
Alle 23 l’affluenza finale è stata pari al 49,63 per cento. Si sono recati alle urne (1.368 sezioni su 1.369) 549.069 elettori su un totale di 1.107.415 aventi diritto.
Seggi aperti domenica 29 aprile in Friuli Venezia Giulia per il rinnovo degli organi regionali. Sono 1.107.425 – 535.318 uomini e 572.107 donne – gli aventi diritto di voto. Di questi, 156.166 sono iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. Nella circoscrizione di Trieste, secondo i dati diffusi dalla Regione, saranno chiamate ad eleggere Consiglio e Presidente della Regione 212.168 persone; in quella di Gorizia 118.817, a Udine 410.617, a Tolmezzo 82.220 e a Pordenone 283.603. In totale, saranno 1.369 le sezioni aperte. Alla consultazione regionale parteciperanno per la prima volta anche gli elettori del comune di Sappada – 1.211 gli aventi diritto di voto – entrato a far parte della regione Friuli Venezia Giulia alla fine del 2017.
I seggi rimarranno aperti dalle 7 alle 23, mentre gli scrutini cominceranno alle 8 del giorno successivo.
Gli elettori di quattro comuni si esprimeranno poi su due referendum consultivi per la costituzione di due nuovi municipi: quello di Aquileia, che nascerebbe dalla fusione di Aquileia e Terzo di Aquileia, e quello di Villa Raveo, dalla fusione di Raveo e Villa Santina. Gli elettori interessati alla consultazione, in base ai dati del blocco liste, sono 7.774, di cui 5.238 nei Comuni di Aquileia (2.838) e Terzo di Aquileia (2.400) e 2.536 nei Comuni di Raveo (462) e Villa Santina (2.074).
Le ultime consultazioni regionali si sono tenute il 21 e 22 aprile 2013: dei 1.099.334 aventi diritto al voto, si erano recati alle urne in 554.943, pari al 50,48%.
Dunque poche ore ancora, e si apriranno le urne per il voto che porterà al rinnovo del Consiglio regionale in Friuli Venezia Giulia. Contemporaneamente si eleggeranno i consigli e i sindaci di 19 comuni fra i quali quello di Udine e per la prima volta gli elettori del comune di Sappada, passato dal Veneto al Friuli il 1 gennaio, voteranno per eleggere il consiglio e il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia. Il risultato di queste elezioni, a meno di un miracolo nei territori, non porterà buone notizie alla coalizione uscente di centrosinistra, cosa scontata, visto come si è arrivati al voto. Evidenti le tante lacune e i tanti errori nell’azione del governo guidato da Debora Serracchiani. La vittoria nel 2013 della Serracchiani, infatti, non fu la risultante di un percorso o progetto politico ma quella di un moto di ribellismo. C’è poi da considerare come la stessa Serracchiani abbia condotto in porto la Legislatura in una sorta di completa assenza nel rapporto con gli elettori. Era quindi evidente la sua non opportunità a ricandidarsi e così è stato. La presidenza Serracchiani nell’arco di questa legislatura ha creato notevole scontento tra gli elettori di centrosinistra, e nell’elettorato in generale, sia per la qualità delle scelte che per le non scelte, per quello che non è stato fatto per l’autonomia della regione nonché per l’inconsistenza e mancanza di lungimiranza politica.
Nel 2018, la coalizione del centrosinistra si è arricchita, ma solo in ‘zona Cesarini’ del contributo, anche se parziale, delle forze politiche a sinistra del Pd. Una lista unitaria delle componenti che non si riconoscono nel Partito Democratico sarà della coalizione. Ma non tutti hanno accettato di correre al fianco dell’attuale candidato presidente Bolzonello. Leu si è divisa e non presenterà alcuna lista. Una parte invece sosterrà il vicepresidente uscente, con la lista Open-Sinistra Fvg animata dal sindaco di Udine, Furio Honsell che fa sapere come con questa scelta “si è realizzato quel progetto unitario a sinistra che nessuno in Italia ha saputo realizzare – se non nel Lazio con Zingaretti. Oggi in Friuli Venezia Giulia l’obiettivo è stato comunemente raggiunto, anche alla luce delle ultime politiche. È un progetto che va al di là della lista per le regionali poichè contiene il vero seme di una sinistra vicina ai cittadini: siamo partiti dal civismo perchè al centro di una politica di sinistra devono stare un pensiero e un’azione che partano dalla realtà concreta delle esperienze nei territori”. Il Pd, tuttavia, con quello che di fatto deve considerarsi come l’abbandono della presidente Serracchiani, non ha creato le condizioni per dare continuità all’opera della giunta, ma ha generato la sensazione di una fuga, e di una vera e propria resa politica. Bolzonello, infatti, ha garantito, tra mille difficoltà, la sopravvivenza dell’azione di governo nella regione, vista la completa assenza del governatore uscente per evidenti impegni a Roma.
Tutti i candidati in pista per la poltrona di governatore
I candidati alla presidenza sono: per il centrosinistra proprio il vicepresidente uscente Sergio Bolzonello; Massimiliano Fedriga per il centrodestra; per M5S Alessandro Fraleoni Morgera; e Sergio Cecotti con la lista Patto per l’Autonomia. Molti punti dei programmi coincidono, non hanno differenze sostanziali mentre differiscono per ampiezza e qualità. In particolare, quello del Pd è strutturato in due parti con 17 punti, mentre 10 sono i punti che propone il centrodestra, e cinque il M5S, mentre i Movimenti autonomisti si propongono con un ampio progetto di rinnovamento regionale. I punti ricorrenti dei programmi sono lavoro, salute, istruzione, cultura, turismo, ambiente, energia, trasporti, bilancio, enti locali, ma le differenze stanno nei progetti politici, nei modi di vedere e dare risposte ai problemi che comunque andranno affrontati, con ottica autonomistica, all’interno di una visione nazionale ed europea la quale va rivista e aggiornata.
Chi sono i candidati presidenti
Sergio Bolzonello e Massimiliano Fedriga provengono da una lunga esperienza politica e amministrativa. Bolzonello, vicepresidente dal 25 aprile 2013 del Friuli-Venezia Giulia, a ventotto anni viene eletto in Consiglio Comunale, nel 2001 crea la lista civica “Il Fiume” che, in coalizione con i DS e La Margherita lo candid a sindaco di Pordenone nelle elezioni amministrative del 2001 alle quali vince al ballottaggio con il 58,4% e nel 2006 viene riconfermato al primo turno con il 64,5%. Alle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia del 2013 viene nominato vicepresidente e assessore alle attività produttive, turismo e cooperazione. Bolzonello nel 2018, con l’abbandono della Serracchiani, presenta la propria candidatura alla presidenza sostenuto dalle liste: Bolzonello dal PD, Cittadini per Bolzonello Presidente, Open Sinistra FVG di Furio Honsel sindaco uscente di Udine e dalla lista Slovenska Skupnost espressione della minoranza slovena. Massimiliano Fedriga, candidato della Lega Nord è appoggiato da tutto il centrodestra: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Autonomia Responsabile e Progetto FVG. Fedriga, laureatosi in Scienze della comunicazione, iscritto alla Lega Nord nel 1995 è diventato membro del Consiglio Nazionale. Dal 2003 segretario provinciale della Lega, eletto alla Camera, è capogruppo per la Lega nell’XI commissione permanente ed è vice-capogruppo della Lega alla Camera dei deputati. È stato candidato alla carica di sindaco di Trieste. Riconfermato deputato diventa membro del Consiglio direttivo del gruppo della Lega alla Camera dei Deputati. È convinto oppositore della legge sullo ius soli per la quale verrà sanzionato con la sospensione dai lavori parlamentari dell’Aula di Montecitorio. Alessandro Fraleoni Morgera per il Movimento 5 Stelle come tradizione si presenta senza alleanze. I consensi alle elezioni locali solitamente si abbassano notevolmente, per cui il posizionamento come secondo potrebbe venire insidiato dalla coalizione di centrosinistra. Fraleoni Morgera è un ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. Avvicinatosi nel 2009 alla politica con Alleanza Nazionale a Bologna, nel 2012 passa al Movimento il quale lo presenterà a Trieste alle comunali del 2016. Sergio Cecotti è professore di Fisica, si è laureato all’Università di Pisa e prosegue la carriera nell’insegnamento universitario, tra le varie collaborazioni vi è quella svolta al Centro Europeo Ricerche Nucleari (Cern) di Ginevra con il premio Nobel Carlo Rubbia. Attualmente è professore associato in Teoria quantistica dei campi alla SISSA di Trieste, istituto post-universitario internazionale di alta specializzazione, ed è ricercatore all’Università di Pisa con all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche. Cecotti ha militato nel Movimento Friuli. Iscritto alla Lega Nord nel 1993, eletto in consiglio regionale nelle file del Carroccio, è sindaco autonomista di Udine sostenuto da Lega-Verdi-autonomisti. Nel 2003 si dimette da sindaco in aperta polemica con le imposizioni romane della Casa delle Libertà. Dopo la rottura verrà rieletto sempre a Udine, con la lista Convergenza per Cecotti, più altre liste di centro-sinistra. Sarà Presidente dell’Assemblea delle autonomie locali. In questa tornata elettorale regionale è il candidato presidente per il movimento con la lista Patto per l’Autonomia.
L’ultimo voto alle Politiche del 4 marzo
Il 4 marzo nei collegi proporzionali alla Camera si ebbero le seguenti percentuali: Coalizione Centrodestra 42,97% (Lega 25,80, Forza Italia 10,67, Fratelli d’Italia 5,31, Noi con l’Italia-UDC 1,18); M5S 24,56; Coalizione Centrosinistra 23,07 (PD 18,73, +Europa 3,41, Italia Europa insieme 0,49, Civica popolare Lorenzin 0,42); Liberi e Uguali 3,20; Casa Pound 1,27; Patto per l’autonomia 1,02; Altri 4,01.