
Dolor y Gloria è un un film intimo, personale, firmato dal regista spagnolo Pedro Almodovar. Un autoritratto che è la volontà di testimonianza della sua vita. La trama è incentrata su Salvador Mallo, un regista cinematografico impegnato a riflettere sulle scelte fatte nella propria vita. Passato e presente si abbattono su di lui e si intersecano, in un racconto della sua infanzia e della sua vita adulta. Il cineasta spagnolo ci porta ai suoi 9 anni, negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia. Entriamo in un mondo sotterraneo e leggendario, una caverna, la sua casa, dove i muri di bianco sono luminosi come gli schermi del cinema… Il regista si mette a nudo in un modo commovente, ci svela la prima volta che sentì l’impulso del desiderio da bambino. La sensazione fu così intensa che cadde svenuto a terra, come colpito da un fulmine, ci svela la sua omosessualità, ci racconta del suo primo amore da adulto nella Madrid degli anni ’80, il dolore della rottura di questo amore quando era ancora vivo e palpitante.
Nel recupero del suo passato, il regista Salvador sente l’urgente necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza, la scrittura come unica terapia per dimenticare l’indimenticabile, descriverà la sua storia d’amore in un monologo. Nel pieno del monologo irrompe Chavela, uno degli artisti che fa parte del suo patrimonio emotivo e artistico, con un verso de La noche de mi amor, eccessivo ed infinito nel suo clamore: Voglio la gioia di una barca al ritorno, e il rintocco di mille campane di gloria, per brindare alla notte del mio amore. Nel corso della storia vediamo il veterano regista Salvador Mallo in altri periodi della sua vita: in età adulta negli anni ‘80 a Madrid dove Salvador si è formato durante il movimento di rinascita culturale madrilena di quel decennio, e infine appare Salvador nel presente, isolato, depresso, vittima di vari disturbi, separato dal mondo e dal cinema, che sente l’incommensurabile vuoto causato dall’impossibilità di continuare a girare film. L’attore protagonista è Antonio Banderas nella sua interpretazione del tormentato e isolato Salvador Mallo. “Il miglior lavoro di Antonio dopo Legami” ha detto Almodovar. A Penelope Cruz è stato affidato invece il ruolo della madre del protagonista che il regista rievoca e racconta da tanti anni nei suoi film. Penelope Cruz interpreta la madre da giovane, mentre da adulta, è interpretata da Julieta Serrano. Sono ben presenti nel film le opere dei pittori Guillermo Pérez Villalta, Sigfrido Martín Begué, Jorge Galindo, Manolo Quejido, Miguel Ángel Campano, Dis Berlín, ecc. Tutti appartenenti alla fine degli anni settanta e che hanno contribuito alla formazione del regista in tutti i sensi. È la settima partecipazione in concorso per Pedro Almodovar, premio della regia nel 1999 per Tutto su mia madre e nel 2006 Premio della Miglior sceneggiatura con Volver.
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