
Sono trascorsi 1008 giorni dalla scadenza del contratto di lavoro delle donne e degli uomini in divisa. Sostanzialmente 3 anni, oltre 1.000 giorni non sono certamente pochi e questa non è una bella notizia. C’è però un aspetto positivo: da circa un mese abbiamo avviato un tavolo tecnico sulle materie oggetto di confronto nella speranza di caratterizzare “normativamente” il contratto in scadenza, dopo circa 20 anni (20 anni!!!) dal famoso Dpr 164 del 2002.
La corposa bozza da noi licenziata, la piattaforma della Federazione Silp Cgil – Uil Polizia approvato dal Comitato Direttivo Nazionale del sindacato, prevede per il personale non dirigente alcune novità. A partire dalla necessità di ottenere finalmente un aumento del trattamento economico fondamentale e accessorio, del trattamento di missione e del lavoro straordinario. Da rivedere e riconoscere in modo adeguato anche le indennità delle specialità, dei reparti speciali, dei servizi di protezione, della polizia di prevenzione e della polizia giudiziaria, senza dimenticare l’indennità di insegnamento e tutte le altre indennità. Sull’assegno di funzione, che in questi anni ha costituito l’unica garanzia di incremento stipendiale in assenza di rinnovi contrattuali, abbiamo chiesto una riduzione dell’anzianità necessaria per le varie fasce. Di particolare interesse, per il nostro sindacato, il tema del Fesi, Il Fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali che dovrà assumere maggiore rilievo nella contrattazione, quale strumento di ristoro per le attività svolte specificatamente dal personale della Polizia di Stato. Anche sul diritto al pasto, tema molto sentito dalle operatrici e dagli operatori in divisa, ferma restando l’utilità del servizio mensa in determinate circostanze, è ormai convincimento comune che le soluzioni alternative, come convenzioni e buono pasto, spesso risultino più rispondenti alle esigenze reali.
Tra le novità che fanno parte della nostra piattaforma, quelle relative all’orario di lavoro e all’impiego del personale: come è noto, attribuiamo notevole valenza e attenzione al tema dei diritti, in un legame stretto che tiene insieme i problemi delle turnazioni, degli orari dì lavoro, delle retribuzioni, dell’organizzazione stessa del lavoro e della dignità psico-fisica del lavoratore. Non dimentichiamo neanche l’importanza che riveste una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, che deve necessariamente implicare l’essenzialità del ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori di polizia e la centralità dei luoghi in cui si svolge l’attività lavorativa. In tale ottica va considerata con favore la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, misura che avrà indubbi benefici anche sul versante di nuove assunzioni e della riduzione dell’elevata età media degli operatori di polizia. Occorre recepire l’obiettivo europeo sulla durata massima dell’orario di lavoro settimanale. In tema di diritti v’è poi la necessità di ampliare e migliorare vari istituti, come quelli del congedo ordinario e dei riposi, del congedo straordinario, dell’aspettativa e delle cure termali e del congedo per la formazione. Va poi introdotto l’istituto delle ferie solidali. A proposito di formazione, all’Amministrazione abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere maggiore attenzione per l’aggiornamento e l’addestramento professionale. Per ciò che concerne la tutela legale e le coperture assicurative, abbiamo chiesto un incremento delle risorse già previste per la stipula di convenzioni da destinare alla copertura della responsabilità civile ed amministrativa per gli eventi dannosi, non dolosi, causati a terzi dal personale delle forze di polizia nello svolgimento della propria attività istituzionale. In materia di coperture assicurative, è centrale nella nostra rivendicazione la questione dell’assicurazione sanitaria. Al centro della nostra proposta rivendicativa pure i temi della famiglia, delle pari opportunità e delle unioni civili, del welfare integrativo e della politica della casa, della legge 104/92.
Prioritaria resta la questione dell’applicazione del D.Lgs. 81/2008 e dunque dei temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro a cui si affianca la necessità di monitorare, anche con apposite commissioni, il fenomeno del mobbing nell’ambito della Polizia di Stato. Un focus a parte merita la problematica della violenza di genere. V’è poi, sullo sfondo, il tema della previdenza complementare e di quella obbligatoria, la necessità di tutelare i diritti acquisti e di garantire diritti per i giovani poliziotti, affinché non diventino i poveri del domani: per questo oggi più che mai è necessario avviare la previdenza complementare con la costituzione di un fondo del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico o esclusivamente della Polizia di Stato. Infine, ma non meno importante, la questione delle libertà sindacali, partendo dalla necessità di una piena sindacalizzazione, superando da questo punto di vista le anacronistiche previsioni della legge 121/81, fino all’introduzione di efficaci forme di garanzia per evitare l’utilizzo di fattispecie disciplinari che, anche in maniera indiretta, tendano alla limitazione dell’esercizio delle libertà individuali e dell’attività sindacale. Ciò detto, bisogna sottolineare una importante novità. Dopo molti anni abbiamo altresì raggiunto l’importante traguardo della contrattualizzazione del personale dirigente. Purtroppo, bisogna dirlo, non abbiamo avviato questa trattativa nel migliore dei modi, sia per la lentezza della “macchina” ministeriale e sia per le risorse messe a disposizione. Ma da qui bisognerà per forza ripartire. Le riunioni al Dipartimento della Funzione Pubblica vanno avanti proprio in questi giorni. L’auspicio è quello di poter chiudere al meglio, anche con maggiori risorse rispetto a quelle inizialmente allocate, destinando quanto prima gli aumenti ai nostri lavoratori che, in un periodo così difficile come quello attuale, hanno sempre garantito i servizi primari ad una collettività che ha attraversato, insieme ai nostri colleghi, due anni particolarmente difficili. Sacrifici che non vanno dimenticati e che, anzi, vanno ristorati concretamente.
Daniele Tissone è segretario generale Silp-Cgil
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