
Una notte di trattativa fra sindacati e Telecom. A conclusione, il gruppo telefonico che aveva annunciato 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per 29.736 lavoratori ha accettato la proposta di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl di utilizzare i contratti di solidarietà al posto della Cig, come chiedevano i lavoratori dall’inizio della vertenza. Per quanto riguarda gli esuberi annunciati, 4.500, verranno gestiti con prepensionamenti, con l’utilizzo dell’articolo 4 della legge Fornero ed esodi incentivati, per i quali Telecom avrebbe già accantonato e messo in bilancio 700 milioni di euro. Per il 2018 possono essere prepensionati i lavoratori che avevano presentato istanza con l’accordo sottoscritto nel 2015, mentre nel 2019 quelli che maturano il diritto alla pensione entro il 31 maggio 2024. Nel 2020, infine, i prepensionamenti sono previsti per chi andrebbe a riposo entro il 31 dicembre 2025.
Per quanto riguarda l’integrativo per il quale Telecom aveva annunciato la disdetta a favore di un regolamento unilaterale, l’azienda ha dichiarato la propria disponibilità, a partire da settembre, ad aprire la trattativa per la contrattazione di secondo livello. Ora l’accordo passa alla consultazione dei lavoratori chiamati ad esprimere le loro valutazioni. Sull’accordo si dovranno pronunciare i dipendenti Telecom con la consultazione che si svolgerà in tutti i luoghi di lavoro. “Soddisfazione” è stata espressa dal neoministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Di Maio che ha ben pochi meriti per quanto riguarda la vertenza aperta. I sindacati avevano inviato una lettera al ministro per informarlo delle trattive in corso. “Come Lei saprà – affermavano -, le scriventi OO.SS. sono impegnate al tavolo del Ministero del Lavoro per discutere della procedura di legge relativa alla CIGS – per riorganizzazione – aperta dall’azienda in data 17 maggio 2018 per 29736 lavoratori, evidenziando inoltre, che alla fine della stessa continueranno a persistere 4500 esuberi. Inoltre le OO.SS. hanno più volte espresso inquietudine circa gli esiti finali del Piano Industriale, soprattutto a causa di ampi margini di incertezza sulla stabilità della governance aziendale”. I sindacati facevano presente al ministro che “su questi temi vale la nota già inviata a tutti i Gruppi Parlamentari”. Nota che veniva allegata alla lettera. Ora Di Maio è così al corrente e potrà intervenire, per esempio, per quanto riguarda il Piano industriale e la trattativa che partirà a settembre per quanto riguarda la contrattazione integrativa.
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