Consiglio europeo. Riserva dell’Italia di Conte e dei grillo-leghisti sul documento finale. Non firma se il capitolo sui migranti non “soddisferà le richieste italiane”

Consiglio europeo. Riserva dell’Italia di Conte e dei grillo-leghisti sul documento finale. Non firma se il capitolo sui migranti non “soddisferà le richieste italiane”

La conferenza stampa di Juncker e Tusk, prevista al termine della prima parte del Consiglio europeo, è stata cancellata perché “uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni”, quindi “non c’è stato accordo sulle conclusioni”. E’ quanto fa sapere il portavoce del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk precisando che l’incontro con la stampa si terrà domani al termine della seconda giornata del vertice. “Il Consiglio europeo ha avuto uno scambio di vedute con il presidente del Parlamento Ue Tajani e il segretario generale della Nato Stoltenberg, nonché discussioni su sicurezza, difesa, lavoro, crescita, competitività, innovazione digitale e allargamento. Visto che uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni, non ne sono state adottate a questo punto”, fa sapere il portavoce. “Per questo, la conferenza stampa dei rappresentanti delle istituzioni Ue è stata cancellata e avrà luogo domani alla fine dell’Eurosummit”, conclude.

Le condizioni poste da Conte al Consiglio europeo: “se non fate come diciamo sui migranti, non firmiamo”

 Un accordo di massima sulle conclusioni del Vertice Ue incasserà l’assenso dell’Italia solo quando si sarà discusso il capitolo sui migranti e se su questo punto ci sarà un’intesa. Lo si apprende da fonti italiane, che escludono la possibilità che il capitolo sull’immigrazione sia stralciato dal documento conclusivo. La firma dell’Italia in calce alle conclusioni ci sarà, quindi, solo se il capitolo sui migranti sarà incluso e soddisferà le richieste italiane. L’Italia non accetterebbe la proposta francese di creare degli hotspot di nuova generazione su territorio italiano sul modello della Grecia nel 2016. E’ quanto si apprende da fonti italiane a margine del Vertice Ue di Bruxelles. Fonti dell’Eliseo poco fa hanno fatto filtrare che Parigi avrebbe potuto mettere sul tavolo questa ipotesi. Secondo la Francia il governo italiano avrebbe potuto accettare la proposta perché finanziata con fondi Ue. Alle proteste dei partecipanti al Consiglio, abituati a procedere per parti successive dando per scontato il consenso sui diversi capitoli del testo a meno di una esplicita opposizione, Conte ha risposto rivendicando di essere professore di diritto, e sottolineando che le conclusioni del Consiglio europeo hanno un solo numero di protocollo e sono dunque da considerare come un documento unico. “Lei è un professore di diritto, e io ero un saldatore in una cittadina del Nord della Svezia, ma so che lei non si sta comportando in modo appropriato”. E’ che quello che avrebbe detto, secondo una fonte svedese, il premier della Svezia Stefan Löfven, durante il Consiglio europeo in corso a Bruxelles, quando il primo minisro italiano Giuseppe Conte ha bloccato la chiusura della prima parte delle conclusioni del vertice.

Le conseguenze politiche del veto italiano

Che cosa significa la minaccia di un “veto” italiano al Consiglio europeo in corso a Bruxelles, nel caso in cui le conclusioni dei vertice non tengano in alcun conto le posizioni e le richieste italiane? Sostanzialmente, se la bozza delle conclusioni non conterrà alcuna menzione del principio sostenuto dall’Italia, secondo cui la gestione dei migranti soccorsi è “responsabilità condivisa” di tutti gli Stati membri (e non solo del paese di sbarco), il premier Giuseppe Conte si opporrà alla sua approvazione. E siccome le conclusioni del Consiglio europeo devono essere prese “per consenso”, e dunque essere unanimi, l’opposizione di uno Stato membro le farebbe venir meno. A questo punto, potrebbero esserci solo delle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo, che non impegnano i leader e non danno indicazioni né alla Commissione né ai ministri degli Stati membri in Consiglio Ue. Non si tratta di una ipotesi solo di scuola: ad esempio, non più tardi di tre mesi fa, nel marzo scorso, la Polonia si oppose alle conclusioni del vertice Ue per polemica contro la riconferma, a maggioranza qualificata e con il voto contrario della premier Beate Szydlo, del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, anche lui polacco. E la presidenza, cioè lo stesso Tusk, dovette pubblicare delle conclusioni proprie.

Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere Italia: “presidente Conte, quante vittime nel Mediterraneo ancora per calcolo politico?”

“Presidente Conte, se questa è davvero l’idea di Europa che il suo governo intende proporre, il cambiamento da lei spesso evocato assomiglia a vecchie politiche, ciniche e fallimentari”, afferma il presidente di Msf Italia Claudia Lodesani sottolineando come gli accordi di relocation sono “incompiuti”, il sistema di soccorso in mare “è ridotto ai minimi termini, i porti e i confini dell’Ue sono ormai praticamente sbarrati” e le Ong vittime di “attacchi inauditi basati su becere menzogne e irresponsabili strumentalizzazioni”. Nella “colpevole inazione dei governi e delle istituzioni europee, dal 2014 sono morte più di 16 mila persone nel Mar Mediterraneo, 200 nell’ultima settimana – aggiunge Lodesani – Quante persone ancora dovranno essere preda di trafficanti senza scrupoli in Libia o perdere la vita attraversando il Mediterraneo, quante ancora dovranno restare bloccate in mare per giorni o respinte nell’inferno da cui sono fuggite, prima che l’Italia e l’Europa tornino ad anteporre la vita delle persone al calcolo politico?”

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