
Nel marzo del 1968 nasceva con un provvedimento legislativo, la scuola dell’infanzia statale. Pedagogisti di tutto il mondo studiano da allora le peculiarità di questo segmento della scuola pubblica italiana sottratto 50 anni fa al contesto dei servizi all’infanzia. È una riforma nata dal basso, e le maestre e i maestri della scuola dell’infanzia statale hanno saputo sperimentare nel corso del tempo percorsi didattici che sarebbero stati recepiti da una legislazione rispettosa delle loro professionalità.
Il Decreto legislativo 65 del 2017 sul sistema integrato 0-6 avrebbe potuto avvantaggiarsi della straordinaria esperienza della scuola dell’infanzia pubblica, estendendone i benefici al segmento 0-3 anni. Ad oggi non solo non c’è niente di tutto questo, ma restano del tutto irrisolti importanti nodi legati all’espansione del modello pedagogico didattico della scuola dell’infanzia:
- generalizzazione delle scuole dell’infanzia,
- estensione del tempo normale cioè delle 8 ore rispettose dei tempi di apprendimento, garantendo i livelli essenziali delle prestazioni (LEP),
- attribuzione del potenziamento didattico, già dato agli altri ordini di scuola che consentirebbe di mettere al sicuro il modello pedagogico didattico legato alla compresenza,
- diminuzione del numero delle bambine e dei bambini per classe, assegnando gli anticipi alle sezioni primavera,
- stabilizzazione del precariato storico, legando l’investimento alla qualità didattica.
Oggi, 50 anni dopo, le ritualità celebrative proposte dal Ministero dell’Istruzione non sono che un atto dovuto nei confronti della scuola dell’infanzia. Al contrario, la FLC CGIL è convinta che esse debbano essere accompagnate ad azioni che in modo concreto riattualizzino i 50 anni appena passati.
Infine, la FLC CGIL chiede al nuovo Parlamento l’impegno per un serio investimento politico e finanziario nella scuola dell’infanzia, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese, valido argine alla crescita delle disuguaglianze e decisivo per lo sviluppo complessivo delle nuove generazioni future.
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