ex scuola media don Calabria. Scene da guerra civile. Don Ciotti: “che democrazia è quella in cui non esiste giustizia sociale?”

Barricate, cassonetti e materassi dati alle fiamme, oggetti lanciati contro le forze dell’ordine e idranti in risposta. E’ stata una mattinata ad altissima tensione in via Cardinal Capranica, nel quartiere capitolino di Primavalle, dove carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa sono arrivati già nella notte con l’ordine di sgomberare 340 persone, tra cui circa 80 minori, che occupavano l’ex scuola media Don Calabria. Il bilancio finale parla di 3 arresti e diverse denunce. Le operazioni sono iniziate di buon mattino tra l’ira di molti, preoccupati dalla mancanza di certezze sulle soluzioni alternative. Ma ci sono stati momenti di grande tensione: prima sono state incendiate le barricate costituite con qualsiasi cosa capitasse a portata di mano, copertoni, cassonetti dell’immondizia, vecchi materassi. Poi i sassi dalle finestre e la protesta dal tetto dell’edificio.

“Nessuna tolleranza e nessuno sconto ai violenti che occupano, incendiano e attaccano le Forze dell’Ordine – dice a caldo il ministro dell’Interno Matteo Salvini – Lo stabile è pericolante, immigrati e centri sociali che fanno le barricate mettono a rischio l’incolumità di donne e bambini. I cittadini romani e gli italiani meritano legalità. Stiamo recuperando anni di assenza”. Poi rincara la dose: “Ci aspettiamo che non ci sia un magistrato buonista per giudicare i violenti”. Dopo alcune ore, la situazione è rientrata, e gli occupanti hanno lasciato la scuola. Roma Capitale ha proposto strutture alternative a tutte le 199 persone in condizioni di fragilità che si sono sottoposte al censimento. “Gli operatori della Sala Operativa Sociale hanno formulato e continuano a formulare le proposte di accoglienza che prevedono assistenza alloggiativa e un progetto personalizzato di inclusione. Sul posto sono a disposizione dei bus dell’Atac per il trasferimento delle persone nelle strutture a loro riservate”, ha spiegato il Campidoglio in una nota. “Abbiamo lavorato per replicare il lavoro efficace che fu messo in campo a febbraio per liberare l’immobile occupato di via Carlo Felice: l’obiettivo è contemperare la tutela della legalità e il rispetto dei diritti umani. L’assistenza alloggiativa è garantita agli interi nuclei familiari, che quindi non vengono divisi”, spiega l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale Laura Baldassarre. Nel mirino delle opposizioni c’è Matteo Salvini.

“Stiamo assistendo a scene che, più che uno sgombero, evocano un vero e proprio stato d’assedio – dice Massimiliano Smeriglio, europarlamentare eletto nel Pd – Salvini intervenga e spenga sul nascere questo clima da guerra civile. Nonostante il gran numero, a Roma da anni c’è una vera e propria emergenza abitativa. Servono interventi strutturali, non episodiche manifestazioni di forza”. “Nel nostro Paese la spesa sociale per il sostegno all’abitare è dello 0,13 per cento, a fronte di una media europea del 2,5 per cento. Delle circa 60mila sentenze di sfratto emesse due anni fa, il 90 per cento sono state causate da morosità incolpevole, cioè impossibilità degli inquilini, colpiti da povertà relativa o assoluta al pari di milioni di italiani, di far fronte alle spese di affitto. Per questo le notizie e le immagini provenienti dal quartiere Primavalle a Roma, dove si sta svolgendo lo sgombero forzato – con impiego cospicuo di forze di Polizia – di un edificio, tetto provvisorio di 340 persone, inclusi bambini, impossibilitate a trovare una alternativa, destano angoscia, rabbia e molti interrogativi”, scrive in una nota don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.  “Viene infatti spontaneo chiedersi che democrazia è quella che, invece di costruire giustizia sociale in un concorso di diritti e di doveri, colpisce la povertà e la disperazione come se fossero dei reati. Così come viene da chiedersi che politica è mai quella che – non da oggi beninteso – invece di servire il bene comune e impegnarsi affinché a ogni persona siano garantiti i diritti fondamentali (la casa, il lavoro, l’istruzione, l’assistenza sanitaria) si concepisce e si manifesta come azione di forza, esercizio di spavaldo e compiaciuto accanimento contro le persone più deboli, indifese, spaventate – continua Ciotti in una nota -. E tutto ciò per mera ricerca di consenso dunque di potere, quindi non prima di aver dipinto quelle persone alla deriva come una minaccia alla nostra sicurezza, parola ‘idolo’ di questa epoca in varie forme disumana. Continuo a credere, con buona parte degli italiani mi auguro, che la vera sicurezza sia quella che ci viene da una democrazia compiuta, che garantisca a ciascuno dignità e libertà, e ci faccia sentire un popolo in cammino, giusto, solidale, accogliente. Consapevole che il benessere del singolo deriva sempre da quello della collettività”, conclude il fondatore di Libera.

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