L’Osservatorio Centro studi: cresce il lavoro temporaneo. Renzi, da Vespa, confessa: non so quanti sono i nuovi occupati

L’Osservatorio Centro studi: cresce il lavoro temporaneo. Renzi, da Vespa, confessa: non so quanti sono i nuovi occupati

Che pena questo Renzi che nel salottino di Bruno Vespa si dà arie da grande economista. Snocciola cifre, tutto bene, siamo ripartiti, la crisi è lontana. Il Vespa accredita il ruolo da economista di razza del premier, ricorda il comizio a conclusione della Festa dell’Unità, manda in onda i grafici mostrati a Milano a qualche migliaio di  fan, un tremila dicono i più ottimisti. Siamo al pezzo forte dell’intervista, il lavoro, il Jobs act, Renzi gongola, annuncia il valore delle politiche messe in atto dal governo, ha consentito di tornare ad un Pil positivo e indica un +0,7. Vespa sa bene che non è vero, che quel numero esposto anche ai militanti in brodo di giuggiole, è un solenne imbroglio. La realtà è che il Pil ha toccato il +0,3. Il dato esposto dal premier è un obiettivo che si spera di raggiungere entro l’anno.

Nel salotto di Vespa il premier spara numeri fasulli sul Pil e sull’occupazione

Insomma uno dei soliti annunci. Vespa ha fatto finta di niente e Renzi ha sparato l’aumento di ben 247 mila posti di lavoro. Non ricordiamo con esattezza, forse ha detto addirittura 274 mila. Ha ignorato che cresce il lavoro interinale, temporaneo, a tempo determinato come mostra la Nota congiunturale emessa dall’Osservatorio Centro Studi di Ebitemp (Ente bilaterale per il lavoro temporaneo) e Formatemp (Fondo per la formazione dei lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato) di cui più sotto daremo conto. A questo punto il conduttore ormai ventennale di Porta a porta, si è ricordato di essere un giornalista, timidamente, quasi chiedendo scusa, ha chiesto al premier se in quel fantasioso numero 247 mila erano compresi anche coloro che già avevano  un lavoro ed ora sono stati assunti con il contratto a tutele crescenti grazie alla decontribuzione, otto mila euro che vanno in tasca all’imprenditore. Renzi non può negare la realtà, si tratta anche di contratti a tempo indeterminato. Vespa abbozza perché dopo tre anni, quando finiscono i contributi pagati dallo stato, grazie al fatto che è stato abolito l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il licenziamento è cosa facile. Renzi spera di no. Vespa gli chiede quanti sono in realtà i nuovi posti di lavoro. L’economista Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Pd, non sa che dire e risponde : “al momento non lo so”. Ma come, l’uomo solo al comando che è andato ad illustrare il buono e il bello del suo Jobs act non conosce quanti sono in effetti i nuovi posti? Non sa che in un mese sono stati ben 47? Gli diamo una mano facendogli conoscere cosa davvero sta accadendo nel nostro mondo del lavoro.

Le misure del governo, il Jobs act, non hanno prodotto nuova occupazione

Le misure del governo non sono state capaci di mettere in movimento il mercato creando nuovi posti. Il ministro Poletti difende il suo operato dicendo che perlomeno si dà certezza al lavoratore non più precario o con contratti a termine. Non è vero. I numeri, quando non sono usati come propaganda, parlano da soli. Proprio in questi giorni, come abbiamo scritto, Ebitemp (Ente bilaterale per il lavoro temporaneo) e Formatemp hanno elaborato la Nota congiunturale. I dati resi noti sono la riprova che il lavoro interinale è  in aumento. Quindi quando si parla di crescita dei posti di lavoro si deve tener conto che spesso si tratta di lavori temporanei, molto temporanei. Vediamo questi dati che al ministro Poletti dovrebbero essere noti e, ovviamente, al presidente del Consiglio che può così colmare la sua ignoranza, nel senso di non conoscere.

Aumento del 18,7% di occupati interinali e di ore lavorate (18,1)  

A luglio 2015 il monte retributivo dei lavoratori interinali mostra un aumento del 23,2% rispetto allo stesso mese del 2014. La variazione congiunturale è pari al +7,1%. Il numero medio mensile di occupati interinali mostra un aumento del 18,7% su base annuaI lavoratori occupati a maggio 2015 sono circa 400mila di cui il 5,4% a tempo indeterminato (+45,6% rispetto a luglio 2014). Le ore lavorate sono state 44,3 milioni a luglio 2015, in aumento del 18,1% su base annua. Le ore lavorate per lavoratore a luglio 2015 mostrano una riduzione dello 0,5% rispetto a luglio 2014.

Il rapporto fra occupazione in somministrazione e occupazione totale passa all’1,6% contro l’1,38% di luglio 2014. La crescita acquisita del monte retributivo a giugno 2015 è pari al 24% (per crescita acquisita si intende la variazione rispetto alla media dell’anno precedente nell’ipotesi di variazioni nulle dell’ultimo dato disponibile).

Questi i numeri, molto interessanti, che ci fanno vedere qual è la reale situazione del nostro paese, della nostra economia. Bruno Vespa li può usare nella prossima intervista. Come si dice, c’è sempre una prima volta. Sarà difficile ma se per una volta il nostro conduttore facesse una eccezione non sarebbe male. Chissà.

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