
Non basta far visita a Ventotene e rendere omaggio ad Altiero Spinelli. Non basta citare quel “Progetto di manifesto per un’Europa libera e unita” che ha segnato la cultura e la politica, animando un dibattito, in primo luogo fra le forze progressiste, sul futuro dell’Europa, sull’unità europea. Renzi Matteo, forse dovevano informarlo, poteva ricordare che quel “manifesto” portava anche le firme di Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann, che era stato pubblicato da Eugenio Colorni che ne aveva scritto la prefazione, poi ciclostilato lo aveva fatto circolare nel mondo della clandestinità degli antifascisti. Dice Laura Boldrini, intervistata da Eugenio Scalfari: “Sono contenta che Renzi sia stato a Ventotene. Spero tuttavia che abbia ben chiaro che Spinelli voleva un’Europa federata e non confederata. Finora la politica italiana non ha manifestato e fatto proprio questo obiettivo”.
Gli scriba censurano il Commissario Moscovici per non urtare il nostro premier
Non sappiamo se l’inquilino di Palazzo Chigi abbia letto il “Manifesto”. Se lo ha letto è ancora più grave che la sua “visione”, il futuro del vecchio continente, sia legato ad uno “zero virgola”, proprio quello che lui rimprovera ai Commissari che stanno a Bruxelles contro i quali lancia ogni giorno i suoi strali. In questa opera trova compiacenti giornali e altrettanto compiacenti scriba che ormai hanno superato sé stessi in un’opera di disinformazione che non trova precedenti. Siamo arrivati al limite della decenza. Anzi lo abbiamo superato. Facciamo due esempi, senza citare le testate per rispetto nei confronti dei lettori truffati, reato di falsa informazione. Primo esempio: il Commissario per gli affari economici della Ue, Pierre Moscovici, smaschera le smargiassate di Renzi Matteo, risponde in modo pacato all’offensiva giornaliera del nostro premier, dimostra che l’Italia non è stata trattata a pesci in faccia. C’è un giornale che censura Moscovici, neppure una frase. Altro esempio: “Le ultime previsioni della Commissione europea – scrive il quotidiano – mostrano come i recenti sforzi da parte del governo diano i loro frutti ma che i gravi squilibri dell’economia italiana continuano a perdurare”. Sarebbe interessante conoscere quali siano i “frutti”, visto che tutti i dati economici relativi all’oggi e al domani del nostro Paese sono negativi. Allo stato nella graduatoria dei 28 paesi della Ue siamo penultimi, peggio di noi sta la Finlandia.
Nel 2017 conquisteremo la maglia nera fra i paesi della Ue
Nel 2017 conquisteremo la maglia nera. Rischiamo l’apertura della procedura di infrazione e se per il 2016 forse ce la caviamo per il rotto della cuffia, Renzi e Padoan dovrebbero sapere che ad aprile dobbiamo presentare il Def, Documento di economia e finanza, per il 2017. Si incrociano le strade del documento 2016 che solo a maggio, come prevedono i regolamenti, la Commissione dirà se è approvato oppure se ha bisogno di aggiustamenti con quella del nuovo Def. In parole povere si tratta di preparare il documento programmatico al buio. Di mezzo ci sono le clausole di salvaguardia da rispettare altrimenti bruceremo 35 miliardi, una multa per gli anni 2017-2018. Ma Renzi assicura che tutto andrà per il meglio, magari pensando ad anticipare le elezioni politiche e lasciare il debito ai successori.
La cosa che rende ancor più ridicolo il tentativo di alcuni media che contano,per non parlare dei tg , Rai in testa, di non urtare il capo del governo che incita i suoi uomini a minacciare licenziamenti vedi il “caso“ Giannini, conduttore di Ballarò è data dal fatto che editorialisti e commentatori non se la sentono di nascondere la realtà. I loro commenti sono tutti nel segno della preoccupazione, non se la sentono di partecipare alla guerra privata di Renzi, Padoan contro Junker e Moscovici. Il problema Europa ha dimensioni ben più ampie di uno “ zero virgola”. Non sarà con uno 0,2 di flessibilità che si risolvono i nostri problemi.
Laura Boldrini: L’ Europa è a pezzi, il sogno europea si dissolverà
Si torna così al manifesto di Ventotene, gli Stati uniti di Europa si stanno sempre più allontanando. La crisi del vecchio continente appare ogni giorno nella sua drammaticità,il rischio di una deflagrazione, di uno schianto, di un drammatico tutti a casa è sempre più evidente. L’Europa è a pezzi, dice Laura Boldrini, a EugenioScalfari. “ Prevedo-afferma-che se questo futuro non sarà sostituito da un’opinione pubblica di tutt’altra intonazione,il sogno europeo si dissolverà”.
Pessimismo? No, di certo. Elenchiamo il referendum in Gran Bretagna. Se, cosa possibile vincono coloro che votano “no” a questa Europa, la Scozia per il sì, potrebbe separarsi. Un “no” avrebbe effetti su paesi dove lo scetticismo si pesa a chili, leggi nord Europa, con la Svezia che respinge i migranti, spinte nazionalisti si registrano in Spagna, Portogallo, in Francia il successo di Marine Le Pen, la violazione delle regole democratiche da parte di Ungheria e Polonia, un’ Europa sempre più balcanizzata, con Austria e Danimarca che chiudono le frontiere. Migrazione che non si arresterà con queste misure circa 20 milioni sono le persone che fuggiranno dalle guerre, dalla fame, dalla mancanza di libertà, da paesi retti da tiranni. Altro che “zero virgola” serve un progetto per una nuova Europa, che apra la strada alla realizzazione del sogno di Ventotene.
La “battaglia” italiana dello “ zero virgola” nel solco della politica conservatrice
La battaglia privata, la guerra del ragazzo di Rignano si muove nel solco della vecchia, fallimentare politica, voluta dal ministro tedesco Schauble, dalla Bundesbank, subita dal Partito socialista europea. Una politica che ha fatto pagare ai ceti più deboli le ricorrenti crisi. L’impresa in cima ai pensieri dei governanti, il lavoro, i lavoratori tornati,se mai ne fossero usciti, ad essere merce. Stracciati i valori che si chiamano libertà, uguaglianza, fraternità, -ricorda Scalfari nell’intervista alla Boldrini- grandi valori della Rivoluzione e del Risorgimento italiano al centro della nostra Costituzione repubblicana. Renzi invece si muove entro il recinto tracciato dalla Germania.La sua “ riforma” lodata dal ministro Schauble, si chiama “ Job act”. Così non si va da nessuna parte. O meglio si va a sbattere.
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