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Tasse arretrate? Presta attenzione alle date, se sono così non devi sborsare un euro: hai in mano solo carta straccia

Prescrizione delle tasse
Alle prese con la dichiarazione dei redditi – jobsnews.it

La persecuzione fiscale ha un limite. Scopriamo dopo quanto tempo non si è più tenuti a pagare alcunché al fisco.

Sono tantissimi i contribuenti onesti che hanno problemi col fisco. Pur avendo sempre denunciato rigorosamente i propri redditi, in molti purtroppo hanno avuto – ed hanno ancora – difficoltà nell’onorare i propri debiti con le amministrazioni pubbliche: tasse, contributi, oneri fiscali locali.

Proviamo a chiarire che cosa è effettivamente dovuto al fisco, riflettendo sul concetto di prescrizione. E’ possibile infatti che alcune richieste da parte dell’ente preposto alla riscossione non siano più legittime, poiché è trascorso un determinato lasso di tempo.

Ma che cosa è la prescrizione? Con “prescrizione“, in generale, si intende il periodo di tempo stabilito dalla legge entro il quale può essere fatto valere il diritto alla riscossione. Con “decadenza“, invece, intendiamo la perdita della possibilità di far valere il diritto alla riscossione, se non esercitato entro il termine fissato dalla legge.

Ora, tutte le imposte, le tasse  e i versamenti contributivi si prescrivono, ma non tutti nello stesso lasso di tempo. Inoltre, ogni qual volta l’ente preposto alla riscossione invia un atto di invito al pagamento, la prescrizione si interrompe e il “conto alla rovescia” riparte da capo.

I termini di prescrizione

I termini di prescrizione si calcolano sempre a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale l’imposta risulta esigibile. Vediamo quindi, per diverse tipologie di debiti fiscali, quali sono i termini temporali di prescrizione.

Per IRPEF (imposta sui redditi delle persone fisiche), IRAP (imposta regionale sulle attività produttive), IRES (imposta sui redditi delle società),  IVA (imposta sul valore aggiunto), imposta di bollo, imposta ipotecaria e catastale, canone RAI e diritti camerali, il termine è pari a dieci anni. Ma, come ricordato, ogni qual volta l’ente preposto alla riscossione richiede il pagamento di uno di questi tributi, la prescrizione si interrompe e i dieci anni ripartono da zero.

Prescrizione breve
Quante tasse dobbiamo pagare? – jobsnews.it

La prescrizione breve

Esistono però alcuni tributi che hanno un termine di prescrizione dimezzato, ossia pari a cinque anni. Si tratta di oneri fiscali di carattere localein primis regionali o comunali – come la TARI (tassa sui rifiuti)  l’IMU (imposta municipale propria) e la TOSAP (tassa per l’occupazione del suolo pubblico).

Anche i contributi previdenziali (INPS) e quelli assistenziali (INAIL) si prescrivono in cinque anni. Il bollo auto, invece, ha un termine di prescrizione ancora più breve, pari cioè a tre anni.