
“Roma non è una città insicura. Se la compariamo a grandi metropoli, gli indici di delittuosità la collocano ancora nella parte bassa del tabellone”. E’ quanto ha detto il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se Roma fosse ancora una città sicura, a margine dell’intitolazione del palazzetto dello sport delle Fiamme oro al campione di lotta libera, morto durante un incontro, Aurelio Santoro. Una presa di posizione che vale più di ogni altra considerazione ed analisi resa pubblica nei giorni scorsi, visto che il capo della Polizia, ha, sulla sua scrivania, tutte le carte, per affermarlo.
“E’ ovvio – ha proseguito Gabrielli – che per chi ha compiti di responsabilità il tema della percezione di sicurezza va ben al di là delle statistiche. Dobbiamo intercettare tutto quello che serve perché i cittadini si sentano al sicuro. Noi facciamo la nostra parte. E’ ovvio che su questo tema però, devono concorrere anche altri soggetti: quando ero prefetto di Roma ho sempre favorito iniziative che permettessero ai cittadini di riappropriarsi del territorio, come gli orti urbani”. “Perché i cittadini che si ritraggono dal territorio lasciano ampi spazi a tutto quello che può incidere sulla percezione di sicurezza come degrado e occupazioni abusive” ha concluso il capo della Polizia.
“Non ritengo Roma una città insicura, ma una città dove tutti insieme dobbiamo fare un lavoro per far percepire alla gente la sicurezza. In questo un ruolo fondamentale ce l’ha l’informazione”. Così il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli. Gabrielli ha poi spiegato: “C’è un atteggiamento per il quale alcuni fenomeni esistono non in quanto tali, ma perché ricadono nel cono di luce di una certa sottolineatura mediatica: sembra che questo sia ciclicamente il paese degli stupri degli omicidi, poi nelle statistiche non appare così rappresentato”. Facendo l’esempio della vicenda della tedesca di 57 anni violentata a Villa Borghese nella notte di lunedì, Gabrielli ha detto: “Se sparo la notizia di una turista tedesca stuprata, è ovvio che la percezione che si ha all’esterno è di assoluta gravità, ma la storia non è proprio così: stiamo parlando di una persona che viveva in condizione di degrado e marginalità, una cosa seria, ma che non può essere contrabbandata con il livello di una città completamente allo sbando. Lo dico con la cautela e il rischio di essere frainteso”.
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