Negoziati per salvare la Grecia: un pessimo “tira e molla”, tra voci e smentite. Intanto, anche domenica si lavora

Negoziati per salvare la Grecia: un pessimo “tira e molla”, tra voci e smentite. Intanto, anche domenica si lavora

Avghi, il quotidiano greco di sinistra e molto vicino alle posizioni di Syriza titolava domenica 14 giugno: “da sabato il governo greco è impegnato nella battaglia più difficile”. E infatti sembra proprio che sia così. Anche domenica sono proseguiti i negoziati tra i rappresentanti del governo greco e i tecnici della Commissione europea, della BCE e del MES, il dispositivo di gestione delle crisi in eurozona. È naturale che a questo punto, i negoziati si svolgano in un clima definito di emergenza, date le scadenze ormai improrogabili e ravvicinate cui è chiamato il governo greco per il rimborso dei debiti internazionali. Una fonte europea ha confessato all’Agenzia internazionale AFP che “siamo al limite del tempo disponibile per salvare la situazione, ma un accordo siglato domenica sarebbe davvero auspicabile”.

I negoziati proseguono domenica 14 giugno

I negoziati di domenica consolidano l’impressione che si stia stringendo positivamente sull’accordo, poiché la Grecia è ora più che mai minacciata da un fallimento economico che costituirebbe una minaccia dalle conseguenze imponderabili su tutta l’eurozona. Atene deve rimborsare il prossimo 30 giugno, 1,6 miliardi di euro di prestiti al Fondo Monetario Internazionale, e rischia di non poter onorare il rimborso se non fosse sbloccato l’ulteriore prestito di 7,2 miliardi di euro che restano da versare secondo il piano di aiuti internazionale. Lo sblocco di questi fondi è atteso da mesi, da quando cioè i negoziati “soldi contro riforme” hanno avuto inizio.

Il calendario istituzionale in caso di accordo

Se l’accordo fosse trovato, il calendario dovrebbe essere serratissimo: occorre il voto unanime dei ministri finanziari dei 18 paesi dell’eurozona, giovedì a Lussemburgo, e infine la ratifica dei Parlamenti, laddove previsto dalle leggi interne. “L’eurogruppo di giovedì”, ha sostenuto la stessa fonte all’AFP, “è infatti l’ultima stazione di questo treno di negoziati”. Tuttavia, sempre secondo l’Agenzia di stampa, altre fonti si mostrano più pessimiste. “Le discussioni sono difficili. Non è certa la soluzione”, ha detto un’altra fonte di Bruxelles, che ha aggiunto: “i responsabili della Commissione europea si rammaricano del fatto che un accordo non potrà essere trovato in tempo”. E un’altra fonte prosegue: “le due parti sono ancora troppo lontane l’una dall’altra e per il momento la parte greca non ha mantenuto le promesse”.

Il “tira e molla” tra voci, chiacchiere e smentite sui giornali di mezza Europa

Il punto fondamentale su cui si focalizzano i negoziati di domenica è il livello delle eccedenze primarie di bilancio, che condiziona i tagli da adottare e la qualità delle ricette finanziarie che la Grecia dovrebbe portare a termine. I creditori insistono sulla cifra dell’1% di eccedenza all’anno. Per il quotidiano greco di centro, To Vima, i greci sarebbero pronti a fare concessioni per arrivare “poco sotto la soglia dell’1%”, contro lo 0,75% proposto in passato, attraverso la soppressione degli esoneri e dei privilegi fiscali di cui beneficiano le isole greche. Il quotidiano di destra Khatimerini annuncia invece che il governo greco sarebbe pronto a tagliare pensioni e stipendi in cambio di una estensione del programma di rimborsi. Insomma, come si evince, i giornali greci intervengono per cercare di manipolare l’opinione pubblica.

A sua volta, il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, assicura, al quotidiano tedesco Die Welt, che il presidente Juncker è sempre rimasto in contatto con Tsipras, per cercare una soluzione “reciprocamente accettabile”. “Il tempo però”, ha specificato il commissario, “non gioca a nostro favore”, ed ha sostenuto che la Commissione sarebbe pronta ad accettare i cambiamenti nel programma greco delle riforme, ammesso che abbiano un effetto finanziario equivalente.

Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung sceglie invece di svelare le tensioni all’interno della ex troika. Secondo la FAZ, sarebbe scoppiata una polemica fortissima tra la Commissione europea e il Fondo Monetario Internazionale, che avrebbe silurato un compromesso di accordo siglato da Juncker che prevedeva un sostanziale via libera alle proposte greche sulle pensioni contro un taglio delle spese militari.

Il ministro delle Finanze greco, Varoufakis, ha poi voluto stigmatizzare le posizioni dell’FMI nel corso di un’intervista al settimanale Realnews: “Non sarei sorpreso che il FMI oggi insista su posizioni inaccettabili sapendo bene che la Grecia non può accettarle. In realtà sono solo pretesti per allontanarsi dal tavolo dei negoziati”. Varoufakis ha assicurato però che l’eventuale allontanamento del FMI “non impedirà un accordo, anche se solo tra Atene e gli europei”.

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