
E’ ripresa attorno alle 5.45 del mattino a Bruxelles la riunione plenaria del Consiglio europeo, per la quarta giornata del negoziato sul Recovery plan post pandemico e sul bilancio comunitario pluriennale 2021-2027, ma è stata interrotta neanche cinque minuti dopo dal presidente Charles Michel, che ne ha annunciato la nuova riconvocazione alle 16 di questo pomeriggio. La riunione plenaria, ricominciata con una cena fredda attorno alle 19 – dopo una lunga giornata di incontri di gruppi ristretti di leader nelle più varie combinazioni, con e senza Michel -, era stata interrotta attorno alle 23.45, ma restando in stand-by, senza che i capi di Stato e di governo lasciassero l’edificio del Consiglio europeo. In un primo momento, la riunione era stata riconvocata alle 4.15, ma è stata ritardata di un’altra ora e mezza prima che Michel la riprendesse, solo per annunciare la nuova sospensione.
Alla ripresa dei lavori del summit, entrato oggi nella sua quarta giornata, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovrebbe presentare una nuova proposta formale (negobox) che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni, ma con ‘rebate’ più bassi rispetto alla precedente. Si tratta di un importo inferiore rispetto ai 500 miliardi del progetto iniziale, considerato inaccettabile dai cosiddetti paesi frugali: Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca, ai quali si è unita la Finlandia. “Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants a 400 miliardi e 390 miliardi. La soluzione da 400 miliardi” di sussidi nel Recovery plan “condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto”, ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al rientro in albergo dopo la lunga notte in Consiglio, facendo riferimento ai sussidi previsti dal Recovery plan e agli sconti – i cosiddetti ‘rebate’ – contenuti nel bilancio pluriennale per alcuni Paesi, tra cui i frugali. La proposta iniziale della Commissione europea prevedeva sovvenzioni per 500 miliardi di euro, mentre Michel aveva prospettato nella sua prima bozza di compromesso una riduzione a 450 miliardi. Ieri sera, sembrava che i “frugali” fossero disposti ad accettare non più di 350 miliardi di sovvenzioni, mentre Michel e in generale gli altri paesi non intendevano scendere sotto i 400 miliardi.
Conte ha menzionato anche l’altro nodo del negoziato a cui tiene particolarmente l’Italia, quello della “governance”, ovvero delle modalità approvazione dei piani nazionali di investimenti e riforme che gli Stati membri dovranno presentare per poter utilizzare i fondi Ue del Recovery Plan. “Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica dello stato di avanzamento dei progetti” previsti dai piani nazionali “secondo una soluzione più corretta, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai Trattati” comunitari, ha detto il presidente del Consiglio, senza entrare nei dettagli. Su questo punto il confronto non è con tutti i “frugali”, ma con la sola Olanda, secondo cui l’approvazione dei piani nazionali dovrebbe essere sottoposta a un voto unanime degli Stati membri; l’Italia difende invece le prerogative della Commissione europea, che in base ai Trattati ha la competenza sull’esecuzione del bilancio Ue. L’approvazione da parte degli Stati membri, in questo quadro, può avvenire solo con un voto dei rappresentanti degli Stati a maggioranza qualificata (e mai all’unanimità), su proposta della Commissione. La riunione del Consiglio europeo, sospesa da Michel poco prima delle 6 di stamattina dopo una lunga notte di colloqui fra diversi gruppi ristretti, è stata riconvocata per le 16 di questo pomeriggio, probabilmente per dare il tempo ai leader, e soprattutto ai “frugali”, di definire la posizione dei loro governi e delle forze che li sostengono rispetto alle ultime proposte e opzioni sul tavolo.
“In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo”, ha aggiunto Conte. Quanto alla alla soluzione possibile sulla governance del Recovery fund che elimini il meccanismo di veto sui piani di riforma nazionali, il premier ha precisato che “abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai Trattati”. L’attenzione è rivolta al nuovo round delle 16, come ha anche ricordato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz: “Terminati dei negoziati difficili, possiamo essere soddisfatti del risultato oggi. Si continua nel pomeriggio”.
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