Bankitalia. Visco al governo: ripresa deludente, si deve fare di più. UE così com’è non va. Difende la Vigilanza ed è contestato dai Consumatori: “È l’assemblea dei funerali del risparmio”

Bankitalia. Visco al governo: ripresa deludente, si deve fare di più. UE così com’è non va. Difende la Vigilanza ed è contestato dai Consumatori: “È l’assemblea dei funerali del risparmio”

L’assemblea della Banca d’Italia è, da sempre, un momento importante per misurare la temperatura del nostro Paese. Così è stato anche questa volta. Non si trattava però della tradizionale assemblea che si è già tenuta il 28 maggio esaminando e approvando il bilancio. Con il nuovo Statuto è avvenuta una “separazione” fra la relazione annuale e l’assemblea dei partecipanti. Dal prossimo anno si terrà entro marzo unificando la data di approvazione di tutte le banche centrali dell’area euro e la relazione annuale, le “considerazioni finali” del governatore. Non è un particolare di poco conto. Nella relazione, Visco ha riservato una parte importante all’Unione europea. La critica è stata forte, forse l’elemento più significativo della relazione in linea con Banca centrale europea, presidente Mario Draghi. L’Europa dice Visco così non va. Fa un richiamo alla Brexit, ai pericoli che l’Unione corre e chiede “un salto di qualità” rispetto a una costruzione che oggi “è irregolare, incompleta” e va “integrata con gli elementi mancanti”, per procedere a “un’autentica unione economica e monetaria”. Ricorda i valori indicati da Altiero Spinelli, nel trentennale della morte, e le sue parole su un’unione che “spezzi le autarchie economiche” e superi le divisioni interne. Respinge l’Europa dei muri, perché, dice, “tenere le minacce fuori dall’uscio di casa tornando a erigere barriere nazionali ha ben poche probabilità di riuscita; causa danni certi e ingenti”.

 Come i suoi predecessori ha tenuto una relazione “felpata”. Non lanciano proclami i Governatori, lasciano capire, chi vuole intendere, i ministri in particolare, i presidenti dei Consigli che ascoltano in lontananza. Così è stato anche questa volta. Visco ha svolto le “considerazioni finali”, in una situazione più difficile che nel passato. Uno “spettro” ai aggirava  a Palazzo Koch, quello delle quattro banche fallite, delle critiche a Bankitalia sulla Vigilanza sull’operato degli istituti di credito, più in generale sulla situazione di difficoltà del settore del credito.

Protestano  Federconsumatori e Adusbef: “Colpite  migliaia di famiglie e interi territori”

Lo “spettro” si è materializzato con la protesta di Federconsumatori, Adusbef, e i creditori dei quattro Istituti davanti alla sede di Bankitalia. Ci sono i presidenti, Trefiletti e Lannutti, uomini sandwich. “È l’assemblea dei fallimenti, l’assemblea dei funerali del risparmio. Chiediamo con grande forza che, a fronte di una vigilanza oscena qualcuno esca di scena”, affermano i due presidenti. “La mancata vigilanza ha depauperato centinaia, migliaia di famiglie e interi territori del paese. A casa!”, firmato Rosario Trefiletti. “È  l’assemblea dei fallimenti, l’assemblea dei funerali del risparmio perché quasi tutte le banche sono sull’orlo del baratro. È l’assemblea dei funerali del risparmio”, firmato Elio Lannutti.

E veniamo ai contenuti più rilevanti della relazione annuale partendo dalla situazione economica del nostro paese. Visco dice e non dice. “L’economia italiana – afferma – è tornata per la prima volta a crescere dall’avvio della crisi del debito sovrano”. Subito dopo fa presente che “l’attività economica rimane però lontana dai livelli precedenti la crisi; è soggetta alle stesse incognite che gravano sull’economia globale ed europea”.  “La ripresa – prosegue – è ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per l’Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia. Si deve, e si può, fare di più”. Parla della domanda di lavoro “tornata a crescere”. Più che per “la nuova disciplina dei rapporti di lavoro”, il jobs act, per la “misura a oggi più ampia degli sgravi contributivi”.

La disoccupazione resta troppo alta. Cresce il divario fra Nord e Mezzogiorno

Parla di espansione dell’occupazione “estesa alle assunzioni a tempo indeterminato anche al Mezzogiorno”. Ma  subito afferma che “la disoccupazione resta troppo alta”, quella dei giovani in particolare. E per il Sud il divario con il resto del Paese si sta aggravando ulteriormente.  Si rivolge al governo e alla Unione europea  e dà una bacchettata: “Per una ripresa più rapida e duratura – ha affermato il  Governatore – è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti”, ed è importante anche “un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro”. Ha chiesto  di “rafforzare gli incentivi per l’innovazione e sostenere i redditi dei meno abbienti, particolarmente colpiti dalla crisi. Se i margini di bilancio sono oggi limitati, ha rilevato, è però “possibile programmare l’attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio”. Investimenti pubblici, sgravi fiscali sul lavoro, non sulla sola impresa come nelle politiche del governo di Renzi e della Unione europea. Insiste sugli investimenti pubblici e parla di “quell’Unione europea che è rimasta a metà, soggetta a formidabili tensioni e a situazioni di vulnerabilità dinanzi a shock di ampia portata, ma anche davanti a eventi di piccola entità, frenata tanto da un approccio rigido sul ruolo degli investimenti pubblici per la ripresa economica quanto da interpretazioni inevitabilmente discrezionali” sulle regole di finanza pubblica, preda di “timori e pregiudizi che si credevano sepolti”. A Renzi che si crede il “mattatore” delle scelte europee devono essere fischiate le orecchie.

La produttività delle imprese: innovazione, investimenti, mercato dei capitali

Affrontando un argomento molto delicato, quello della produttività delle imprese delude chi attendeva  quello che ormai è un ritornello per Confindustria e governo: la fine della contrattazione nazionale. Non dice una parola in questo senso. Visco parla di politica monetaria che offre condizioni “molto favorevoli, da cogliere per intervenire ancora con riforme di struttura, necessarie per rilanciare l’attività d’impresa e creare maggiori, e migliori, opportunità di lavoro, in particolare per i giovani. Bisogna puntare a riportare la produttività delle imprese, dell’economia nel suo complesso, su un sentiero di crescita solido e stabile: l’innovazione, l’investimento devono beneficiare di un ambiente che li favorisca e li premi. Un mercato dei capitali – afferma – più aperto, anche grazie a progressi tangibili sul fronte europeo, a cui possano affacciarsi imprese che oggi non emettono capitale di rischio e obbligazioni, costituisce un obiettivo da non mancare”.

Il ruolo del sistema bancario. I crediti deteriorati  problema da non sovrastimare

Affrontando l’argomento più insidioso, lo stato e il ruolo del sistema bancario, la vicenda delle quattro banche fallite, difende a spada tratta l’operato di Bankitalia nel suo ruolo di Vigilanza. “Deve muoversi – dice – in un contesto di autonomia imprenditoriale delle banche. L’autorità di vigilanza non può sostituirsi sistematicamente nelle loro scelte gestionali. Non dà risposte convincenti alle organizzazioni dei consumatori, a coloro che hanno perso tutto quanto avevano investito, così come sulla solidità del sistema”. Si limita a dire che le banche popolari e banche di credito cooperativo devono attuare velocemente le riforme varate dal governo. Afferma poi che  “la massa di crediti deteriorati delle banche sono un problema, ma non va sovrastimato”. Avverte l’esigenza forte di  intervenire sui costi, inclusi quelli per il personale, “agendo sulla qualità e quantità degli organici in maniera coerente con gli sviluppi del mercato e della tecnologia”. Il modello di attività “va ancora adeguato, proseguendo nella riduzione degli sportelli”. Per le banche ridurli deve diventare “un obiettivo strategico”. Trova già risposte critiche da parte dei sindacati del settore.

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