Scuola. Serve un vertice di Conte con 4 ministri per dare un taglio al caos. Azzolina commissariata?

Scuola. Serve un vertice di Conte con 4 ministri per dare un taglio al caos. Azzolina commissariata?

I test sierologici al personale scolastico, docente e non docente, sono partiti in tutte le Regioni italiane e, da oggi, è attivo anche l’Help Desk per otto ore al giorno (lunedì-sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), dedicato interamente alla ripresa, a cui le scuole potranno rivolgersi in caso di dubbi. Sono gli ultimi tasselli verso la riapertura degli istituti, per cercare di contenere il più possibile i contagi da coronavirus e restituire ai ragazzi un po’ di normalità. Si parte il primo settembre per i recuperi e, per tutti, il 14 con una cerimonia di avvio, alla presenza del Presidente della Repubblica, a Vo’ Euganeo, tra le prime zone rosse d’Italia.

A fare il punto a palazzo Chigi insieme al premier Giuseppe Conte ci sono i ministri coinvolti Lucia Azzolina (Scuola), Paola De Micheli (Trasporti), Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali). L’esecutivo lima gli ultimi dettagli prima dell’apertura dei cancelli. Nessuna deroga, a quanto filtra, all’uso della mascherina e al metro di distanza sui mezzi di trasporto pubblico locale. Si punta a utilizzare i separatori e a differenziare gli orari scolastici. Le Linee guida per il rientro in classe, da cui sono partite le operazioni per la ripresa, sono del 26 giugno scorso. In vista di settembre sono stati stanziati 2,9 miliardi per consentire lavori di edilizia scolastica, affitto di nuovi spazi, acquisto di nuovi arredi (2,4 milioni di banchi monoposto saranno distribuiti nelle scuole dall’8 di settembre fino al mese di ottobre), l’incremento di docenti e Ata, la formazione del personale, l’acquisto di strumenti tecnologici. Durante l’estate sono stati siglati i protocolli di sicurezza con i sindacati di categoria e il Comitato tecnico scientifico ha aggiornato le proprie disposizioni in relazione all’andamento della curva epidemiologica. L’Istituto superiore di sanità ha stilato le regole per la gestione di casi e focolai nelle scuole. L’Iss ha raccomandato, tra l’altro, la presenza di un referente scolastico “adeguatamente formato” per il Covid-19 in ogni istituto, un registro degli eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19.

L’uso della mascherina, al momento, è confermato anche al banco, quando non si potrà assicurare il metro di distanza tra alunno e alunno. In caso di sospetto contagio, ad essere attivati saranno il referente scolastico, i genitori, il pediatra o il medico di medicina generale e il dipartimento di Prevenzione (nei dipartimenti di prevenzione, dovrà esserci comunque un medico di riferimento).Se un alunno manifesta i sintomi a scuola, le raccomandazioni prevedono che vada isolato in una stanza allestita ad hoc, assistito da un adulto che indossa una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati e attivati. Una volta riportato a casa, i genitori dovranno contattare il pediatra o medico di Medicina Generale che deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di Prevenzione (DdP) per eseguire il tampone. Se il test è positivo, il DdP traccerà i contatti e valuterà, quando necessario, la quarantena per i compagni di classe e gli insegnanti. Se un alunno o un operatore scolastico, invece, fosse convivente di un caso positivo, sarà considerato contatto stretto e posto in quarantena, i suoi compagni di classe, invece, no. Molti alunni mancanti in una classe potrebbero essere una spia di un focolaio, per questo gli istituti dovranno monitorare le assenze e comunicare le situazioni anomale.

Oggi poi sono rimaste deluse le aspettative delle Regioni che speravano in una deroga al metro di distanza sui mezzi di trasporto: il Comitato tecnico scientifico ha ribadito che, anche con la mascherina, la distanza di almeno 1 metro tra gli occupanti del mezzo pubblico dovrà esserci e se si pensa all’utilizzo di separatori, la soluzione non sarà disponibile a breve e non potrà applicarsi a metro e bus. E pure l’idea di differenziare gli orari scolastici, “non può essere la soluzione”, spiega il coordinatore degli assessori regionali ai Trasporti, Fulvio Bonavitacola. “Le Regioni – aggiunge – avevano da tempo sollecitato una strategia nazionale a riguardo”. Insomma, come i ragazzi raggiungeranno le scuole rimane un rebus non di poco conto, perché se è chiaro che le scuole verranno riaperte dal 1 settembre per il recupero degli apprendimenti e dal 14 per le lezioni, non è ancora chiaro come si farà a farlo senza poter prendere i mezzi pubblici. In questo contesto, le Regioni si muovono anche autonomamente. E’ il caso della Campania, che ha deciso di acquistare termoscanner da assegnare agli istituti scolastici per fare in modo che la temperatura venga misurata agli alunni all’ingresso degli stessi istituti. Si comincerà dalle secondarie superiori.

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