
La battaglia di Aleppo, in Siria, sembra essere giunta ad una svolta finale con l’avanzata delle forze governative, appoggiate dalla Russia e da milizie sciite filo-iraniane, nei quartieri orientali della città. Dopo l’offensiva iniziata la scorsa settimana, le forze di Damasco sono riuscite a conquistare almeno tre quartieri di Aleppo, la seconda città più grande del paese dopo Damasco. Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere, per bocca del portavoce Igor Konashenkov, che “praticamente metà dei quartieri conquistati dai miliziani (ribelli) ad Aleppo Est negli ultimi anni sono stati completamente liberati. La situazione è cambiata drasticamente nell’ultimo giorno grazie alle azioni ben preparate e accurate delle truppe siriane”.
Nelle prossime settimane le forze di Damasco potrebbero quindi avanzare ancora fino a “liberare” l’intera città. Sembra quindi che la Russia, entrata attivamente nel conflitto siriano poco più di un anno fa, stia vincendo insieme all’Iran che, mediante le milizie sciite, sostiene concretamente i militari di Damasco impegnati sul campo. Dalla battaglia di Aleppo sembrano uscire perdenti invece gli Stati Uniti accusati più volte dalla Russia di sostenere i ribelli e di non aver mai fatto una distinzione netta tra quelli considerati “moderati” e gli islamisti del Jabath al Sham (Fronte della conquista, noto come Fronte al-Nusra prima della sua scissione in realtà solo “apparente” da al-Qaeda).
In questo contesto resta da vedere quale sarà il ruolo della Turchia, che è molto attiva nel nord del paese, dove ha lanciato l’operazione “Scudo dell’Eufrate” il 24 agosto scorso allo scopo di estromettere i miliziani dello Stato islamico e quelli delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) dall’area di confine. La Turchia in passato ha sostenuto attivamente i ribelli siriani che si oppongono al regime di Damasco e ha chiesto più volte che Assad lasci il paese una volta conclusa la guerra. Ora però con il recente riavvicinamento alla Russia, con cui Ankara ha siglato anche accordi di estrema rilevanza nel settore energetico, la situazione potrebbe cambiare ancora favorendo quindi Mosca.
Secondo il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Stephen O’Brien, tuttavia, “se i combattimenti continuano e si estenderanno nei prossimi giorni, sicuramente ci saranno migliaia di persone che non avranno altra opzione se non la fuga”. O’Brien ha denunciato che nei quartieri orientali di Aleppo non ci sono ospedali funzionanti, nè derrate alimentari sufficienti, aggiungendo che fino a 20 mila persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni in quell’area della città dall’inizio dell’ultima offensiva di Damasco. Almeno 250.000 persone, tra cui circa 100.000 bambini, sono intrappolate ad Aleppo est, negli ultimi quartieri ancora nelle mani dell’opposizione, in seguito all’assalto condotto nelle ultime ore dall’esercito siriano e dai suoi alleati. In poco più di 36 ore le forze lealiste hanno conquistato diversi distretti chiave della città, costringendo migliaia di persone a fuggire verso l’area controllata dall’opposizione. Qui, secondo Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, le persone in fuga si trovano di fronte a uno scenario di vera e propria devastazione, dove uomini, donne e bambini vivono ormai da settimane in edifici fatiscenti, senza cibo e in condizioni precarie. “Con così tante persone intrappolate in uno spazio sempre più piccolo, i bambini diventano bersagli indifesi sotto le bombe. Le testimonianze raccolte dai nostri partner siriani ad Aleppo est ci parlano di famiglie spaventate, che non sanno se riusciranno a superare la notte”, racconta Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria. Save the Children continua a chiedere con urgenza l’apertura di canali umanitari che consentano alle famiglie di fuggire in maniera sicura e che permettano agli operatori umanitari di fornire cure mediche e acqua pulita alla popolazione civile in tutta Aleppo est. L’Organizzazione sollecita inoltre tutte le parti in conflitto affinché la protezione dei bambini sia garantita in maniera urgente e prioritaria e affinché questi ultimi siano risparmiati dalle violenza che si sta abbattendo in queste ore sulla città siriana.
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