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Lavoro, di’ addio alle 40 ore: col chronoworking ne bastano 2 | In questo orario la produttività è al 200%

Chronoworking
Un timer – StockAdobe – jobsnews.it

L’organizzazione del lavoro, dal 2020, è in continua trasformazione. L’ultima innovazione viene dall’Inghilterra e si chiama “chronoworking“.

E’ del 1980 un film commedia americano, il quale ebbe all’epoca un discreto successo. Il titolo dell’opera è indubbiamente specchio dei tempi: “Dalle 9 alle 5… orario continuato” (“Nine to Five“, nell’originale inglese).

E’ già. stiamo parlando di oltre quarant’anni fa, quando il modello dell’organizzazione del lavoro era uno solo ed era più o meno standard per tutti: 8 ore al giorno continuative o, al limite, con una breve pausa pranzo ad interrompere la routine. Negli ultimi anni, però, abbiamo assistito ad una radicale trasformazione di questo modello, soprattutto a partire dall’annus horribilis della pandemia, il 2020.

E da allora abbiamo imparato a conoscere nuove parole, tutte di matrice anglosassone – smartworking, homeworking, remoteworking – che rappresentavano formule organizzative del lavoro tendenzialmente di rottura, che avrebbero riportato benessere e serenità nel lavoro dipendente. E in parte è stato davvero così.

Moltissime sono ancora oggi le realtà imprenditoriali del nostro paese che adottano formule di organizzazione del lavoro di tipo ibrido, nelle quali c’è la possibilità di lavorare in modalità, appunto, smart: un po’ in ufficio, un po’ a casa, a seconda delle esigenze reciproche dell’azienda e del lavoratore.

Le nuove frontiere dell’organizzazione lavorativa

A questa soluzione se ne è aggiunta, recentemente, un’altra. Stiamo parlando dello sdoganamento, sempre più apprezzato anche da noi, della “settimana corta“, ossia della possibilità di lavorare meno di cinque giorni alla settimana (o comunque meno delle canoniche 40 ore settimanali). Quindi: lavorare meno e lavorare dove si vuole.

Ma, a quanto pare, i cambiamenti non finiscono qui. Dall’Inghilterra è stata infatti formulata una nuova proposta: e se si provasse a far lavorare i propri dipendenti in base ai loro ritmi biologici, assecondando in tal modo i cali e gli aumenti naturali di energia?

Bioritmi
Il ritmo biologico della nostra vita – StockAdobe – jobsnews.it

Che cos’è il “chronoworking”

Secondo i dettami della cronobiologia, i livelli di energia di una persona variano nel corso della giornata e a tali alterazioni corrispondono altrettante alterazioni del livello di concentrazione. Se si adattano gli orari di lavoro ai cicli del ritmo biologico di ogni singolo dipendente, è possibile aumentare l’efficienza lavorativa di quest’ultimo.

Di conseguenza, potremmo affrontare le attività che richiedono maggior consumo di energia nei momenti in cui questa è più elevata, mentre potremmo relegare lavori di routine o a “basso consumo” quando siamo in presenza di cali energetici importanti. E poiché i ritmi biologici variano da persona a persona, ognuno adatterà i picchi di lavoro alle proprie disponibilità energetiche: qualcuno lavorerà preferibilmente solo la mattina, qualcuno la sera, ma dando tutti il massimo in termini di efficienza e produttività.