Cristina: “Io, ex PD, ora voto 5 Stelle. Un’intesa di governo? Con Salvini”

Cristina: “Io, ex PD, ora voto 5 Stelle. Un’intesa di governo? Con Salvini”

La incontro per caso, di fronte al Grand Hotel Parco dei Principi, dove è in corso la prima riunione dei parlamentari pentastellati. La signora Cristina è una figura distinta, mingherlina, anziana, curata nell’aspetto e negli abiti, con una casa ai Parioli e un figlio disabile di cui si prende cura con affetto, vedova di un professore universitario e profondamente appassionata di politica.

Si presenta davanti all’hotel con un fare da “pasionaria”, al punto che mi avvicino a lei con un pizzico di sospetto e, vi confesso, di pregiudizio. Fatto sta che la signora Cristina, al contrario, mi mette subito a mio agio: discutiamo, ci confrontiamo e, più che un’intervista, ne viene un dialogo profondo, di quelli che, purtroppo, nella politica contemporanea non usano più. E così scopro che un tempo votava PD, che stima tuttora Veltroni, che in gioventù ha votato repubblicano e liberale, che è stata ulivista: insomma, davvero tutto ci si aspetterebbe, scorrendo la sua biografia, tranne che oggi possa sostenere a spada tratta il M5S. Lo fa per delusione, per rabbia, perché gli altri, a suo dire, l’avrebbero tradita, perché vuole veder dimezzati gli stipendi dei parlamentari e aboliti i vitalizi, perché la classe dirigente di cui un tempo si fidava l’ha profondamente delusa, perché sostiene che abbia rovinato l’Italia, non meno dei giornalisti, e anche qui c’è da restare sconcertati se si confronta la durezza di ciò che dice con il garbo e la pacatezza con le quali si esprime.

Ad un certo punto, le domando chi siano i suoi punti di riferimento all’interno del Movimento e la signora Cristina indica senza esitazioni Toninelli, designato capogruppo al Senato, seguito da Di Maio, Di Battista e Barbara Lezzi.

L’aspetto ai limiti dell’incredibile, tuttavia, è un altro: quando le chiedo se sia favorevole all’intesa di governo fra il M5S e un Partito Democratico derenzizzato di cui si parla tanto in questi giorni, la signora, che tutto mi è parsa fuorché un’estremista, replica che invece preferirebbe Salvini, in quanto trova maggiori punti in comune con la sua Lega e, sospetto io, non crede che possa esistere ormai un PD derenzizzato. Al che è evidente che la crisi del PD non è solo la crisi di una comunità politica: è la spia del tracollo del sistema democratico nel suo insieme.

Saluto Cristina e mi dirigo verso la fermata dell’autobus, con la sensazione agrodolce che occorrano davvero nuove lenti per osservare questo secolo.

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