
“Questa foto è stata scattata da un istruttore circa sei anni fa durante un’immersione, in un altro emisfero. È un falso, anche perché in quella foto non ho nemmeno la barba e non poteva ricrescere in così poco tempo”. Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo nella serata di giovedì alla trasmissione “Otto e mezzo” su La7, al quale è stata mostrata la foto da sub diffusa da alcune testate nelle scorse settimane. “Il numero di querele che ho fatto ai giornali in due anni mi consentirà una serena vecchiaia, visto che non ho il vitalizio. Questa foto è stata fatta dall’altra parte dell’emisfero rispetto al Nordamerica e risale al 2010”, ha aggiunto il primo cittadino.
Poi il sindaco di Roma ha detto la sua sulla vacanza, che per molti organi di stampa legati a doppio filo alle destre, sembrava infinita. Marino ha argomentato la sua verità.
Le pallottole per me e le minacce a mia moglie e mia figlia
“Io mi trovavo negli Usa per motivi al di fuori della mia volontà perché negli ultimi mesi ho ricevuto diverse minacce di morte con lettere scritte a me, a mia moglie e a mia figlia e diverse volte buste con pallottole, io che ho iniziato il mio mandato andando in bicicletta adesso devo muovermi con tre macchine e 6 uomini di scorta. Io davvero volevo 14 giorni con mia moglie e mia figlia senza girare con le persone armate che ringrazio perché sono professionali. Penso che se ho un difetto è che sto sempre al lavoro come accadeva quando stavo al Gemelli”.
Quello che è accaduto a Don Bosco è la spettacolarizzazione della morte
“Non c’era davvero nessuna emergenza, perché quello che è accaduto è un funerale in cui una famiglia ha voluto manifestare e spettacolarizzare la morte per mandare dei messaggi ai vivi e quel giorno, pochi minuti dopo appresa la notizia, sono stato informato e siamo intervenuti subito con delle dichiarazioni di condanna e come ha detto il prefetto che è una persona perbene”.
“C’è stata una disfunzione nella comunicazione con le forze di sicurezza – ha aggiunto – e ci sono stati fatti gravi con l’elicottero che ha sorvolato Roma gettando petali di rosa che potevano essere però una sostanza tossica e non è compito del Comune sorvegliare i cieli di Roma o controllare le organizzazioni criminali”. Poi sui funerali al capo clan: “Sono indignato per quanto accaduto perché la famiglia Casamonica voleva un palcoscenico per usare un morto per mandare messaggi ai vivi. Pensate a chi dai Casamonica ha subito violenze o estorsioni, che hanno visto la tv di Stato dare uno status di importanza a una famiglia che infligge violenza, dolore e in alcuni casi morte. È stato un errore e allora mi chiedo perché, se questo è servizio pubblico, devo pagare il canone se poi qualcuno mi porta nel salotto di casa mia quella famiglia che abbiamo criticato per quella sbagliata manifestazione di potere del funerale?”.
Abbiamo fatto cambiamenti che rimarranno nella storia della città
“Perché voglio cambiare Roma e sono sicuro che lo stiamo facendo. Abbiamo fatto cambiamenti che rimarranno nella storia di questa città. Pensare a dimettermi significherebbe tradire il voto del 64% dei romani che mi hanno chiesto di fare il lavoro più impegnativo della mia vita che è anche la sfida della mia vita”, ha infine risposto a chi gli chiedeva se pensasse a dimettersi. È certo che la maggior parte dei romani sia ancora con lei? “Assolutamente sì”.
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