Costituzione lesionata. “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. No, ministra Boschi non è stata una “bellissima giornata”.

Costituzione lesionata. “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. No, ministra Boschi non è stata una “bellissima giornata”.

Hanno ferito profondamente  la Costituzione, una lesione che sarà difficile riparare. Ci vorrà il voto del popolo per restituire  limpidezza cristallina alla Carta che nasce dalla lotta antifascista, dalla  Resistenza e detta i principi del nostro stare insieme. Ci vorrà la costruzione di un grande movimento di massa per tornare ai valori stracciati dal voto prima della Camera e ora del Senato. È vero che ora ci vorranno altri due passaggi a Montecitorio e Palazzo Madama, distanti tre mesi l’uno dall’altro, poi, forse, sarà chiamata a pronunciarsi la Corte Costituzionale e infine, appunto il referendum. Ma non c’è tempo da perdere. La “banda Bassotti” ha colpito duro ed ora grida vittoria. Renzi e Boschi esultano, dicono al termine della votazione che ha approvato il disegno di legge con 179 voti sì, 16 contrari e 7 astenuti (Mineo, Casson, Tocci, minoranza Pd hanno votato contro, la senatrice a vita  Cattaneo di Autonomia  si è astenuta, alcuni forza italioti hanno votato a favore,  unendosi ai verdiniani), “è stata una giornata bellissima”. Una immagine di questa “bellezza” la fornisce Corradino Mineo quando afferma che “i taxi che trasportano parlamentari da un lato all’altro dell’emiciclo hanno un nome, si chiamano: trasformismo”.

Zanda: “Ora le cancellerie e i mercati sanno che manteniamo i nostri impegni”. La Carta in vendita

L’ascolto del  capogruppo del Pd,il senatore Zanda, rende ancora più triste questa grigia giornata autunnale.  Con un discorso di tronfia retorica come si usava in altre epoche che ritenevamo scomparse per sempre, cancellate dalla Costituzione, afferma, che “da molti anni sempre più spesso, in troppi (chi? ndr) hanno perso di vista la ragione principale per la quale siamo stati eletti. Che è quella di lavorare per l’Italia, non quella di pensare solo alla nostra parte o di boicottare ogni proposta che non sia la propria! In una parola, abbiamo perso il senso del dovere”. Quel “boicottare ogni proposta che non sia la propria” ricorda  da vicino il Renzi che si rivolge, arrogante, alla minoranza del Pd. Non contento il senatore richiama addirittura Aldo Moro che si rivolterà nella tomba visto l’alto senso dello Stato che anima questi piccoli uomini e piccole donne.

Il capogruppo Pd come Arlecchino si confessa, ma non è uno scherzo

 In realtà, come si dice, Arlecchino, ci scusi la furba maschera, se lo mettiamo in relazione con il capogruppo Pd, si confessa. Dice sempre Zanda: “L’Italia è entrata in una fase nuova nella quale le cancellerie e i mercati sanno che ai nostri impegni seguono le decisioni e alle decisioni seguono i fatti. Questo è il punto. Col nostro voto diciamo all’Europa che la più importante delle nostre riforme, quella del bicameralismo, verrà alla luce sul serio!”.  “Questa nostra serietà avrà effetti rilevanti già nella legge di stabilità, liberando non meno di otto miliardi a favore dello sviluppo e dell’occupazione”.

 Nessun commento, la Costituzione valutata in miliardi. Verrebbe voglia di dire “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”, le parole di Gesù dall’alto della Croce. In una splendida omelia è stato detto, di recente “altroché se lo sapevano. Ma Gesù che ha sempre conosciuto il fondo del cuore umano, sapeva che i piccoli e poveri uomini erano guidati da una mano oscura (quella del Male) che li faceva agire, tenebre, buio, notte”.

I verdiniani: la riforma nel solco di una politica di centrodestra portata avanti da venti anni

No, non è stata una bellissima giornata. Ascoltare l’intervento dell’ignoto senatore Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, in parole povere la truppa di assaltatori guidata dal plurinquisito Verdini fa male al cuore e alla mente, una umiliazione per i Democratici di cui è alleato e lo fa pesare. “Il nostro voto favorevole  non è né un’invasione di campo né un’intrusione in qualche giardino altrui, ma semplicemente una manifestazione di coerenza, perché questa riforma non solo l’abbiamo già votata un anno fa, ma abbiamo anche contribuito a scriverla, nel solco di una politica che il centrodestra ha portato avanti per vent’anni ma che poi ha inspiegabilmente deciso di ripudiare“. Il  solco di una politica di centro destra , appunto, rivendicato da Verdini dovrebbe far riflettere, non diciamo Renzi, Zanda, Finocchiaro, ma la minoranza del Pd che qualche riflessione potrebbe farla. Malgrado il tentativo di strappare qualche miglioramento, questa legge sposta l’equilibrio fra i poteri dello Stato verso l’esecutivo, ancora peggio l’uomo solo al comando.

Quagliariello (Ncd) minaccia l’alleato Renzi: si chiude una fase della nostra vita politica

 Una riflessione dovrebbe fare anche Renzi Matteo dal momento in cui Gaetano Quagliarello, coordinatore nazionale di Ncd,l’alleato di governo lo minaccia quando afferma: “Oggi onoriamo sostanzialmente l’impegno assunto a inizio legislatura all’atto della rielezione del presidente Napolitano, ma si chiude una fase della nostra vita politica. Per effetto del combinato disposto tra questa riforma e la nuova legge elettorale  la maggioranza del Pd ha ulteriormente sbiadito la logica di coalizione privilegiando la trattativa con la propria minoranza, secondo uno schema di autosufficienza che, grazie anche all’apporto del gruppo Ala, coniuga l’unità del partito con la conquista dell’area del buon senso da delegare direttamente al leader. È evidente che una fase è finita e dalla conseguente riflessione non si dovrebbe sottrarre nessuno”.

In aula solo 202 sentaori al momento del voto .Marcati stretti, non ammesse assenze

No, non è stata una giornata bellissima. Non hanno partecipato al voto, lasciando l’Aula oppure stando in disparte Sel, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord. Su 320 senatori in Aula ce ne erano 202.  I 179 che hanno votato a favore marcati stretti, quelli del Pd, della minoranza in particolare. Non erano ammesse assenze, tutti sull’attenti. La conta preventiva prevedeva 189 voti favorevoli e così è stato. Ma nel segreto dell’urna, quando i senatori si sono espressi liberamente,  i voti con i quali sono stati respinti diversi emendamenti sono stati 142. Non lo è stata quando i senatori del M5S e di Forza Italia sono usciti dall’aula mentre prendeva la parola Giorgio Napolitano, già offeso da  dichiarazioni di Silvio Berlusconi e di Roberto Calderoli.

Mineo: la Bella Addormentata ha bisogno di innovare non di restaurare

In questo clima si inseriva l’intervento di Corradino Mineo, molto duro anche nei confronti della minoranza del Pd di cui lui stesso ha fatto parte firmando gli emendamenti che erano stati presentati da  28 senatori.

Nella sintesi diffusa  dall’Ansa afferma :”Voterò contro per ragioni di metodo e di merito. Il metodo: il Governo non ha consentito alle opposizioni di toccar palla, ha usato una pattuglia di transfughi del centro-destra come arma di pressione per strappare un accordo alla minoranza Pd, poi ha sigillato l’intesa chiudendo a ogni modifica”. Lo annuncia in Aula il “ribelle” del Pd, Corradino Mineo, che anche in questa occasione, prima del voto finale, ribadisce: “La Costituzione non può essere affare di un solo partito”. “E i taxi che trasportano parlamentari da un lato all’altro dell’emiciclo hanno un nome, si chiamano: trasformismo” afferma Mineo secondo il quale “l’intesa raggiunta nel Pd non migliora la riforma, la rende contraddittoria. In un comma dell’articolo 2 si dice che i senatori ‘saranno eletti dai consigli regionali’, in un altro che lo saranno ‘in conformità alle scelte degli elettori. Il principio dell’elezione diretta – osserva Mineo – era fondante della proposta di un Senato delle Garanzie: alla Camera fiducia e leggi di bilancio, al Senato diritti e leggi costituzionali. Ma se Senato delle Autonomie deve essere, meglio allora riformare le Regioni e riunirle in un Bundesrat, dove ciascuna parli con la voce del suo Governo. O sciogliere del tutto il Senato, rafforzando la conferenza Stato-Regioni.

“Avremo un mezzo Senato, un ircocervo che serve per nascondere la riforma vera”

Avremo invece un mezzo Senato, un ircocervo che serve per nascondere la riforma vera, non scritta in Costituzione”. “Da 18 mesi – sostiene Mineo – parliamo di riforma ma non discutiamo della riforma. Perché se ne parlava da 70 anni, ha detto Renzi. Non è dozzinale tutto ciò.  Già nel discorso della Bella Addormentata, pronunciato dopo le primarie, Renzi aveva sostenuto che all’Italia non manca niente, basta liberarla dai rami incantati. Come? Con la politica e facendo quel che s’è detto ma non fatto. Scuola: autonomia. Rai: baraccone. Lavoro: articolo 18. Il Principe azzurro  è un restauratore e pretende che la Bella Addormentata schiuda gli occhi. Non funzionerà. Rischiamo una guerra mondiale, gli immigrati arrivano numerosi, la crisi rimette in gioco sconfitti presunti, come Corbyn e Sanders. Non di restaurare, ha bisogno la Bella e Addormentata, ma di innovare! Servono riforme – conclude Mineo – non narrazione sulle riforme. Basta storytelling e retroscenisti. È l’ora di chiedere il parere degli italiani”.

De Petris. Il senato sarà un dopolavoro per sindaci e consiglieri regionali

Loredana De Petris, annunciando la non partecipazione al voto da parte di Sel, aveva affermato che “questa riforma darà più potere al potere, e meno ai cittadini. Si creerà un governo del premier e il Senato sarà un dopolavoro per i sindaci e i consiglieri comunali. Non è lo spirito costituente dei De Gasperi e dei Calamandrei, ma dei Renzi e dei Verdini”.

Share

Leave a Reply