
Sembra avviato a soluzione il grave problema della messa in sicurezza ambientale dello scalo intercontinentale di Fiumicino. Dopo aver chiesto garanzie sulla reale pericolosità delle sostanze tossiche che ancora sarebbero presenti nei terminal, e che nella giornata di martedì avevano addirittura ipotizzato, per bocca del Presidente dell’Enac, Vito Riggio, la chiusura totale dello scalo aeroportuale, ieri la schiarita, con una nota dello stesso presidente, che avrebbe ricevuto rassicurazioni sulla situazione nella grande infrastruttura: “Sono soddisfatto di questa prima risposta della Asl RmD. Prendo la loro dichiarazione come una rassicurazione che le aree al momento aperte sono in totale sicurezza. Questo ci consente di continuare a lavorare e a garantire la migliore attenzione e assistenza non solo ai passeggeri ma anche a tutti quelli che lavorano al Leonardo Da Vinci”. Con queste parole, Riggio, riporta un minimo di tranquillità e soprattutto di certezze sul futuro prossimo dello scalo romano. Riggio ha poi puntualizzato riferendosi a quanto detto dagli esperti della Asl RmD “al momento non emergono elementi che possano far pensare alla chiusura di ulteriori aree dell’Aeroporto. Abbiamo chiesto ad Adr di certificarci che si sta operando in condizioni di sicurezza – prosegue Riggio – E’ evidente che noi interveniamo come autorità non solo perché siamo i concendenti ma perché per legge abbiamo il compito di garantire il trasporto e la sicurezza oltre a tutelare i diritti dei passeggeri. Sulla sanità invece la competenza è dell’Asl e pare di dedurre, da quanto loro stessi hanno affermato, che le aree sono sicure. Continueremo a chiedere ad Adr di garantire la sicurezza dei lavoratori e del servizio di trasporto aereo che è un servizio pubblico. Mi permetto anche di ricordare che relativamente ai parametri sui quali calcolare la presenza di elementi inquinanti l’unica norma cui fare riferimento è la legislazione italiana sui luoghi di lavori e non i parametri dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il mio auspicio è che si possa utilizzare l’intera struttura prima del 28 luglio, giorno dal quale inizia il picco maggiore dei flussi aerei”.
Cgil, Cisl e Uil avvertono: “Basta con questi balletti di cifre”
E se Riggio, almeno per oggi si concede alla speranza, chiedono certezze i lavoratori dello scalo attraverso i loro rappresentanti sindacali Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Mario Bertone, responsabile della Cisl di Roma e Alberto Civica, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio. “Basta con questi balletti di cifre sulla qualità dell’aria e ci si dica una volta per tutte qual’è la reale situazione ambientale all’interno del Terminal 3 e del molo D dell’aeroporto di Fiumicino. Le autorità – dichiarano i sindacalisti – ci devono dire come stanno esattamente le cose. I lavoratori e le organizzazioni sindacali sono esasperate da questi comportamenti irresponsabili soprattutto da parte degli organi preposti e dalle istituzioni. Come abbiamo più volte ripetuto, fin dall’evento, la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri viene prima di qualsiasi interesse”. “Agli inizi di giugno, su nostra sollecitazione abbiamo ottenuto un tavolo con la Regione Lazio alla presenza anche della Asl Rm D, in quella occasione, tra le tante cose, ci è stata data ampia assicurazione che la qualità dell’aria, in base ai rilievi effettuati allora, seppure nella criticità, consentiva con le dovute accortezze per i lavoratori interessati, l’agibilità dello scalo. Oggi veniamo a sapere altre cose in un conflitto tra istituzioni che non ci piace – continuano Di Berardino, Bertone, Civica -. In quella occasione concordammo una serie di azioni da mettere in atto a garanzia dei lavoratori: un percorso di informazioni preventive, interventi mirati sui lavoratori immediatamente esposti, un protocollo su salute e sicurezza nel sedime aeroportuale e garanzie occupazionali per i lavoratori le cui attività avrebbero subito una chiusura. Oggi ribadiamo le nostre richieste, siamo convinti che l’aeroporto d’Italia non merita questo complessivo dilettantismo che produce solo discredito. Ricordiamo che sono più di 20.000 i lavoratori che operano nell’area e dopo due mesi siamo nuovamente alle incertezze, al detto e al non detto, alle interpretazione dei dati. Si chiarisca una volta per tutte e si prenda in coerenza una decisione univoca. I lavoratori hanno diritto a lavorare in serenità e in un ambiente sano”.
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