Patrizio Paolinelli. Tre domande a… Giorgio Benvenuto. “Il governo Conte sta in piedi perché non governa”

Patrizio Paolinelli. Tre domande a… Giorgio Benvenuto. “Il governo Conte sta in piedi perché non governa”

Utilizzare o non utilizzare il Mes? Questo è il dilemma che sta dividendo sia i partiti di governo sia quelli dell’opposizione. Se lei dovesse dare un consiglio a entrambi cosa suggerirebbe?

Di usare il buon senso. Vede, ci sono molti motivi sia di carattere tecnico sia di carattere politico per ricorrere al Mes. Quelli tecnici li ha elencati molto bene la giornalista Isabella Bufacchi in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore. Senza riprendere tutte le sue argomentazioni basti pensare che utilizzando il Mes l’Italia potrebbe ottenere un prestito di 36 miliardi da restituire in dieci anni a un tasso d’interesse irrisorio e invariabile. Tutte le altre opzioni ci costerebbero di più. Per quanto concerne i motivi politici sono presto detti. In autunno potrebbe manifestarsi una seconda ondata epidemica e il prestito che si può ottenere col Mes è stato predisposto proprio per potenziare la sanità. Dunque, prima lo si utilizza meglio è. O vogliamo continuare a perdere tempo in discussioni e a ottobre-novembre farci trovare impreparati? In tal caso come la prenderebbero i cittadini? Se il coronavirus dovesse tornare a colpire in maniera pesante, il nostro sistema sanitario non potrebbe reggersi ancora una volta sugli eroi. Ecco perché dovremmo utilizzare le risorse che l’Unione ci mette subito, e sottolineo subito, a disposizione. Risorse che potremmo destinare alla ricerca, al rilancio del settore farmaceutico e per recuperare gli evidenti ritardi del sistema sanitario.

In questa fase però il buon senso non sembra prevalere nel corpo politico italiano. La zuffa è continua…

Credo che se la si finisse con lo stato di polemica permanente a guadagnarci sarebbero tutti, sia il governo sia l’opposizione. Restando sul Mes: così come l’Italia è diventata un modello per le misure che ha preso al fine di contenere il Coronavirus, allo stesso modo potremmo diventare un modello per l’utilizzo ottimale delle risorse offerte dall’Unione. Le capacità non ci mancano e sarebbe un risultato importante per tutto il nostro sistema politico. Ci guadagneremmo in credibilità davanti all’Europa. E ne abbiamo tanto bisogno visto che l’altro giorno a Bruxelles PD e 5 Stelle proprio sul Mes hanno votato in maniera opposta. Ma c’è un altro aspetto di cui occorre tenere conto. Se dal punto di vista sanitario in autunno il Paese sarà in sicurezza l’economia non subirebbe un altro drammatico stop. E tuttavia al sistema produttivo non basta tenere a bada il coronavirus. Occorre intervenire subito anche su altri fronti. Mi riferisco al decreto semplificazioni che tante polemiche sta sollevando tra i partiti e infatti non riesce a decollare. Invece è necessario voltare pagina. E si volta pagina convincendosi che non c’è un’anonima burocrazia contraria alle semplificazioni, ma che è la politica che non riesce a decidere. L’Italia è il paese dove esiste una grande corruzione, un numero abnorme di authority e un sistema di regole e sanzioni non definito. In questa situazione prevale la logica del controllo. E così quando si devono realizzare le opere pubbliche si finisce in un labirinto dal quale non si riesce a uscire. È evidente a tutti che con la crisi scatenata dalla pandemia questa situazione non può più continuare. Ed ecco venir fuori il decreto semplificazioni. Ma i partiti di maggioranza iniziano a litigare fra loro e continuano persino durante la discussione in Parlamento. Quella che lei ha chiamato la zuffa continua non giova al Paese. Occorre quindi che le forze che sostengono il governo procedano a un chiarimento. Un chiarimento fino in fondo. Per come è nata e per come si sta sviluppando la vicenda de decreto semplificazioni mostra ancora una volta la difficoltà che ha il governo di decidere. L’unica cosa che riesce a fare sono le nomine. Ma niente di carattere strutturale, nessuna soluzione  dei maggiori punti di crisi. Rinvia continuamente nonostante Conte dica il contrario. Paradossalmente questo governo sta in piedi perché non governa.

Come valuta la sollecitazione del premier Conte rivolta a PD e 5 Stelle di presentarsi uniti alle prossime elezioni regionali?

Mi pare una proposta di buon senso. Se il governo vuole durare e se si vuole che questa maggioranza elegga il nuovo Presidente della Repubblica nel 2022 credo che un’alleanza alle prossime regionali vada tentata. E per alleanza non intendo certo liste uniche ma un’intesa programmatica. Tenga presente che la sollecitazione di Conte arriva dopo l’invito di Zingaretti ai 5 Stelle di non andare divisi al confronto elettorale a settembre o, peggio ancora, in aperta conflittualità. D’altra parte le Regioni sono diventate realtà che contano moltissimo nella gestione del Paese. Si tratta dunque di elezioni importanti. Naturalmente ho i piedi per terra e so bene che le liste si debbono presentare ad agosto. Quindi i tempi sono molto ridotti. Conte ha posto il problema e spero lo abbia fatto per risolverlo e non per avere poi un alibi per dire io ci ho provato ma non ci sono riuscito. Sembra che qualche spiraglio tra qualche big dei 5 Stelle si stia aprendo. Purtroppo però la politica si fa giorno per giorno. Quello che si dice lunedì non vale martedì. Oggi il dibattitto politico ha una tale variabilità che è impossibile fare previsioni. Forse sarebbe stato meglio che anziché tenere gli Stati generali dell’economia ci fosse stata una riunione tra i partiti della maggioranza per elaborare un programma. Così non è stato e Conte fa quello che può inseguendo umori e improvvisazioni, oggi di questo, domani di quell’altro esponente della maggioranza che lo sostiene. Abbiamo parlato tanto di buon senso, speriamo che alla fine prevalga.

Share