Calcio. Serie A. Finisce 2 a 2 il big match tra Juve e Atalanta. Che fine ha fatto la Lazio, sconfitta anche dal Sassuolo? Napoli-Milan 2-2. Inter-Toro sfida intensa questa sera

Calcio. Serie A. Finisce 2 a 2 il big match tra Juve e Atalanta. Che fine ha fatto la Lazio, sconfitta anche dal Sassuolo? Napoli-Milan 2-2. Inter-Toro sfida intensa questa sera

“I rigori? Netti, l’interpretazione in Italia è questa, i difensori devono tagliarsi le braccia. Il tifoso del Napoli? L’abbiamo invitato a Zingonia, vedrete chi è”. Parole nel dopogara dell’allenatore Gian Piero Gasperini, tra sarcasmo e prese di distanza, che valgono per l‘Atalanta, dall’episodio che ha coinvolto il team manager Mirco Moioli alla partenza per la trasferta di sabato. Il 2-2 all’Allianz Stadium con la Juventus non ha lasciato come strascichi solo la soddisfazione per la bella prestazione contro la capolista e il rammarico per i due punti persi al 90′ sfiorando la decima vittoria di fila, a causa dei penalty assegnati per i palloni di Dybala e Higuain finiti sul braccio sinistro di De Roon e Muriel. C’è anche quanto accaduto fuori dalla stazione ferroviaria di Treviglio, ripreso da qualcuno e finito ovunque sul web, con il dirigente ad apostrofare (“Testa di c…, terrone del c….”) un cittadino reo di aver insolentito Gasperini con la domanda “allora, mister, ve la giocate o lasciate vincere la Juve anche stavolta?” sgradita anche all’interessato, tanto da fargli replicare qualcosa che assomiglia a un “pedala, c..e”. Le accuse di razzismo piovute addosso all’ambiente pesano molto più del mancato successo che avrebbe riaperto il campionato. I nerazzurri, grazie a Zapata e Malinovskyi, hanno migliorato altri due record societari: 87 gol in campionato, 104 in stagione, +1 rispetto al 2018/19. Papu Gomez, il capitano, ha raggiunto 300 match in A. Si resta a 67 punti, meno 1 dalla Lazio seconda e meno 9 dallo scudetto, ripartendo martedì dal Brescia e sognando in vista delle Final Eight di Champions League a Lisbona, col PSG avversario nei quarti il 12 agosto. Ma il rischio di polemiche snervanti e sanzioni, anche per responsabilità oggettiva o indiretta, è un problema che tutti si sarebbero risparmiati, in un momento in cui la città si è lasciata alle spalle il dramma coronavirus.

Che fine ha fatto la Lazio? E’ la domanda più inflazionata dalla ripresa del campionato. La squadra scintillante che nella prima parte di stagione sognava legittimamente il tricolore è rimasta in lockdown. A Formello e dintorni tutto sembra essersi fermato al 29 febbraio quando la banda Inzaghi timbrava un solido 2-0 contro il Bologna. Lo stop forzato ha letteralmente distrutto gli ingranaggi di un meccanismo perfetto e sapientemente costruito negli anni. Proprio la società che aveva spinto di più per tornare a giocare è risultata essere quella che ha pagato il prezzo più alto. Quattro sconfitte in sei partite, di cui le ultime tre consecutive, sono qualcosa di più di una prova. I biancocelesti sono ormai diventati la copia sbiadita dell’armata ammirata e lodata da tutto lo Stivale. I motivi sono svariati. Il più evidente è legato agli infortuni. Lulic ha finito la stagione, Leiva e Cataldi non sono al meglio così come Luiz Felipe e ora pure Correa ha alzato bandiera bianca. Una sfilza di ko che, uniti a una rosa non lunghissima e al calendario dal ritmo forsennato, si sono trasformati in un cocktail letale. L’impegno dei giocatori non è mai stato in discussione ma quando le gambe non girano c’è davvero poco da fare. Contro Atalanta, Milan, Lecce e Sassuolo la Lazio è stata fatta a fettine dal punto di vista atletico. Un problema che coinvolge tutti, dal pilastro della difesa Acerbi fino a bomber Immobile. E quando, nonostante la volontà, non si riesce a mettere in campo una prestazione all’altezza la tensione sale.

Gol, spettacolo ed emozioni al San Paolo dove tra Napoli e Milan finisce in pareggio. Un risultato che mantiene viva la lotta per le posizioni di rincalzo in classifica dietro alle quattro battistrada. Entrambe le squadre vogliono vincere e non fanno troppi calcoli, giocando costantemente a viso aperto, fino ai limiti della resistenza fisica, messa a dura prova dalla temperatura alta e dalla fatica delle tante partite ravvicinate. Nel Napoli che Gattuso sceglie ad inizio gara c’è solo una sorpresa, la presenza di Lobotka in regia al posto di Demme. Il Milan è quello che tanto bene si è comportato nelle ultime gare, con il solito 4-2-3-1. Nel primo tempo comincia molto meglio il Napoli che costringe Donnarumma a superarsi con due grandi parate, su conclusioni di Mertens e Callejon, per mantenere la sua porta inviolata. Un po’ a sorpresa, però, sono i rossoneri a passare in vantaggio, al 19′ con Hernandez che insacca con un tiro al volo di sinistro su passaggio di Rebic dal lato opposto. Il Milan acquista sicurezza e maggiore disinvoltura nel gioco. La squadra di Pioli copre molto bene, con lucidità e notevole applicazione, tutte le zone del campo, mentre il Napoli è costretto a retrocedere e a cedere il predominio del gioco all’avversaria. Proprio nel momento migliore dei rossoneri, però, esattamente come era accaduto poco prima a parti invertite, è il Napoli a trovare il gol del pareggio. Insigne batte un calcio di punizione sulla trequarti. Il pallone spiove davanti alla porta, Donnarumma lo tocca e spiana involontariamente la strada a Di Lorenzo che non deve far altro che spingerlo in fondo alla rete. Gli azzurri sono più concreti in area di rigore avversaria rispetto al Milan e concretizzano la loro superiorità nella ripresa con il gol del vantaggio di Mertens che al 14′ sfrutta un suggerimento di Callejon da destra e batte un indeciso Donnarumma con una conclusione di piatto destro. La reazione del Milan non si fa attendere e i rossoneri ribattono colpo su colpo fin quando non raggiungono il pareggio su calcio di rigore (27′) provocato da un fallo di Maksimovic su Bonaventura e trasformato da Kessiè.

Inter-Torino, sarà sfida vera al Meazza. Antonio Conte abbandona le polemiche e, alla vigilia della sfida contro il Torino, che in caso di vittoria potrebbe regalare ai nerazzurri il secondo posto, declassa i problemi delle ultime partite a “errori individuali”. Quanto visto contro il Verona, un pareggio subito dopo aver rimontato e superato la squadra di Juric, lo fa ben sperare e da lì vuole ripartire per affrontare i granata. Con i tre punti l’Inter affiancherebbe la Lazio a quota 68, superando di un punto l’Atalanta. Altri risultati lascerebbero i nerazzurri momentaneamente fuori dal podio e intensificherebbero le voci e i dubbi sul futuro della squadra. Altri terremoti in un periodo già di per sé complicato come ricorda Conte: tre partite alle 21,45 di cui due in trasferta.

I risultati della 32esima giornata di Serie A: Cagliari-Lecce 0-0; Fiorentina-Verona 1-1; Parma-Bologna 2-2; Udinese-Sampdoria 1-3; Genoa-Spal 2-0 ; Lazio-Sassuolo 1-2; Brescia-Roma 0-3; Juventus-Atalanta 2-2; Napoli-Milan 2-2.

La classifica della Serie A dopo gli incontri validi per la 32/a giornata. Juventus 76 punti; Lazio 68; Atalanta 67; Inter 65; Roma 54; Napoli 52; Milan 50; Sassuolo 46; Verona 44; Bologna 42; Cagliari 41; Parma 40; Fiorentina 36; Sampdoria e Udinese 35; Torino 34; Genoa 30; Lecce 29; Brescia 21; Spal 19. *Inter e Torino un partita in meno.

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