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Bonus stipendio, a maggio controlla bene l’importo: in queste giornate la paga raddoppia

Feste aprile e maggio
Lavoratore felice per tanti soldi in più – Depositphotos – jobsnews.it

Aprile e maggio sono mesi ricchi di festività: Lunedì dell’Angelo, la Festa della Liberazione e quella dei Lavoratori. Come vengono pagate?

Per chi lavora come dipendente esistono dei mesi più “fortunati” di altri. Nello specifico, questo aprile ed il prossimo maggio rappresentano un caso tipico, nel quale vi sono ben tre giornate lavorative “saltate”, in quanto festività nazionali.

Stiamo parlando, ovviamente di lunedì 1 aprile, Lunedì dell’Angelo o – più volgarmente – “Pasquetta”, di giovedì 25 aprile, la Festa della Liberazione e mercoledì 1 maggio, la Festa del Lavoro. Sono giorni, questi, dove in genere chi lavora se ne sta a casa, a riposo.

Ma come vengono conteggiati questi giorni di festa in busta paga? E che succede se – lavorando a turni – si è costretti invece ad andare in ufficio o in fabbrica? Andiamo per ordine, e cerchiamo di capire come vengono considerate generalmente le festività nazionali in relazione agli stipendi dei lavoratori.

Cominciamo innanzitutto con il caso più ordinario, ovvero quello di un lavoratore dipendente che – nei giorni di festa – se ne sta a riposo. Tutti i CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) prevedono che le festività nazionali siano retribuite regolarmente, come se si lavorasse.

Festività nazionali e busta paga

Nei casi citati di aprile e maggio – ovvero Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio – si tratta di giorni festivi che quest’anno cadono “dentro” la settimana, ergo vengono retribuiti normalmente. Diverso il caso, ad esempio, di Pasqua, che ovviamente è sempre di domenica: in tal caso la festività è “non goduta”, e viene perciò retribuita con un indennizzo.

Attenzione però ai giorni di festa che cadono di sabato, perché in tal caso non scatta generalmente né alcuna retribuzione né alcun indennizzo. Ad esempio quest’anno l’Epifania – 6 gennaio – è caduta di sabato, e per la stragrande maggioranza dei lavoratori è, questo, un giorno semplicemente “non lavorato”.

Festività non godute
Il barbecue, tipico delle feste tra aprile e maggio – Depositphotos – jobsnews.it

Lavorare nei giorni di festa

Occupiamoci adesso del caso in cui – un operaio o un turnista in genere – sia costretto a lavorare in un giorno di festa. In tal caso, generalmente, i CCNL prevedono opportune maggiorazioni di stipendio.

Anche se nel dettaglio è opportuno verificare quanto stabilito dal proprio contratto di lavoro, si può sostanzialmente dire che tutte le feste lavorate – se cadono in un giorno infrasettimanale – sono pagate di più. L’incremento minimo per la giornata è del 30% – come ad esempio nel settore commercio – ma si può arrivare ad un aumento addirittura del 50%, come nel caso dei lavoratori metalmeccanici.