Coronavirus. 15 luglio. 13 decessi e 162 nuovi positivi. Nuovo record di contagi negli Usa, mentre nel mondo i casi sono 13,3 milioni

Coronavirus. 15 luglio. 13 decessi e 162 nuovi positivi. Nuovo record di contagi negli Usa, mentre nel mondo i casi sono 13,3 milioni

Salgono i contagi di Sars-Cov-2 in Italia: secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile, nelle ultime 24 ore sono 162 i nuovi casi di positività al Covid-19, ieri erano stati 114. Il numero dei decessi è di 13, in lieve calo rispetto ai 17 di ieri. Sale così a 34.997 il numero dei morti in totale. Gli attuali positivi in Italia sono 12.493, 426 in meno di ieri. I guariti sono 198.016, 575 più di ieri. I casi totali sono 243.506. La Lombardia fa registrare 63 nuovi casi di Coronavirus nelle ultime 24 ore, pari al 38,8% del totale odierno nazionale (162), in risalita rispetto a ieri, ma sempre a livelli più bassi della media delle ultime settimane. I nuovi casi sono 21 in Veneto, 20 nel Lazio, 18 in Emilia Romagna.

Iss: 1,8% casi Covid-19 in età pediatrica, 511 ricoverati in ospedale

“I casi pediatrici di Covid-19 in Italia sono l’1,8% del totale, con un’età media di 11 anni, e nel 13,3% dei casi sono stati ricoverati in ospedale”. La fotografia è stata scattata da uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica ‘Pediatrics’ intitolato ‘COVID-19 Disease Severity Risk Factors for Pediatric Patients in Italy’, a cura del Reparto di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli matematici del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, da cui emerge che un rischio maggiore (più del doppio) risulta associato a patologie preesistenti. “Sono stati analizzati i dati del sistema di sorveglianza nazionale – spiegano dall’Iss – basato sui casi di diagnosi confermate di COVID-19 dal 20 febbraio all’8 maggio 2020. Le caratteristiche demografiche e cliniche, insieme ai fattori di rischio per la gravità della malattia, sono state valutate nei neonati, bambini e adolescenti e poi confrontate con la popolazione adulta e anziana”. I casi pediatrici, dunque, rappresentano “l’1,8% delle diagnosi totali (3.836/216.305), l’età mediana è di 11 anni, il 51,4% sono maschi, il 13,3% sono stati ricoverati in ospedale e il 5,4% presentava patologie pregresse. La malattia da COVID-19 è stata lieve nel 32,4% dei casi e grave nel 4,3%, in particolare nei bambini di 6 anni (10,8%); tra i 511 pazienti ospedalizzati, il 3,5% è stato ricoverato in terapia intensiva e si sono verificati quattro decessi (due <1 anno e due tra 5 e 6 anni)”. Tutti e quattro i bambini sono deceduti “per un deterioramento di condizioni di base già molto compromesse – spiegano ancora gli esperti – per cui l’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 potrebbe aver aggravato la situazione, ma non sembra possa essere considerata la causa principale della morte. Un minor rischio di gravità della malattia è associato all’aumentare dell’età, mentre un rischio maggiore (più del doppio) risulta associato a patologie preesistenti”. Il tasso di ospedalizzazione, il ricovero in terapia intensiva, la gravità della malattia e i giorni dall’esordio dei sintomi alla guarigione “aumentano significativamente con l’età tra i bambini, gli adulti e gli anziani”, aggiungono dall’Istituto superiore di Sanità. I dati suggeriscono quindi che i casi pediatrici di COVID-19 “siano meno gravi rispetto alle altre classi di età, tuttavia l’età =1 anno e la presenza di condizioni patologiche preesistenti rappresentano fattori di rischio di gravità della malattia, pertanto le misure di controllo andrebbero mantenute ed eventualmente implementate per proteggere i bambini più vulnerabili”. Anche se ad oggi l’epidemia di COVID-19 ha colpito in maniera piuttosto limitata i neonati, i bambini e gli adolescenti, non si è ancora potuto valutare “un reale impatto della malattia a causa del distanziamento sociale e della chiusura delle scuole. Inoltre la popolazione pediatrica nella trasmissione del virus potrebbe giocare un ruolo attivo”, concludono gli esperti.

La situazione nel mondo

Sono oltre 13,3 milioni i casi di contagio da Coronavirus registrati nel mondo, con oltre 578mila decessi attribuiti globalmente alla malattia. Questo l’ultimo bilancio fornito questa mattina dalla John Hopkins University. Gli Stati Uniti, primi per numero di infezioni sono anche il paese con più decessi, 136.466. Il Brasile, con 1,92 milioni di positivi e 74.133 morti, risulta anche il paese con il più alto numero di guariti, 1,32 milioni. L’India risulta al terzo posto tra i paesi con il maggior numero di infezioni, con 936.181 contagi e 24.309 morti (28.500 i positivi nelle ultime 24 ore). Seguono la Russia, con 738.787 casi e 11.597 morti e il Perù, con 333.867 positivi e 12.229 decessi. Gli Stati Uniti hanno inoltre registrato un nuovo record di contagi, con 67.417 ulteriori casi positivi nelle ultime 24 ore.

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