FP Cgil aderisce alla marcia per l’Amnistia. Serve la riforma dell’esecuzione penale. Il carcere ultima scelta possibile. Investimenti in reclutamento e formazione del personale

FP Cgil aderisce alla marcia per l’Amnistia. Serve la riforma dell’esecuzione penale. Il carcere ultima scelta possibile. Investimenti in reclutamento e formazione del personale

La Funzione Pubblica Cgil Nazionale aderisce alla Marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà, indetta dal Partito radicale in occasione del Giubileo dei Carcerati,  che si svolgerà domenica 6 novembre con un concentramento alle 9.30 di fronte al carcere romano di Regina Coeli, dal quale partirà  il corteo che terminerà  il suo percorso in piazza San Pietro.

“E’ necessario – afferma la Fp Cgil Nazionale – partecipare e denunciare il permanere di gravi carenze e pessime condizioni di vita delle nostre carceri. L’articolo 27 della Costituzione rischia davvero di non essere attuato nel mandato a realizzare la funzione di recupero del reo. Il governo – prosegue – deve sapere che non si avvia alcuna profonda riforma dell’esecuzione penale, a partire dal sistema carcerario, senza investimenti nel reclutamento di nuovo personale, senza rinnovo dei contratti di lavoro, senza adeguati investimenti in formazione e aggiornamento continuo di poliziotti penitenziari, assistenti sociali ed educatori”. Per la categoria dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil, ogni buona intenzione riformatrice “è destinata al fallimento, se oltre ad interventi su strutture che versano in uno stato di forte degrado, non si pone al centro il lavoro pubblico, tutto il lavoro pubblico. Il carcere deve essere davvero l’ultima scelta possibile spostando l’esecuzione penale verso le pene e le misure alternative e riportando stabilmente il nostro paese negli standard europei”. Per questa ragione, conclude la Funzione Pubblica Cgil, “domenica 6 novembre saremo in piazza e parteciperemo alla Marcia per l’Amnistia per rivendicare ancora una volta il nostro impegno per far si che venga riportato un livello di umanità all’interno delle strutture penitenziarie per i detenuti e per tutte le operatrici e tutti gli operatori che ogni giorno vi lavorano”.

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