Valerio Calzolaio. Il libro della settimana. Giovanna Ceccatelli, Atlante delle migrazioni. Dalle origini dell’uomo alle nuove pandemie, Edizioni Clichy, Firenze 2020

Valerio Calzolaio. Il libro della settimana. Giovanna Ceccatelli, Atlante delle migrazioni. Dalle origini dell’uomo alle nuove pandemie, Edizioni Clichy, Firenze 2020

Terra. Da milioni di anni e ancora. Migrare, muoversi in lungo e in largo sul nostro pianeta, è un fenomeno primordiale, irreversibile e universale, che distingue l’uomo dagli altri esseri viventi. Tutti anche oggi abbiamo come antenati, originari e condivisi, un uomo e una donna di colore. Pregiudizi, luoghi comuni, stereotipi possono essere corretti, ridimensionati, o addirittura sconfessati da numeri, documenti e dati oggettivi. Per fare un atlante delle migrazioni umane bisogna dunque partire dalla paleontologia e dalla genetica, passando attraverso la storia e la geopolitica, per arrivare a ricostruire le cause e gli effetti, generali e contingenti, della situazione attuale, a livello internazionale ma soprattutto riguardo alla realtà in continuo mutamento del nostro paese. Le migrazioni, con la loro millenaria evoluzione e la loro planetaria geografia, possono aiutarci a ripensare il passato e a immaginare un diverso futuro. L’Africa è il più probabile luogo d’origine degli ominidi e della specie umana, l’intera popolazione “sapiente” cresciuta e giunta fino a oggi è discesa da un piccolo gruppo iniziale di africani neri. Migrazioni, accoppiamenti, discendenze familiari e continue forme di spostamento, rimescolamento e meticciato hanno prodotto infinite variazioni collettive e individuali. Senza la curiosità dei viaggiatori, il coraggio degli esuli e le speranze dei migranti il mondo sarebbe ancora un mosaico di culture chiuse, limitate e autoreferenziali. Quello della preservazione identitaria rischia di diventare l’ultimo baluardo dell’ignoranza etnocentrica e del sospetto securitario, che fingono di non vedere come niente nel mondo globalizzato e nella nostra vita quotidiana sia ormai specificamente appartenente a una singola cultura “etnica” o nazionale. Fra i diritti degli esseri umani, nostri e dei migranti, c’è o dovrebbe esserci anche quello di scegliere e modificare la propria identità, anzi di “inventarla” e trasformarla nel tempo, con un paziente e creativo lavoro di bricolage.

L’esperta sensibile sociologa Giovanna Ceccatelli, professore ordinario dell’Università di Firenze, ha svolto anche corsi sulla cooperazione e sulla mediazione dei conflitti, poi su razzismo, omofobia e altre forme di esclusione. Pure sulla base dell’esperienza di ricerca e didattica, a fine 2012 ha promosso e fondato con altri studiosi una bella casa editrice indipendente, Edizioni Clichy, per la quale esce ora un suo interessante corposo testo multidisciplinare che affresca con competenza e acume le tracce multidirezionali del fenomeno migratorio. Il bel volume non vuole essere un testo scientifico, piuttosto soltanto un racconto divulgativo e ben orientato, una lettura della realtà che viviamo basata su delle idee, culturalmente e scientificamente strutturate, e su dei valori, cioè su una visione etica della realtà presente e della storia. Ognuno dei cinque capitoli esamina una prospettiva mantenendo comunque continui riferimenti agli aspetti quantitativi e qualitativi dell’attualità, senza grafici o tabelle. Il primo (più breve) capitolo ricostruisce gli albori di Homo sapiens sulla terra e sottolinea come migrazioni e mescolanze siano state caratteri specifici e permanenti, dei quali vi sono impronte in ognuno di noi viventi oggi ovunque. Il secondo capitolo si concentra sugli ultimi millenni e poi sulla svolta delle scoperte e delle colonizzazioni, in particolare quelle europee del Nuovo Mondo, le Americhe e non solo. Il terzo capitolo è il più lungo e articolato: “la situazione attuale; cause ed effetti dei nuovi movimenti migratori”. Si parte ovviamente dai processi di decolonizzazione e dei migranti “di ritorno” per affrontare le dinamiche recenti dei disastri sociali e ambientali, in particolare le urgenze dei cambiamenti climatici antropici globali e i limiti degli aiuti allo sviluppo. Il quarto capitolo (“il ritorno dei muri e delle frontiere, norme di protezione e di difesa”, con il supporto della ricercatrice Stefania Tusini) ha un approccio più giuridico, dalla Dichiarazione Universale del 1948 alle claudicanti norme comunitarie; il quinto (“l’Italia del presente e quella di un possibile futuro”) più sociologico, sempre corredato di dati e riferimenti ineccepibili, dalla mitologia politico-culturale (l’invasione che non c’è, la sicurezza che non c’è) ai tanti imprevisti valori delle migrazioni. Un glossario degli acronimi e delle fonti con sitografia (con il supporto della ricercatrice Stefania Tirini), una bibliografia essenziale e un’inedita filmografia completano il testo.

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