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Buoni Fruttiferi Postali, attento alla clausola nascosta: se la trovano perdi fino all’ultimo centesimo

Investimenti - fonte_adobe - jobsnews.it
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Una clausola nascosta nel tuo investimento in Buoni Fruttiferi Postali, ti può far perdere fino all’ultimo centesimo che hai dato. 

Per tutti coloro che credono che i Buoni Fruttiferi Postali siano passati di moda, abbiamo un’importante comunicazione, quale? È molto semplice. Quando di si parla di buoni fruttiferi ci si riferisce a prodotti di investimento finanziario italiano che hanno alle spalle una storia piuttosto lunga e anche importante.

Insomma, si tratta di una vera parte di storia della finanza italiana e proprio per questo motivo si pone molta attenzione nei loro confronti e negli investimenti che vengono fatti proprio in questo modo. Tra gli italiani sono molto comuni, per via della loro capacità di offrire un rendimenti garantito e il suo essere sicuro.

Introdotti nel 1925, ci sono stati anni in cui, quasi tutti i cittadini italiani ne avevano uno. Le cedole nominative non potevano essere trasferite e il loro valore doveva essere conservato da chi le acquistava per poi riscuotere a scadenza.

Un funzionamento molto semplice, che permetteva di avere degli investimenti sicuri, con i quali i cittadini nn perdevano soldi, ma anzi, li guadagnavano a piccole percentuali annuali, per poi ritrovarsi con un gruzzoletto alla scadenza.

C’è chi li vuole cartacei e chi no

I buoni fruttiferi postali possono essere cartacei o dematerializzati. Nel primo caso il titolo consiste in una sorta di ricevuta di avvenuto acquisto della stessa. Molto più semplice la versione dematerializzata che si concretizza in una semplice registrazione a contabile per quello che riguarda un credito a favore del titolare.

Semplice immaginare che i secondi si rivelano essere molto più convenienti, impossibili da perde e soprattutto, non vanno in prescrizione, cosa che invece succede con quelli cartacei, per i quali quindi, occorre tenere a mente una specifica data. 10 sono gli anni di validità dal momento della scadenza.

Denaro - fonte_adobe - jobsnews.it
Denaro – fonte_adobe – jobsnews.it

La clausola che spaventa gli investitori

Quando si decide di investire in un buono fruttifero postale, ovviamente si sottoscrive un contratto, questo si traduce nella presenza di clausole sul contratto. Ne è un esempio, quella indicata con la dicitura CPFR (con pari facoltà di rimborso). Una sigla presente sui Buoni fruttiferi cointestati.

In tali casi, se si ha il buono fruttifero cartaceo, ognuno degli intestati si può recare presso gli uffici postali e ritirare tutto il denaro. Non sarà richiesta nessuna autorizzazione, fatta eccezione per i casi in cui gli intestatari siano più di 4.