
Cinque medici, due uomini del 118 e altri due appartenenti all’unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Catania risultano indagati dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della piccola Nicole, deceduta su un’ambulanza diretta a Ragusa per mancanza di posti letto negli ospedali della città. “Stiamo verificando – ha detto il procuratore – le responsabilità penali. E’ una vicenda dolorosa e occorrerà tempo”. Al momento, il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di omicidio colposo. L’inchiesta ha due filoni: il primo riguarda il decesso della bambina, per cui sono state indagate nove persone, l’altro riguarda l’eventuale omissione nella messa a disposizione delle unità di rianimazione neonatale, alle segnalazioni di insufficienza di quelle funzionanti, alla previsione di meccanismi atti a far fronte ad emergenze nella situazione. “Certamente nell’inchiesta – è tornato a sottolineare il procuratore di Catania – ci occupiamo soltanto di eventuali profili penalmente rilevanti, e non di altro, che è di competenza di Asp e Regione”. Il magistrato ha osservato che “è una vicenda dolorosa, ci vuole prudenza e cautelare, anche a tutela degli indagati”. E anche pazienza: “non è un’inchiesta che si concluderà presto” perché “bisognerà attendere gli esiti di esami medico legali complessi e lunghi, che richiedono tempo”. Intanto sono state firmate le dimissioni di Tania Laura Egitto, la mamma di Nicole. Il provvedimento è stato preso dai medici della clinica, secondo le procedure post partum.
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