Paralimpiadi di Rio. Parlano le donne che hanno vinto medaglie, un contributo essenziale all’affermazione dell’Italia

Paralimpiadi di Rio. Parlano le donne che hanno vinto medaglie, un contributo essenziale all’affermazione dell’Italia

I Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro che si sono chiusi in bellezza per l’Italia, 39 medaglie (10 ori, 14 argenti e 15 bronzi), undici in più rispetto alle 28 nell’ultima competizione di Londra 2012, hanno visto le donne protagoniste  con un  significativo contributo che ha garantito al nostro Bel Paese la nona posizione nel medagliere complessivo, come non accadeva oramai da 44 anni. Complice di questa eccezionalità, l’entrata nel team italiano di nuove promesse dello sport: atleti giovani e dalle buone possibilità che lasciano ben sperare per il futuro.

L’oro di Martina Caironi, il bronzo di Monica Contraffatto

Tanti gli atleti che si sono distinti. Gli ultimi podi italiani portano il nome di tre donne. Il più prestigioso è quello di Martina Caironi, la portabandiera dell’Italia, che ha vinto la finale dei 100 metri T42, tagliando il traguardo in 14.97, che le ha fatto aggiudicare l’oro, il decimo in questi Giochi per l’Italia. Nella stessa gara è arrivato anche il bronzo di Monica Contrafatto, che è arrivata terza in 16.30, dopo la tedesca Vanessa Low (15.17).

“Stavo per perdere la protesi, per questo ho rallentato, volevo controllare dove fosse la tedesca e se stesse per arrivare – ha confessato Caironi – sono emozioni incredibili quelle che sto provando in questo momento”.

Quattro anni fa, Monica Contrafatto ha visto Martina vincere i 100 metri ai Giochi di Londra ed è stato proprio il suo esempio a spingerla a gareggiare. “Se ha funzionato con Monica – ha spiegato Caironi – può funzionare con altre atlete”.

Dal canto suo la Contrafatto ha dichiarato: “Mi sembra un sogno essere qui, ancora non ci credo. Bellissimo vincere insieme a Martina, sembra un film. A un certo punto non ce la facevo più ma l’idea di arrivare e di far alzare una bandiera in più per l’Italia mi hanno dato forza”.

“In una delle gare più spettacolari dei Giochi, Martina ha saputo emozionarci ancora – ha dichiarato il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli – Grazie per aver tenuto alto, ancora una volta, il nome dell’Italia”.

Airola Trimi, argento nel nuoto, Bebe Vio, oro e bronzo, portabandiera

Il terzetto di vittorie italiane dell’ultima giornata di gara si completa con la 39esima medaglia al collo di Arjola Trimi: argento nei 50 stile S4 di nuoto in 40.51, per pochi decimi superata dall’australiana Rachel Watson (40.13) e seguita dal bronzo della messicana Nely Miranda Herrera (40.53).

“L’ho voluta con tutta me stessa questa medaglia. È la mia gara, quella che preferisco, ed è arrivata all’ultimo giorno, avevo tenuto quel briciolo di energie che erano rimaste per questo appuntamento”, ha confessato Trimi. “A chi la dedico? Non solo a me, ma anche alla mia famiglia, a chi mi ha seguito in questo quadriennio di preparazione. Perché il nuoto – ha concluso – è uno sport individuale ma dietro di noi c’è tutta una famiglia”. Non è un caso che proprio una donna sia stata la  portabandiera dell’Italia alla cerimonia di chiusura: Beatrice, detta Bebe, Vio,  con all’attivo un oro individuale e un bronzo a squadre nel fioretto che rimarranno scolpiti nel medagliere di questo Rio 2016 e nella memoria collettiva dello sport italiano.

La sorpresa dell’Ucraina, programmi speciali per i disabili

Come previsto nella classifica generale la Cina, 239 podi con 107 ori, ha  fatto la parte del leone seguita dalla Gran Bretagna (147 podi) che ha goduto dell’assenza forzata della Russia. La sorpresa viene dalla Ucraina, 117 medaglie terza davanti agli Stati Uniti che ne hanno ottenuta una in meno. Una sorpresa ma  ottenuta non per caso, dovuta all’introduzione di speciali programmi per l’attività agonistica dei disabili, a cominciare dalla riabilitazione fino alla diffusione capillare di centri sportivi adeguatamente attrezzati.

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