Polemiche e veleni sul dossier Autostrade. Cdm spostato alle ore 22. La ministra De Micheli inviò a Conte un documento il 13 marzo: la revoca costa allo Stato 23 miliardi. Fillea Cgil: garanzie occupazionali

Polemiche e veleni sul dossier Autostrade. Cdm spostato alle ore 22. La ministra De Micheli inviò a Conte un documento il 13 marzo: la revoca costa allo Stato 23 miliardi. Fillea Cgil: garanzie occupazionali

Polemiche e veleni ancora sul dossier ma la decisione su Autostrade è destinata a slittare. Questa sera alle 22 ci sarà un Consiglio dei ministri durante il quale il premier Conte ripeterà la necessità di tener fuori i Benetton oppure, ribadirà, si procederà alla revoca. Iv e Pd sono per l’ingresso di Cdp. Sul tavolo anche l’ipotesi di un commissariamento. “Avviene – spiega il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti (M5S) Cancelleri – attraverso la revoca di Aspi per cui non si perde neanche un posto di lavoro. La società continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo. Dopodiché si mette al bando la concessione. Noi come M5S stiamo proponendo che Anas subentri solo nella parte di controlli di sicurezza”. Durante la riunione del Cdm si discuterà delle possibili conseguenze legate sia alla revoca che alla revisione della concessione. Il 13 marzo il ministro dei Trasporti De Micheli inviò a Conte un documento nel quale veniva ricostruita la trattativa con Aspi e veniva illustrato anche il parere dell’Avvocatura di Stato. Togliere le concessioni ai Benetton può costare 23 miliardi allo Stato, la tesi. “Credo sia opportuno sottoporre al consiglio dei ministri la percorribilità della soluzione transattiva”, l’invito del ministro dem al presidente del Consiglio.

“Credo sia opportuno sottoporre al Consiglio dei Ministri la percorribilità della soluzione transattiva nei termini di cui sopra ovvero nei diversi termini che Tu e il Consiglio dei ministri riterrete individuare” scrive nella lettera del 13 marzo scorso il ministro dei Trasporti Paola De Micheli al premier Giuseppe Conte, invitando a considerare “la delicatezza e la complessità della questione”. Nella lettera il ministro ricorda gli impegni annunciati di Autostrade e che riguardano in particolare un intervento di 2,9 miliardi di euro, di un piano straordinario di interventi pari a 14,5 mld di cui 5,3 mld nel periodo 2020-2023 nonché l’accettazione del profilo tariffario dell’1,93% con la rinuncia al contenzioso in essere verso l’Art e tutti gli altri attori. Il ministro ricorda inoltre che “l’attuale situazione di incertezza in relazione alla non definita procedura di risoluzione della Convenzione rischia di compromettere comunque la situazione finanziaria di Aspi che, per le vie brevi, ha segnalato una ormai prossima crisi di liquidità che comporterebbe il venir meno degli investimenti già programmati sulla rete autostradale in concessione, alla quale si aggiungerebbe inevitabilmente una ricaduta sui livelli occupazionali della società stessa”.

E sulle garanzie occupazionali e la continuità aziendale interviene il segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi

“Qualunque scelta faccia il Governo, la salvaguardia totale dell’occupazione, la continuità industriale e la sicurezza delle strade dovranno essere le priorità” afferma in una nota il segretario generale degli edili Cgil Alessandro Genovesi, intervenendo sulla vicenda Autostrade. “Se la concessione dovesse rimanere in capo ad Aspi (indipendentemente dalle soluzioni sugli assetti societari), dovranno essere garantiti quindi tutti i livelli occupazionali dei settori manutenzioni e costruzioni, progettazioni, attività di sorveglianza e relativi servizi connessi, ovvero nessuno escluso. E dovranno essere confermati ed implementati gli investimenti annunciati dall’ultimo Piano Industriale. Da troppe parti si comincia a parlare di salvaguardare solo una parte dei dipendenti del gruppo e non tutti. Così non va”. Qualora il governo decidesse per la revoca della concessione e l’assegnazione provvisoria ad Anas in attesa di una nuova gara internazionale “sia chiaro che la strada migliore, per non dire l’unica, atta a garantire la tutela degli oltre 8 mila lavoratori delle diverse aziende del gruppo, la continuità salariale, il rispetto del CCNL edile, non potrà che essere quello della costituzione di una società ad hoc, che non disperda le professionalità ed i profili industriali. Così come dovrà essere inserita una specifica e rigida clausola sociale nell’eventuale nuovo bando di gara”, prosegue il segretario Fillea. “Nel rispetto di tutti gli interessi in campo, deve prevalere quello generale che non può non partire dalla difesa di chi materialmente assicura la funzionalità delle nostre infrastrutture in totale sicurezza per i cittadini. Su questo, come Fillea siamo pronti, auspicabilmente anche a livello unitario, alla mobilitazione, chiamando tutte le lavoratrici e lavoratori a manifestare a Roma, già dai prossimi giorni”, conclude il leader degli edili Cgil.

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