
I sindacati tornano davanti a Montecitorio contro lo sblocca cantieri. Quindici giorni dopo il precedente presidio, oggi Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che l’approvazione del testo, arrivato in Aula della Camera, sarebbe “pericolosa per il settore degli appalti pubblici” e avrà, denunciano i segretari nazionali dei confederali Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi “pesanti ripercussioni sui lavoratori per quanto concerne la sicurezza e la corretta applicazione contrattuale”. Il segretario confederale di corso d’Italia durante la manifestazione sottolinea che “trasparenza e correttezza sono messi in discussione dal blocco del codice degli appalti: noi vogliamo invece – continua Massafra – ripristinare il codice degli appalti che è garanzia dello sviluppo, della correttezza, della trasparenza”. Sospendere il codice degli appalti, avverte il sindacalista, “è una scelta sbagliata e quindi diciamo no, non vogliamo accettare questo compromesso, non è questo lo sviluppo per il Paese. Per noi lo sviluppo del Paese ha la trasparenza e la legalità come presupposti irrinunciabili”.
“Sbloccare i cantieri significa dare valore al lavoro, aiutare quindi le imprese regolari, quelle che garantiscono la sicurezza e lo stipendio a fine mese. Sbloccare i cantieri significa favorire gli investimenti e la legalità. Con le sue misure il Governo va nella direzione opposta, per questo siamo di nuovo in piazza, assieme a Cisl e Uil e a numerose associazioni, per impedire l’approvazione di un decreto sbagliato e pericoloso”, prosegue il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra. “Non si può pensare – prosegue – che per sbloccare le infrastrutture serva sospendere il codice degli appalti, strumento fondamentale a garanzia di legalità e trasparenza, e a tutela dei lavoratori e delle aziende sane. A maggior ragione se pensiamo che la maggior parte dei cantieri sono fermi, oltre che per mancanza di finanziamenti e fallimento delle imprese, anche per indagini in corso, interdittive e sequestri. Ulteriore dimostrazione che corruzione e illegalità sono i problemi di cui ci si dovrebbe occupare, a partire dal potenziamento del Codice e non dal suo smantellamento”.
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