
Il Consiglio dei ministri dà l’ok, per decreto legge, al vincolo della doppia preferenza uomo-donna nelle elezioni regionali in Puglia. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il voto di genere alla fine in Puglia ci sarà, già dalle elezioni del 20 e 21 settembre, anche grazie a un commissario, nella persona del prefetto di Bari Antonella Bellomo, cui spetta il compito di attuare il dl. Ma la norma, tanto attesa, si lascia dietro una coda di polemiche proprio perché messa a punto a Palazzo Chigi, anziché nel Consiglio regionale di Via Gentile.
“Oggi abbiamo scritto una nuova pagina nella storia italiana dei diritti politici e, in particolare, dei diritti delle donne”, sottolinea il premier Giuseppe Conte, secondo il quale per il governo “l’empowerment femminile è un imperativo morale, politico e giuridico”. L’appello di Conte è affinché “tutte le forze parlamentari, senza distinzioni tra maggioranza e opposizioni” diano un “bel segnale” convertendo, in Parlamento, il dl all’unanimità. Ma all’auspicio del premier risponde a stretto giro il centrodestra con una nota al vetriolo, nella quale i tre leader Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni parlano senza mezzi termini di “gravissima ingerenza politico-elettorale”: “In Puglia si sta giocando con le istituzioni piegandole ad interessi di una parte politica – affermano chiedendo al Quirinale di vigilare -. Per responsabilità del presidente uscente, il consiglio dei ministri si è preso la responsabilità di scrivere un provvedimento che rischia di compromettere il libero esercizio del voto in Puglia”.
Da parte sua, il presidente della Regione Michele Emiliano ringrazia il governo per “aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi”, e questo nonostante le dure critiche, arrivate nei giorni scorsi, anche da alcuni esponenti dell’Esecutivo, a cominciare dalla ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova che, a dl approvato, esulta: “Dopo l’ultima vergognosa pagina scritta dalla maggioranza nel Consiglio regionale pugliese, che non ha voluto e saputo garantire per lunghi 5 anni la presenza delle donne adeguando la legge elettorale pugliese ad una norma dello Stato, non si poteva che arrivare a questo. Un decreto legge con cui il Governo nazionale indicava la soluzione nella nomina di un Commissario”. Soddisfazione anche nelle parole della ministra Elena Bonetti, secondo la quale con il dl si afferma “che la parità di genere è un principio da tutelare in tutto il Paese, in maniera uniforme, perché in maniera uniforme va tutelato il diritto alle pari opportunità”.
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