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Pensioni, a marzo l’assegno sarà ai minimi storici: questa imposta non lascia scampo

Pensioni di marzo - Adobe - JobsNews.it
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Nel mese di marzo le pensioni saranno molto più basse: ecco il motivo.

Per l’ormai prossimo mese di marzo le pensioni risulteranno purtroppo essere ai minimi storici.

Il motivo principale di ciò consiste nel fatto che per il prossimo mese si tornerà a prendere in considerazione l’acconto delle addizionali comunali.

Alcuni Comuni hanno reso noto come possa essere in arrivo un aumento proprio dell’addizionale, con questa ultima che andrà incontro ad un nuovo ricalcolo a partire dal prossimo cedolino.

Ecco dunque qui di seguito tutto quello che c’è da sapere in merito alle pensioni in arrivo nel prossimo mese di marzo.

Pensioni di marzo: l’applicazione delle addizionali comunali

Il motivo per cui le pensioni di marzo saranno più basse è dunque prevalentemente di natura fiscale. Per la tassazione sulle pensioni è previsto che sull’importo lordo si vadano ad applicare le trattenute Irpef e le addizionali comunali e regionali, con l’Irpef trattenuta mensilmente dall’Inps che viene calcolata in base al reddito che si presume venga percepito dal pensionato nel corso di tutto l’anno: a gennaio vi è poi un conguaglio in modo da poter calcolare se quanto versato sia effettivamente corrispondente al giusto.

Per quanto riguarda le addizionali regionali, il saldo viene eseguito nel corso dell’anno successivo a quello cui ci si riferisce e nel corso di undici mensilità a partire da gennaio fino ad arrivare a novembre. Per l’addizionale comunale il discorso è praticamente lo stesso, con il saldo che viene effettuato l’anno seguente a quello di riferimento e sempre in undici mensilità da gennaio fino a novembre. Una differenza sostanziale consiste però nel fatto che l’addizionale comunale prevede anche un acconto per l’anno in corso, che viene applicato per nove mensilità a partire dal mese di di marzo fino ad arrivare a quello di novembre. Al saldo per le addizionali comunali e regionali del 2023 va dunque ad aggiungersi a partire dal prossimo cedolino anche la trattenuta riferita all’acconto del 2024.

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L’incremento delle addizionali comunali

La pensione di marzo sarà in sintesi più bassa rispetto a quella del mese di febbraio a causa dell’applicazione dell’aliquota dell’addizionale comunale in acconto per questo 2024. In tanti dunque si ritroveranno a dover avere a che fare con un aumento rispetto ai pagamenti affrontati nel 2023. Un primo esempio al riguardo è quello di Roma, in cui l’aliquota risulta essere dello 0,90% con esenzione per i redditi fino ai 12.000 euro: la trattenuta che viene effettuata a partire dal prossimo cedolino è quindi dello 0,27%.

Altro esempio importante è poi quello di Milano, in cui l’addizionale è invece dello 0,8% con una fascia di esenzione che arriva fino ai redditi da 23.000 euro: per coloro che arrivano fino ai 1.769 euro circa al mese di pensione non si paga, mentre per gli altri a partire dal prossimo mese di marzo vi sarà la prima trattenuta dello 0,24%.