
“Non dobbiamo perdere tempo, perché a soffrirne sarebbero i più deboli”. Nel suo discorso all’Europarlamento per presentare il semestre tedesco di presidenza Ue, Angela Merkel scandisce le parole quando parla del Recovery fund da svariate centinaia di miliardi di euro pensato per salvare il continente dalle conseguenze del coronavirus. Ma in effetti il suo obiettivo è addirittura più ampio: non solo uscire “più forti” dalla pandemia, ma far ritrovare all’Europa la sua vocazione, farla tornare ad essere “una speranza”, nel segno dei diritti, della coesione, della capacità di “gestire il futuro”. La cancelliera ci tiene a coniugare il suo proverbiale pragmatismo ad un’idea di Europa che affermi con maggiore consapevolezza il suo “ruolo nel mondo”, un mondo complesso e globalizzato, come ribadisce più volte, dove non ci sono risposte semplici e dove gli antichi equilibri geopolitici di una volta sono ormai un ricordo. Dunque ricostruire la forza economica di tutti gli Stati membri è una condizione essenziale: “Mi auguro che un accordo sul fondo per la ripresa economica europea si raggiungerà entro l’estate”, ripete Merkel, spiegando “la dimensione sociale è altrettanto importante per la coesione dell’Europa quanto quella economica” e che la solidarietà per le regioni più colpite dalla pandemia è “nell’interesse di tutti”. E’ un chiaro riferimento alle resistenze dei Paesi cosiddetti “frugali” (Olanda e Austria in testa), ma non solo: “L’Europa può uscire più forte dalla crisi del coronavirus solo se è disposta a trovare soluzioni comuni, se ognuno è disposto a vedere i punti di vista dell’altro. Saremo più forti se rafforzeremo insieme il senso di comunita’ dell’Europa e la sua visione”. Lo aveva detto anche poco prima, accolta dal presidente dell’Europarlamento David Sassoli: il Recovery fund “non deve servire solo a ricreare le condizioni precedenti alla crisi, ma deve essere anche utilizzata per fare un passo nel futuro”.
Così, ad una settimana dall’effettivo inizio del semestre ‘tedesco’ alla guida dell’Ue, Merkel ha voluto ribadire che oltre agli strumenti finanziari da mettere in campo saranno “i principi europei” a permetterci di superare la crisi. Tra questi – e qui Merkel si rivolge a tutte le parti in causa, non solo ai “frugali” – vi è anche “la disponibilità al compromesso”, necessario per varare il prossimo bilancio e soprattutto per varare il programma da 750 miliardi. “Dovremo tutti venirci incontro”, dato che sulle modalità dell’erogazione degli aiuti ai Paesi più colpiti dalla crisi molti punti di vista “sono ancora distanti”. Ma Merkel non si è fermata solo ad un elenco delle priorità della presidenza tedesca dell’Ue, citando tra le altre digitalizzazione, la lotta ai cambiamenti climatici e la necessità del dialogo con la Cina. Per l’ex “ragazza dell’est” la chiave è quella dei diritti fondamentali: le cui restrizioni, decise per contenere la pandemia, sono state necessarie, ma sapendo che i diritti “sono il bene più prezioso che abbiamo”, e pertanto si devono poter limitare solo “per motivi molto gravi” e per un tempo molto stretto. “Una pandemia non deve mai essere il pretesto per svuotare i principi democratici”, non manca di sottolineare la cancelliera. “Io che ho vissuto per 35 anni in una sistema in cui non c’era libertà”, ha detto riferendosi gli anni vissuti nella Ddr, “so bene cosa vuol dire quando questi valori non ci sono”. Perché quella europea è una democrazia piena, dice Merkel, che necessita di dibattito e di contrapposizione, perché “non è tale una democrazia in cui non sono accettate le voci critiche”. E’ una difesa a tutto campo dell’idea europea, quella della cancelliera: “Io credo nell’Europa, e sono convinta dell’Europa. Non solo come eredità del passato, ma anche come speranza e visione per il futuro”, ripete.
“L’Europa è qualcosa di vivo, che possiamo formare e determinare. Non senza, ma solo con l’Europa possiamo garantire le nostre libertà, con la coesione sociale ed il sostegno reciproco”. Anche “le crisi più amare”, così Merkel, “ci hanno aiutato a comprendere i bisogni e le emergenze del prossimo”. Tuttavia dev’essere chiaro che “in questi tempi di cambiamenti globali” il Vecchio Continente deve contare di più su se stesso: la cancelliera si riferisce anche alle difficili relazioni con gli Usa di Donald Trump, ovviamente, ma pure alla tormentosa trattativa con il Regno Unito per il post-Brexit, per la quale “ci si deve preparare anche all’ipotesi che non si arrivi ad un accordo”. Si concede anche una stoccata alle forze populiste e nazionaliste, la cancelliera: “Non dobbiamo essere ingenui: in molti Paesi gli avversari dell’Europa non aspettano altro che di sfruttare la crisi”, pertanto “dobbiamo mostrare che il ritorno ai nazionalismi non significa più controllo, ma meno controllo”. Il fatto, insiste, è che “si mostrano con evidenza i limiti del populismo che nega i fatti”. Secondo Angela, “con le menzogne e la disinformazione non è possibile combattere la pandemia, e men che mai con l’odio e l’aizzamento del prossimo. In una democrazia c’è bisogno di verità e di trasparenza”. Recovery fund, dunque, solidarietà, ma con i piedi ben piantati sul terreno. E’ questo il credo di Merkel 4.0, quella che ha lasciato alle spalle l’austerity in nome della coesione europea in tempi di Covid: perché, sia chiaro, quando si parla di aiuto reciproco tra tutti i Paesi membri “non si tratta solo di un gesto umano, ma di un investimento durevole”. Il messaggio merkeliano – a Bruxelles come a Berlino, all’Aja come a Vienna e a Roma – non vuol lasciare spazio ai dubbi: “Nessuno esce da questa crisi da solo”.
- Amministrative 2021, la sinistra per Roma. Ne parliamo con Giuseppe Libutti, candidato per la lista Sinistra civica ecologista - 27 Settembre 2021
- Riprendono le pubblicazioni di Jobsnews.it. Con alcune modifiche sostanziali - 31 Gennaio 2021
- Coronavirus. 7 ottobre. 3678 nuovi casi, 31 decessi, 337 in intensiva. Il nuovo Dpcm proroga lo stato d’emergenza al 31 gennaio 2021 e impone la mascherina all’aperto - 7 Ottobre 2020