
Sono 552 i nuovi casi da Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto ai 402 di ieri. Questo incremento porta i casi totali registrati da inizio pandemia a 249.756. Lo si evince dai nuovi dati elaborati dal ministero della Salute e dalla Protezione civile nazionale. I decessi sono tre e portano il totale delle vittime a 35.190. Il totale degli attualmente positivi è di 12.924, di questi 762 sono ricoverati con sintomi, 42 sono in terapia intensiva e 12.103 in isolamento domiciliare. Mentre i ricoverati con sintomi sono 779. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 59.196, per un totale di 7.158.909. Molise e Basilicata sono le due le regioni Covid-free. Oggi è il Veneto che registra il maggior incremento di positivi nelle ultime 24 ore con 183 nuovi casi, il totale degli attualmente positivi è di 1.215 (20.535 casi totali), oggi si registra una vittima (totale decessi 2.078). Il numero di casi coronavirus “tende ad aumentare rispetto alla scorsa settimana, Rt resta intorno ad uno, ma supera l’unità in diverse Regioni, si abbassa l’età delle persone colpite da Covid e diversi focolai sono presenti sul territorio nazionale, molti dei quali innescati da casi importati. Anche se migliore rispetto ad altri Paesi, la situazione epidemiologica italiana merita molta attenzione. Bisogna che la popolazione continui a mantenere comportamenti prudenti e bisogna essere molto attenti e intervenire rapidamente per identificare eventuali focolai, in modo da poterli contenere prontamente” commenta Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute.
La situazione nel mondo
Il numero dei casi di coronavirus ha superato quota 19 milioni nel mondo, tra record di contagi e un ritorno dell’epidemia che non risparmia nessun angolo del pianeta e che vede anche l’Africa superare il milione di infezioni. Intanto l’Oms ha pubblicato nuovi dati sulla pandemia, avvertendo che il numero di casi si è moltiplicato per sette tra bambini e neonati e per sei tra i giovani. Secondo il bollettino della Johns Hopkins University, i contagi accertati sono 19.111.123, mentre le vittime sono 715.163. Al primo posto gli Stati Uniti (4.883.646 contagi), il Brasile con quasi 3 milioni (2.912.212), l’India con più di due milioni, la Russia con poco più di 870 mila e il Sudafrica con poco più di 538 mila casi. Gli Usa sono anche il paese con più morti, 160.104, seguiti da Brasile (98.493) e Messico con 50.517. La Spagna ha superato la Gran Bretagna ed è diventato il primo Paese in Europa per numero di infezioni, 309.855. Solo in Catalogna nelle ultime 24 ore sono stati accertati 1.181 nuovi casi. La Germania per il secondo giorno consecutivo conta più di 1.000 nuove infezioni (1.147) un dato che riporta il Paese a tre mesi fa. Passo indietro anche per la Grecia, che ha registrato 153 nuovi casi, un dato simile al record di 156 datato 21 aprile. Restano alti i dati in quasi tutti i Paesi dell’Europa dell’Est, con la Polonia che supera gli 800 casi al giorno. Numeri in risalita anche in Turchia, 1.153 nuovi casi ieri, per un totale che ora tocca quota 237.265. Il coronavirus potrebbe uccidere quasi 300.000 americani entro dicembre, secondo i nuovi dati dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington che ha elaborato un modello matematico per il calcolo delle vittime. “E’ come essere su una montagna russa”, ha dichiarato il direttore del IHME, il dott. Christopher Murray, spiegando che quando le persone vedono aumentare le infezioni sono molto attente a tutte le precauzioni mediche richieste, quando i numeri si abbassano, anche le persone abbassano la guardia e “il ciclo potenzialmente mortale ricomincia”. Intanto i governatori di Alabama, Colorado,Rhode Island e Carolina del Nord hanno imposto restrizioni sulle ore di vendita degli alcolici e stanno considerando di inasprire le misure, come si propone la California, dove il governatore ha minacciato di staccare la corrente alle case in cui si svolgeranno party.
Istituto Spallanzani di Roma, al via da lunedì visite le dei volontari per il vaccino made in Italy
Il vaccino ‘made in Italy’ è pronto e dal 24 agosto partirà la sperimentazione allo Spallanzani di Roma. Si cercano per questo 90 volontari e da lunedì 10 partirà la scelta dei candidati. Il vaccino, realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera, con sede a Castel Romano, ha già superato i test preclinici effettuati sia in vitro che su animali. La speranza è forte perché i primi risultati hanno già evidenziato una forte risposta immunitaria e un buon profilo di sicurezza. L’annuncio è arrivato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: “Arrivate allo Spallanzani le prime dosi del vaccino completamente made in Italy pronto ora alla fase di sperimentazione sull’uomo. Finanziato dalla Regione Lazio con un investimento da 5 milioni insieme al ministero della Ricerca. Dal 24 agosto sarà somministrato a 90 volontari”. L’assessore alla Sanità della Regione Alessio D’Amato fa sapere: “Lo Spallanzani sta completando la ricerca dei volontari per la sperimentazione”. Alla piattaforma vaccinale italiana, supportata dal ministero della Salute, hanno collaborato l’Inmi e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. “E’ una grande intensa emozione”, ha commentato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, aggiungendo: “Oggi avvertiamo la sensazione, tanto cullata, di essere all’inizio della fine di questa aspra e dura battaglia che il popolo italiano tutto sta combattendo da tempo. Vinceremo!”.
“Davvero una bella notizia! Abbiamo finanziato con 3 milioni di euro il protocollo che ha dato il via al progetto di sviluppo del vaccino anti covid. Questa è l’Italia che lavora di squadra per il bene di tutti i cittadini!”, sottolinea soddisfatto il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. Verranno dunque arruolati a partire da lunedì i volontari su cui testare le dosi di vaccino anti-Covid; saranno sottoposti a visite mediche da parte di equipe cliniche appositamente formate. I novanta volontari saranno suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età tra i 65 e gli 85 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuno dei quali verrà somministrato un diverso dosaggio di vaccino. Durante la ‘fase 1’ ad ognuno dei volontari verrà iniettata una dose di vaccino, e successivamente ogni paziente sarà sottoposto a sette controlli, il primo dopo due giorni dalla vaccinazione, l’ultimo dopo 24 settimane. Se i risultati di questa fase saranno positivi, la ‘fase 2’ potrebbe iniziare già in autunno su un più elevato numero di volontari, sia in Italia che in altri Paesi. Il vaccino è stato prodotto con la tecnologia del “vettore virale non-replicativo” ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale – spiegano gli esperti – agirà come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike nelle cellule umane, la proteina attraverso la quale il virus riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano.
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