Lavorare senza pagare tasse, sotto questa soglia è tutto regalato: l’INPS non può toccare nemmeno un centesimo
Nel 2024 esistono due soglie di reddito al di sotto delle quali non è dovuto pagare tasse e versare contributi. Scopriamo assieme quali sono.
E’ noto a tutti che la tassazione sui redditi delle persone fisiche, in Italia, ha natura progressiva.
Ciò significa, in altre parole, che chi guadagna di più ha l’obbligo – di natura peraltro costituzionale – di pagare più tasse rispetto a chi guadagna di meno. Questo principio è rispecchiato dal modo in cui l’IRPEF – l’imposta sui redditi – funziona. Oggi esistono infatti tre aliquote fiscali, le quali si applicano ai redditi per scaglioni.
Fino a 28.000 € di reddito lordo, si applica l’aliquota del 23%; dai 28.000 € ai 50.000 € quella del 35%; sopra i 50.000 €, infine, quella del 43%. Tre aliquote fiscali, quindi, per tre scaglioni di reddito: una bella semplificazione rispetto agli anni Settanta, quando gli scaglioni erano ben 32 e l’aliquota massima arrivava addirittura al 72%.
Esiste però una soglia di reddito al di sotto della quale l’IRPEF non è dovuta: stiamo parlando della cosiddetta “No tax area“. A dir la verità, per il 2024, le soglie sono due, differenziate per lavoratori dipendenti e pensionati da una parte e per lavoratori autonomi dall’altra. La prima è pari ad 8.500 €, mentre la seconda è più bassa, pari cioè a 5.500 €.
Come funziona la “No tax area”
Per un lavoratore dipendente il cui reddito imponibile sia pari o inferiore a 8.500 € l’IRPEF non è dovuta sostanzialmente per effetto delle detrazioni da lavoro dipendente. Queste infatti sono pari – sino a 15.000 € – a 1.955 € annui, che è esattamente il 23% di 8.500 €.
Per gli autonomi, ovvero i titolari di Partita IVA, il discorso è più semplice: costoro sono esenti IRPEF se il loro reddito imponibile annuo non supera i 5.500 €. Attenzione però, questo esonero è previsto solamente nel caso in cui il lavoratore autonomo aderisca al regime ordinario: per i forfettari la no tax area è esclusa.
La riduzione del cuneo contributivo
Ma c’è un ulteriore elemento che gioca a favore dei lavoratori dipendenti, ossia la riduzione del cuneo contributivo. La legge attuale prevede infatti uno sconto del 7% sui contributi previdenziali versati dal lavoratore, per i redditi annui lordi (RAL) inferiori a 25.000 €.
Se invece la RAL è superiore a 25.000 € ma inferiore a 35.000 €, lo sconto scende al 6%. Si tratta comunque di una bella agevolazione, considerando che, a regime, è dovuto all’INPS il 9,19%. Quindi, riepilogando, per i redditi molto bassi non è dovuta alcuna tassa allo stato e, inoltre, la contribuzione previdenziale risulta essere veramente minima, pari cioè al 2,19%.