
Nona vittoria di fila e secondo posto distante solo 2 punti. Arriva con credenziali più che importanti al big match di sabato sera allo Stadium contro la Juventus capolista l’Atalanta di Gian Piero Gasperini che a Bergamo ha piegato 2-0 la Sampdoria. A parlare della corsa nerazzurra verso le posizioni di vertice è lo stesso tecnico della ‘Dea’. “Questa è una vittoria fondamentale, perché scoraggia un po’ tutte le inseguitrici e a noi dà adrenalina perché vediamo il traguardo della Champions possibile. Avere recuperato 7 punti alla Juventus, 9 alla Lazio, 11 all’Inter? È chiaro che se vinci tutte le partite come stiamo facendo noi recuperi anche le migliori squadre. Ora siamo molto vicini a Inter e Lazio, però in questo momento pensiamo all’aritmetica conquista della qualificazione in Champions. Poi se possiamo aggiungere dell’altro va bene”. E sul match contro i bianconeri Gasperini conclude. “È un test in previsione Champions, perché la Juve è fortissima, può ambire a vincere la coppa. Non so ancora, dopo tre giorni, come ci presenteremo, però il test è quello. Poi per noi sarà importante anche vincere col Brescia, a quel punto saremmo quasi a posto”.
Il Napoli marcia spedito, conquista con personalità tre punti a Marassi contro il Genoa battuto 2-1 e si afferma come quinta forza del campionato alla spalle di Juve, Lazio, Inter e Atalanta scavalcando il Milan a 51 punti. Un successo che mette nei guai il Grifone che resta inchiodato al terz’ultimo posto dopo essere stato scavalcato ieri dal Lecce. La squadra di Gattuso ha dominato il gioco soprattutto nel primo tempo trovando il vantaggio sul finire del primo tempo con Mertens su passaggio di un sempre brillante Insigne. Nella ripresa ha pagato una disattenzione difensiva che ha rimesso in corsa il Genoa con Goldaniga ma dopo una decina di minuti di smarrimento i partenopei trovano la rete decisiva con il messicano Lozano, in rete a pochi minuti dal suo ingresso in campo. Nel finale decisivo Meret in almeno un paio di occasioni. Al Genoa non è bastata la generosità e la determinazione espressa soprattutto nel finale. La doppia rimonta a Brescia e Udine stavolta non è riuscita. Serviva almeno un punto per appaiarsi al Lecce e adesso la classifica si fa sempre più pericolante.
Dopo tre sconfitte consecutive torna a vincere la Roma, che in rimonta riesce ad avere la meglio sul Parma. Finisce 2-1 all’Olimpico con le reti di Mkhitaryan e Veretout, decisive a ribaltare l’iniziale rigore di Kucka. Giallorossi che tornano quinti a pari punti con il Napoli. Proteste nel post partita da parte del club ducale per il rigore negato dopo l’intervento scomposto di Mancini, col dirigente degli emiliani in sostituzione del tecnico D’Aversa che ha preferito restare in silenzio stampa come tutti i tesserati: “D’Aversa e la squadra erano nervosi, non possiamo far finta di niente. Serve attenzione da parte degli arbitri – spiega Lucarelli ai microfoni di Dazn – Se avessimo 28-29 punti stasera sarebbero fioccate squalifiche, il fatto che abbiamo una classifica tranquilla non ci deve far passare per quelli che accettano tutto in silenzio. Secondo me in questo momento bisogna capire la difficoltà che c’è nel sistema arbitrale, c’è una grande confusione su questi episodi”, conclude l’ex difensore. Un super Sassuolo continua sulle ali dell’entusiasmo e si aggiudica il derby emiliano in casa del Bologna. Al Dall’Ara finisce 2-1 con le reti firmate da Berardi e Haraslin, che portano i neroverdi momentaneamente alle spalle del Milan. Inutile la rete nel finale di Barrow. Terza vittoria consecutiva e quinto risultato utile di fila per la squadra di De Zerbi, vera sorpresa in questa ripresa di campionato.
Sconfitte nel giro di poche ore per Lazio e Juventus. I biancocelesti di Simone Inzaghi hanno incassato a Lecce il secondo ko di fila, il terzo in cinque gare dopo la ripresa del campionato. Poche ore dopo è toccato alla Juve perdere in modo fragoroso a San Siro contro un Milan in grandissima forma, capace di ribaltare due gol di svantaggio in meno di dieci minuti. Pertanto la lotta scudetto resta di fatto ancora aperta, anche se 7 punti da difendere in 7 gare sono un buon bottino per Cristiano Ronaldo e compagni. Juve che avrà anche lo scontro diretto in casa il 20 luglio. Non è bastato a CR7 segnare il gol numero 730 in carriera, il 30° stagionale e il 26esimo in campionato. Il fuoriclasse portoghese in carriera non aveva mai perso dopo essere stato in vantaggio di due gol con la sua squadra. Deluso anche Leonardo Bonucci, uno dei peggiori a San Siro. Proprio l’assenza di De Ligt, al fianco del numero 19 bianconero, è sembrata incidere maggiormente nell’economia della gara. Il centrale olandese rientrerà per la gara di sabato con l’Atalanta, così come Dybala in avanti. Unica nota lieta, insieme a Ronaldo, la prestazione e il primo gol in campionato di un Rabiot in crescita costante. Ma a leccarsi le ferite non è solo la Juventus, anche la Lazio ha i suoi problemi da risolvere dopo il clamoroso tonfo di Lecce. La squadra biancoceleste al Via del Mare è apparsa stanca e nervosa, incapace di reggere la pressione di una partita da vincere a tutti i costi. Ne ha fatto le spese in particolare Patric, squalificato per ben 4 giornate dopo il morso rifilato a Donati nel finale. Un’altra pedina che verrà a mancare ad Inzaghi, già alle prese con una rosa non certo lunghissima. Sabato all’Olimpico arriva un Sassuolo ormai tranquillo, ma per questo pericolosa mina vagante. In casa biancoceleste c’è poi una sorta di sindrome da accerchiamento, visto che anche a Lecce non sono mancate le polemiche sull’arbitraggio.
L’Inter getta al vento la vittoria al Bentegodi facendosi raggiungere nel finale dal Verona. Ancora troppi errori difensivi per gli uomini di Conte che restano al quarto posto in classifica, un punto dietro l’Atalanta. Colpa di un tempo di fatto regalato ai veneti. Lazovic dalla fascia sinistra manda letteralmente al bar il malcapitato Skriniar e davanti ad Handanovic non perdona. L’Inter reagisce più di rabbia e il Verona continua a imperversare con un palo di Veloso e in sinistro fuori di un nulla da parte di Dimarco. Inter alle corde. Prima del cooling break un destro dal limite di Gagliardini scalda le mani a Silvestri, avvisaglia di un’Inter che sembra risvegliarsi. E l’Inter di inizio ripresa è davvero un’altra squadra. Ritmi alti e Verona che si chiude a riccio in difesa. Silvestri è decisivo su Candreva ma non può nulla sul tap-in di Brozovic dopo il palo colpito da una grande giocata di Lukaku. E con un pizzico di fortuna l’Inter passa in vantaggio. Sul traversone di Candreva, Dimarco con il petto beffa il malcapitato Silvestri e i nerazzurri mettono così la freccia, nonostante il Verona immediatamente dopo sciupi con Faraoni il pareggio ad un metro dalla porta di Handanovic. L’Inter è in pieno controllo, i tanti cambi non incidono e sono gli uomini di Conte ad avere un paio di opportunità sventate con affanno dalla difesa scaligera. Ma nell’afa del Bentegodi il lampo è del Verona. Rhamani entra come nel burro nella difesa nerazzurra e serve il solitario Veloso che di sinistro dal dischetto fulmina Handanovic.
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