San Francesco torna festivo: cosa cambia per lavoratori, scuole e stipendi

Il 4 ottobre potrebbe diventare un giorno “rosso” sul calendario nazionale: una festa in più, con impatti su buste paga e turni per il settore pubblico e privato.
Due proposte di legge della maggioranza (firmate da Noi Moderati, Fratelli d’Italia e altri) puntano a rendere il 4 ottobre, data di San Francesco d’Assisi, festività nazionale. Se approvata, la norma implicherebbe chiusura di scuole e uffici, e maggiorazioni salariali per chi lavora in quel giorno. Dal 1977 la festa era stata tolta dal calendario civile, ma ora ritorna come giorno “rosso” per omaggio al Santo patrono d’Italia.
Cosa significherebbe concretamente
Se la legge passerà definitivamente, dal 2027 il 4 ottobre sarà un giorno festivo come Capodanno o Ferragosto. Ciò comporterà che i lavoratori dipendenti avranno diritto al giorno di riposo retribuito oppure, se lavoreranno, a una retribuzione maggiorata come previsto per altri festivi. Anche le scuole saranno chiuse, salvo attività essenziali o servizi pubblici che non possono interrompersi.

Quanto costerà e perché San Giuseppe non torna festivo
Il governo stima che il ritorno della festa di San Francesco costerà allo Stato circa 10 milioni l’anno per coprire maggiorazioni, straordinari, turni del personale pubblico e compiti di servizio. Per San Giuseppe invece la proposta è stata scartata perché avrebbe richiesto costi troppo elevati dati i numeri elevati dei lavoratori coinvolti. Da qui la decisione di riferirsi solo a San Francesco, che secondo le stime risulta sostenibile economicamente pur avendo un impatto non trascurabile.