Consiglio europeo. Raggiunto all’alba l’accordo sul Recovery Fund e sul bilancio. 750 miliardi, il 28% all’Italia, pari a 209 miliardi

Consiglio europeo. Raggiunto all’alba l’accordo sul Recovery Fund e sul bilancio. 750 miliardi, il 28% all’Italia, pari a 209 miliardi

È stato raggiunto nella notte l’accordo sul Recovery Fund e sul Bilancio europeo al termine di una maratona del Consiglio Ue durata quattro giorni e quattro notti. Il Recovery Fund è di 750 miliardi, dei quali 390 a fondo perduto e 360 in prestiti con tassi agevolati e garantiti da Bruxelles. All’Italia, tra i Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus, va la fetta più grossa: il 28%, circa 209 miliardi. Di questi, è rimasta invariata la quota a fondo perduto (81,4 miliardi), mentre è aumentata da 91 a 127,4 miliardi la quota in prestiti. Sono 36 miliardi in più che equivalgono, tra l’altro, all’entità del Mes sul quale tanto si discute in Italia. “Un giorno storico” lo hanno definito i leader europei, a partire dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che si è speso molto per l’accordo e ha visto approvata alla fine la sua ultima bozza. Accontentati anche i Paesi ‘frugali’, che volevano che la quota a fondo perduto, dai 500 miliardi dell’ipotesi iniziale, non superasse i 400. Michel ha commentato: “Ce l’abbiamo fatta. Ci siamo riusciti. L’Europa è solida, unita. È stata una maratona difficile finita con un successo per tutti. È un momento centrale nella storia dell’Europa. È la prima volta che rafforziamo insieme le nostre economie contro la crisi”. “È un momento storico per l’Europa e per l’Italia – ha rimarcato il premier, Giuseppe Conte, visibilmente stanco ma soddisfatto -. Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre. Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo”. Il presidente del Consiglio ha annunciato la creazione a breve di una task force per seguire i vari progetti da implementare con i fondi stanziati, e ha sottolineato la vittoria italiana nell’impedire che singoli Paesi avessero possibilità di veto: “Ovviamente è giusto che ci sia un sistema di verifiche e che sia stato concepito in relazione all’implementazione dei progetti. Ma era una pretesa inaccettabile che il singolo Paese potesse esercitare diritti di veto. Non lo avrei mai concesso, non l’ho concesso e sono soddisfatto del risultato raggiunto”. Il vertice fiume, che ha messo a dura prova i leader dei 27, è durato pochi minuti in meno di quello di Nizza del 2000, che mantiene il record con 92 ore.

“Il piano di rilancio che abbiamo approvato è davvero molto consistente: 750 miliardi dei quali una buona parte andranno all’Italia, il 28%. Parliamo di 209 miliardi” ha indicato Conte, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Ue, che si è chiuso all’alba dopo quattro giorni di negoziato. “Addirittura – ha aggiunto – abbiamo migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue. Abbiamo conservato gli 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l’importo dei miliardi concessi in prestito passati da 91 a 127 miliardi, con un incremento di 36 miliardi. Avremo una grande responsabilità. Con 209 miliardi – ha rimarcato Conte – abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza, di cambiare volto al nostro Paese. Ora dobbiamo correre, dobbiamo usare questi soldi per investimenti, per riforme strutturali. Dobbiamo intraprendere quel percorso di crescita economica, di sviluppo sostenibile che stiamo perseguendo da anni senza raggiungerlo, quantomeno con efficacia. Abbiamo la concreta possibilità di rendere l’Italia più verde, digitale, innovativa, sostenibile, inclusiva, di investire nella scuola, nell’Università, nella ricerca, nelle infrastrutture”.

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