Roberto Bertoni. Sally Rooney, la scrittrice del presente e del futuro

Roberto Bertoni. Sally Rooney, la scrittrice del presente e del futuro
Non sappiamo dove possa arrivare Sally Rooney, la scrittrice irlandese non ancora trentenne che con i suoi primi due romanzi ha incantato il mondo, al punto di meritarsi il plauso addirittura del premio Nobel Kazuo Ishiguro. Non sappiamo se la sua scrittura intensa, forte, penetrante, ricca di passione e sentimento, un po’ Jane Austen, un po’ ragazza di oggi alle prese con le difficoltà di un presente difficilissimo, riuscirà a mantenere nel tempo la freschezza e la vitalità che abbiamo ammirato sia in “Parlarne tra amici” che in “Persone normali”. Fatto sta che siamo al cospetto di un talento letterario come non se ne vedevano da tempo, di una capacità narrativa sinceramente enorme e di un successo globale che lascia anch’esso senza parole.
È come se questa giovane avesse trovato le parole giuste per aprire le porte di mondi inesplorati. È come se fosse riuscita a dare un volto a speranze, emozioni e idee che altri, evidentemente, non sono stati in grado di esprimere con altrettanta chiarezza. È davvero il personaggio attorno al quale, con ogni probabilità, ruoteranno le sorti della letteratura in lingua inglese nei prossimi anni, se non altro perché il panorama non è che offra complessivamente grandi vette, se non l’inarrivabile Zadie Smith. Diciamo che il paragone con la Smith, che per alcuni versi ci può anche stare, è tuttavia forzato, in quanto diverso, diversissimo è il loro milieu. Diciamo anche, però, che Sally Rooney non ci sembra una meteora, un’autrice del momento, una che ha avuto la fortuna di piazzare il libro giusto al momento giusto. C’è molto di più in lei, nella sua arte e nelle sue riflessioni: c’è dietro la vivacità di una generazione inascoltata e bisognosa di esplodere, di crescere, di avere una rappresentanza e dei punti di riferimento. La Rooney sembra avere offerto ai ventenni e ai trentenni ciò che altri grandi fenomeni generazionali hanno saputo offrire nei decenni precedenti, senza maledizioni e affrontando i temi più disparati con una levità che è la cifra stilistica ed esistenziale di quasi tutti i nati post-’89.
Lasciamo che Sally si goda il suo successo, che i suoi romanzi continuino ad andare alla grande e ad essere trasformati in serie televisive, come avverrà fra pochi giorni per “Persone normali”. Azzardiamo, però, una previsione: forse anche i millennials hanno trovato il loro megafono.
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